La felicità si impara

Non servono grandi sforzi per averla, non è un'utopia, ed è diversa per ognuno: la felicità è uno stato naturale del cervello che si puoò innescare in ogni momento...

In edicola questo mese trovate un libro che tratta un argomento d'importanza centrale nella nostra esistenza: la felicità. Abbiamo spesso la convinzione che la felicità sia una sorta di chimera, quasi irraggiungibile, ma ciò dipende in primo luogo dai nostri preconcetti e in seconda battuta dal fatto che tentiamo di raggiungerla con modalità sbagliate. A volte si pensa che la si debba meritare, ma la felicità non ha nulla a che vedere con questo. Oppure che possa essere conquistata solo attraverso una serie di passaggi perfetti e di prove da superare prima di arrivare al "tesoro" tanto ambito. Niente di più sbagliato. In realtà, non è così difficile averla, ma se la cerchiamo male, non la otteremo mai. L'errore più grave poi è puntare verso una felicità di massa, di branco, una felicità uguale per tutti: guardiamo gli altri e cerchiamo di imitarli. Così non va: la sola felicità possibile è figlia della nostra unicità, di quel che di più autentico caratterizza ognuno di noi.

Cosa fare per raggiungerla

In questo libro trovate tanti esempi pratici, riflessioni, esercizi sui quali vi suggerisco di soffermarvi, ma alcuni concetti fondamentali li anticipo: occorre immaginare la felicità come uno stato luminoso dell'anima, come il sole all'alba. Occorre sapere che il nostro cervello è costruito per produrre "cascate" di neurotrasmettitori atti a produrre la felicità: si tratta solo di metterlo nelle condizioni adatte per farlo al meglio. Se non lo ostacoliamo, il nostro sistema nervoso sa edificare da solo la felicità giusta per noi. Come fare? Con gli atteggiamenti adatti. Ad esempio stando nel presente, l'unico tempo che davvero esiste. Smettendo di voler modificare per forza cose immodificabili (e che in fondo sappiamo essere tali) e convivendo con loro. E facendo un altra cosa fondamentale, che il cervello ama moltissimo: stando nel vuoto. Svuotare il più possibile la mente dai pensieri, ridurre al minimo la progettualità razionale, significa creare le condizioni migliori affinchè la felicità si formi spontaneamente dentro di noi. In ultimo, essere se stessi: chi ama gli specchietti per allodole del pensiero comune e ritiene che la felicità sia raggiungibile solo ottendendo quel che apparentemente tutti ambiscono, non la otterrà mai. Buona lettura!

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