Impara a scegliere il latte giusto
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Impara a scegliere il latte giusto

Ricco di vitamine, proteine e sali minerali, il latte è uno degli alimenti più sani e completi: scopri le differenze tra le confezioni più comuni in vendita

Forte del suo contenuto in proteine nobili, sali minerali e vitamine, il latte è un nutrimento essenziale soprattutto nella prima infanzia, quando l’organismo ha bisogno dei suoi minerali (e della vitamina D, che serve a fissare il calcio rendendolo così biodisponibile) per costruire le ossa. Anche nell’età adulta il latte è benefico, a patto di saperlo scegliere.

Latte: intero o scremato, fresco o a lunga conservazione?

Il più nutriente è, come intuibile, il latte intero; rispetto a quello scremato, è sottoposto a un minor quantitativo di processi industriali che, levando i grassi, impoveriscono anche il valore nutritivo generale dell’alimento. Il latte scremato, però, va bene quando è necessario un controllo  dei grassi assunti nella dieta o nei regimi dimagranti: consente un risparmio di venti calorie ogni 100 grammi.

Il latte fresco è preferibile a quello a lunga conservazione: le alte temperature alle quali l’UHT viene sottoposto per “sanitizzarlo” (cioè annientare la carica microbica) possono distruggere gran parte delle vitamine del latte, rendendolo meno completo.

Il latte così come lo acquistiamo reca solitamente in etichetta la dicitura “latte fresco”. In realtà è latte pastorizzato. La pastorizzazione è un processo di riscaldamento a 70-75 gradi per un periodo inferiore al minuto. Questo consente di uccidere la flora batterica patogena (quella cioè che può causare problemi alla salute), mantenendo intatta la carica saprofita (quei batteri che non causano danni), senza modificare in alcun modo la digeribilità e la completezza dell’alimento.

Mai bollito, mai con il caffè

Siete abituati a bollire il latte prima di consumarlo? Errore: la bollitura non è solo superflua (il latte che acquistate è già sufficientemente sicuro), ma anche dannosa, perché riduce drasticamente il contenuto vitaminico. E se pensate che far bollire il latte serva a renderlo più digeribile, sbagliate due volte: la bollitura fa sì che le sostanze grasse contenute tendano a raggrumarsi e la caseina (la proteina contenuta nel latte) diviene meno assimilabile.

Attenzione anche a cosa lo abbinate. Stemperare nel latte un “goccio di caffè”  può essere piacevole, ma non fa bene. La teobromina contenuta nel caffè non consente la scissione delle proteine del latte, rendendole poco “utilizzabili” da parte dell’organismo. Evitate anche di dolcificarlo con lo zucchero, che limita l’assorbimento del calcio. Preferite invece  il malto d’orzo che rende più facile il fissaggio nelle ossa di questo prezioso minerale.

  • Latte in polvere: Ad elevatissime temperature si fa evaporare l’acqua e rimane solo la polvere. Le proteine in questo modo possono denaturarsi.
  • Latte UHT:    Le alte temperature possono ridurre il contenuto vitaminico. Resta però inalterato il contenuto di proteine e di calcio.
  • Latte fresco: Intero, è quello che garantisce il massimo apporto nutrizionale.
  • Latte condensato: Si aggiungono degli zuccheri. Aggiunta superflua, dato che il latte già ne contiene. Inoltre, non dimenticate che lo zucchero rende poco disponibile il calcio per il nostro organismo.
  • Latte arricchito: In commercio esistono latti arricchiti con le più varie sostanze, dalle vitamine agli omega 3. In generale, ricordate che il latte è già perfetto così com’è. Bene il latte addizionato con fibre, che riequilibrano la flora intestinale favorendo l’assorbimento dell’alimento.
  • Latte di alta qualità: Questa dicitura non è una “mossa pubblicitaria” ma risponde a precisi requisiti fissati per legge (elevate caratteristiche igieniche in sede di produzione, contenuto in sieroproteine non denaturate non inferiore al 15,5% delle proteine totali). Acquistatelo con tranquillità.

Un rischio diffuso: come scoprire le intolleranze al latte

L’intolleranza al latte è una delle più diffuse. Si manifesta con ventre gonfio e teso, difficoltà di digestione, stanchezza cronica, coliti. Il responsabile è il lattosio, lo zucchero contenuto nel latte: quando l’intestino non riesce a digerirlo si verificano i suddetti fenomeni. Piuttosto che un latte delattosato, è meglio consumare latte di soia o riso. Attenzione però anche ad alcuni prodotti “insospettabili” che possono contenere costituenti del latte:

  • salumi e insaccati(prosciutto cotto, mortadella, salsiccia, wurstel)
  • cibi per l’infanzia(pastine, omogeneizzati, liofilizzati, farine lattee, biscotti)
  • cosmetici(creme, shampoo, saponi)
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