Coronavirus: come gestire gli attacchi di ansia
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Coronavirus: come gestire gli attacchi di ansia

L'emergenza in atto produce inevitabilmente paura, agitazione, ansia: scopri i meccanismi psichici che le generano e le tecniche più efficaci per affrontarle e superarle al meglio

Un approccio psicologico efficace all’emergenza covid-19 (coronavirus) è necessario e per farlo occorrono alcune spiegazioni che aiutino anche a comprendere meglio certi comportamenti che a prima vista possono sembrare del tutto irrazionali. Di fronte a un evento molto sgradevole e ansiogeno, la mente umana, a scopo di difesa, almeno inizialmente tende a negarlo, cancellarlo o quantomeno minimizzarlo. Questo spiega i comportamenti a rischio di tanti giovani – ma anche di molti adulti, di fronte al diffondersi di questo virus che azzera molte sicurezze psicologiche e rivoluziona gli stili di vita: ciò che fa paura viene "oscurato”, complice anche l’esuberanza vitale di chi, per età, fatica a immaginare la malattia o la morte e la quindi le ignora fin quando possibile.

La difesa psicologica, contro la dolorosa presa d'atto e la conseguente assunzione di responsabilità e relativi sacrifici, consiste nell'estraniarsi dalla realtà sgradevole e reiterare abitudini piacevoli, sottovalutando i rischi. Ai più giovani va spiegato proprio questo: per loro è normale non avere paura, ma potrebbero affrontare questa situazione come una prova iniziatica, un salto veloce ma necessario verso un modo di comportarsi più adulto e responsabile. Ne va della salute loro ma soprattutto dei genitori e dei nonni, i più fragili e bisognosi di protezione. Nei momenti eccezionali, occorrono risposte all'altezza, da parte di tutti!

Ansia e paura: conoscerle, accoglierle, superarle

Dopo la negazione, la seconda reazione psicologica automatica è naturalmente l'ansia. Com'è noto, questo disagio è contagioso: vedere una persona in preda a una sindrome ansiosa o al panico innesca una reazione a catena che può renderne vittima anche chi non ne stava soffrendo. I neuroni a specchio responsabili delle risposte emotive interpersonali vedono e apprendono comportamenti ansiogeni di cui si vorrebbe fare a meno...

Certo, paura e ansia non sono immotivate durante le epidemie; si tratta di emozioni inevitabili di fronte a un evento che minaccia direttamente la salute. Chi ha convinzioni solide e una buona fiducia in sé stesso ne sarà meno influenzato ma chi sta attraversando un periodo di fragilità emotiva, rischia di più. Inoltre, occorre ricordare che la psicologia delle masse si basa sulla sindrome del gregge: se un esemplare avverte un pericolo e scappa sarà imitato dal resto del gregge o dello stormo. Anche al di là consistenza reale del pericolo, scatta la ricerca della sopravvivenza, a ogni costo. Vale anche per gli esseri umani e apre la strada a comportamenti egoistici dannosi: lo abbiamo ben visto con le repentine e controproducenti fughe dalle città del nord...

L'immaginazione ci riporta "in asse"

Esiste una capacità umana che torna particolarmente utili per rinforzare le proprie difese psicologiche (oltre a quelle immunitarie…) e non farsi travolgere dalle preoccupazioni: è l'immaginazione. Si tratta di una facoltà mentale che consente di trasformare in realtà percepibile i "suggerimenti" spontanei dell’inconscio, consentendoci di attingere a risorse psicologicamente salutari. Farlo è davvero semplice: si chiudono gli occhi, si libera la fantasia, si accolgono le immagini che giungono come fossero una "narrazione visiva"...

Non solo: è l'immaginazione che ci consente in primo luogo di scrivere, dipingere, suonare o ascoltare musica. Si tratta di una difesa formidabile dalle intrusioni psicologiche negative e dalle preoccupazioni di questi giorni: la mente si placa e questo ci renderà anche più saldi nell'affrontare di giorno in giorno la contingenza. Si può anche mettere in campo una tecnica solo apparentemente di segno opposto: la ricerca del vuoto interiore. Chiudere gli occhi, contemplare il nulla che si percepisce immediatamente, lasciar tramontare i pensieri, sono azioni che liberano la mente dalle tensioni e dalle ansie. Anche pochi minuti al giorno possono bastare a farci star meglio. 

In ultimo, poiché viviamo in una "comunità psicologica" è utile e doveroso cercare di fare partecipi anche gli altri di queste semplici tecniche di cura: soddisferemo un’esigenza relazionale e accresceremo la fiducia in noi stessi. Un messaggio di tranquillità e di speranza vive nel profondo della psiche: lasciamo che venga alla luce e condividiamolo, sarà un sollievo per noi e per gli altri.

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