Il mio bambino è una peste! Che fare?
Crescita e sviluppo

Il mio bambino è una peste! Che fare?

Spesso la vivacità di un bambino anticipa una personalità speciale. Ma c'è un limite. Ecco cosa fare se il piccolo è una peste!

Il mio bambino è un vulcano di energia

Alcuni sostengono che sono bambini soltanto un po' più vivaci degli altri, ma il fatto stesso che vengano chiamati "piccole pesti" indica che nella loro esuberanza c'è qualcosa di eccessivo. Eccessivo nei modi in cui si manifesta, nella sua elevata frequenza e nella continuità nel tempo. Disturbante per i genitori, per gli insegnanti, per i compagni, ma anche e soprattutto per lo sviluppo psichico dei bambini stessi. Per i genitori può essere effettivamente difficile gestire un figlio "pestifero" per l'imprevedibilità e la tenacia del suo atteggiamento. Se è vero che questo surplus di esuberanza caotica e dispettosa può essere la manifestazione di un'indole originale e speciale, è altrettanto vero che in altri casi esprime la presenza nel bambino vivace di una difficoltà o di una mancanza, che deve essere compresa e risolta.

Bambini troppo vivaci e incontenibili: le possibili cause

Dietro una piccola peste spesso si cela un bambino pieno di creatività, ma non sarà certo permettendogli di radicare in sé questi atteggiamenti fuori dalle righe che un domani potrà esprimere la propria vera natura. Perciò è fondamentale cercare con serenità di capire i veri motivi che lo spingono a comportarsi così e di individuare le migliori soluzioni possibili.

Ecco alcune ragioni che potrebbero scatenare un'eccesiva vivacità dei bambini, poi sta alla sensibilità del genitore individuare quella giusta.

  • Sono stanchi e hanno troppi stimoli: riduci le attività a favore del gioco.
  • Sono gelosi verso fratellini o sorelline: evidenziarlo conferma le loro sensazioni. Piuttosto falli sentire importanti e asseconda i loro bisogni.
  • Hanno bisogno di muoversi: dopo una giornata all'asilo o a scuola in uno spazio ristretto, portali a giocare all'aperto.
  • Richiedono la tua attenzione: fanno i dispetti, interrompono mentre sei al telefono. Ti stanno dicendo: "Mamma, guardami". A volte basta solo dare attenzione per placarli.

Bambini vivaci: ecco cosa fare

I bambini iper vivaci spesso si sentono disorientati perché hanno troppe figure di riferimento che si alternano ad accudirlo. Per esempio madre, nonna, zia e babysitter (o vicina di casa): il che significa cambiare di continuo codici comunicativi e modalità educative. La loro esuberanza "pestifera" rivela dunque la difficoltà a "stare", a sentirsi delimitati con costanza nello spazio, nel tempo e nell'affetto. Nel loro valicare i confini, nell'attirare l'attenzione, i bambini vivaci chiedono di essere contenuti nel loro desiderio di maggiore autonomia, per costruire il centro della loro personalità in via di formazione. È importante intervenire presto; ecco alcuni consigli da mettere in pratica:

  • Riduci le persone di riferimento. Le figure principali non devono essere più di due. I bambini non devono essere sballottato di qua e di là, magari per far contenti tutti i nonni e altri familiari. E le due figure (ad esempio madre e nonna) devono essere in sintonia sulla modalità affettiva ed educativa. Non deve succedere, ad esempio, che una sia rigida e impositiva e l'altra "mielosa" e concessiva.
  • Dir loro con chiarezza cosa possono fare e cosa no. Con questi bambini un po' difficili e vivaci non si devono mai usare toni accesi e nervosi, né punizioni o castighi "esemplari", perché altrimenti si produce l'effetto opposto e il rapporto con lui si struttura nel senso della sfida. Parlare con loro in tono dolce e moderato, cercando di spiegare con pazienza, ma con fermezza, cosa non si deve fare.
  • La tecnica per i "momenti di crisi". Non ubbidisce, non ascolta, non collabora: una tecnica da adottare, che può funzionare in questi casi, per conquistare la sua attenzione è fare in modo che lui si fermi (magari bloccandolo con un abbraccio) e che ci guardi negli occhi. Il tono della voce deve essere fermo e deciso. È controproducente, invece, urlare.
  • No alle punizioni impossibili. Le punizioni, per essere efficaci, devono essere adeguate all'età dei bambini e realistiche. Dirgli che se non la smette non vedrà più i cartoni animati per un mese è inutile e inefficace. Noi per primi sappiamo che non sarà così. Più efficace, invece, la tecnica della sospensione, che consiste nel sospendere l'attività che in quel momento sta facendo il bambino e farlo restare qualche minuto seduto in silenzio nella sua cameretta, eliminando qualsiasi fonte di interesse. Se il bambino è troppo piccolo, poi, la punizione rischia di non essere compresa appieno: in questi casi meglio una leggera sculacciata: è immediata e agisce nell'attimo in cui il bimbo è pienamente cosciente di quello che ha fatto.
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