Pianto, la voce dei neonati
Crescita e sviluppo

Pianto, la voce dei neonati

È il loro modo normale di comunicare “ad alta voce”; scopriamo insieme quale bisogno o disagio si nasconde dietro le sue lacrime per intervenire al meglio

Il pianto è uno dei mezzi più efficaci che il bambino molto piccolo utilizza per comunicare con l’esterno. Il pianto vigoroso richiede un grande dispendio di energia e non indica mai un malessere fisico del piccolo, ma un suo fabbisogno, una sua necessità, una sua esigenza non soddisfatta. Entro il primo mese di vita genitori attenti imparano a distinguere il pianto del loro bambino e le diverse necessità che esprime.

Alcuni bimbi piangono più di altri?

Ogni bambino fa storia a sé e ha un suo carattere. Esistono bambini tranquilli (in grado di autoconsolarsi) e bambini iperattivi. A parità di stimoli, il bambino con capacità auto-consolatorie non reagirà in modo particolarmente evidente, il bambino più eccitabile, invece, potrà piangere in modo energico o a lungo.Valutare le caratteristiche del pianto e la diversa disponibilità del neonato e del lattante a tranquillizzarsi può essere utile al pediatra e ai genitori per mettere in atto strategie per controllarlo e limitarlo.

Come rispondere al suo bisogno

 I fabbisogni sono naturali, istintivi e necessari per una corretta crescita e anche una buona qualità della vita. Per soddisfarli è sufficiente seguire i suggerimenti e le indicazioni che il bambino sa fornirci con estrema precisione, usando il suo linguaggio fatto di comportamenti e atteggiamenti che indicano quando e quanto vuole mangiare, quando vuole dormire, se è disponibile a comunicare, se ha caldo. E ricordate che se nostro figlio sta veramente male non piange, ma si lamenta. Tutta un’altra cosa!

Come evitare al piccolo inutili disagi

Il bimbo prova malessere se non lo si pulisce quando si sporca, se lo si veste in modo inadeguato o troppo (raramente troppo poco), se lo si sottopone a un eccesso si stimoli (parlargli sempre, farlo ad alta voce, avere troppe persone intorno, la radio e la tv ad alto volume). Per prevenire il pianto gioca un ruolo fondamentale il comportamento della mamma: se è ansiosa, insicura, sempre preoccupata, avrà maggiori probabilità di avere un bambino più portato al pianto. Quindi, serenità, dolcezza, calma, attenzione, disponibilità al sacrificio, accettazione del bambino, rispetto della sua personalità, soddisfacimento di suoi fabbisogni naturali: ecco gli atteggiamenti utili per gettare le basi della sua tranquillità.

I tipi di pianto più frequenti

- Quando esprime fame e sete

Il bambino comincia a piangere prima dell’ora presunta della poppata oppure alla fine, appena viene allontanato il seno o il biberon. In questa circostanza le lacrime scompaiono appena il bimbo riesce a succhiare qualunque altra cosa capiti a tiro: dita, ciuccio, lenzuolino, per ricominciare non appena si accorge che, pur succhiando, nella sua bocca non entra nulla. È un pianto discretamente vigoroso con una nota di irritazione e di intensità variabile a seconda che riesca a succhiare qualcosa o no.

- Se manifesta un disagio fisico

Quando è sporco il bambino si mette a piangere: è sufficiente cambiarlo. È anche buona norma svestire il piccolo che piange perché qualche volta può capitare chela sbagliata posizione dei vestiti o dei pannolini gli crei un vero e proprio malessere. Può piangere per il caldo, più difficilmente per il freddo, per rumori violenti, per voci di più persone, per luci intense. È un pianto non molto forte, ma particolarmente irritato.

- Esiste il pianto da stanchezza…

Si manifesta quando i bambini vengono sottoposti a un eccesso di stimoli esterni che non riescono a controllare, per esempio il volerli far giocare a tutti i costi, parlargli in continuazione, mettergli i carillon e le musichette. È un pianto non vigoroso con una caratteristica di monotonia che tende a finire per poi… ricominciare.

- Quello di quando è “annoiato”…

Compare nel lattante di qualche mese. È tipico del bimbo che non viene stimolato e che viene lasciato per molto tempo solo. Pianto poco vigoroso che si placa appena sente la voce di un adulto.

- E quello che serve solo per scaricare un po’ di tensione

È il caso in cui i bambini piangono senza alcun motivo apparente e individuabile.

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