La Belladonna, grazie alla sua azione diffusa, è un antinfiammatorio naturale: calma i sintomi infiammatori di stomaco e intestino, aiuta in caso di asma, bronchite o disturbi del ciclo e allevia i sintomi influenzali e allergici
La belladonna (Atropa Belladonna) è una pianta erbacea perenne, facilmente visibile nelle radure e nei boschi appenninici e alpini; appartiene alla famiglia delle solanacee, i suoi fiori sono violacei e le bacche scure e ricche di semi. La pianta elladonna è una delle erbe officinali più note della medicina tradizionale sia per i suoi effetti curativi che per quelli tossici. Il suo nome deriva dal nome di Atropa, la terza delle Parche, affascinanti figure della mitologia greca. Atropa decideva la durata della vita di ogni uomo, recingendone il filo sul suo telaio. Il nome di Belladonna deriva invece da un gergo popolare veneziano cinquecentesco ed è riferito all’uso del succo delle sue bacche come cosmetico femminile. Furono proprio i frequenti avvelenamenti per ingestione delle bacche, che convinsero i farmacologi del '700 a studiarla scoprendone l’effetto nocivo sullo stomaco e di blocco sul sistema nervoso parasimpatico.
I principi attivi della Belladonna sono tre alcaloidi, l’atropina, che agisce sul sistema nervoso parasimpatico come anestetico, la iosciamina, attiva sul sistema nervoso centrale, come stimolante e la scopolamina che svolge un’azione sedativa.
Le proprietà benefiche della belladonna sono sedative e anestetiche oltre che stimolanti. Ha un’azione broncodilatatrice e agisce anche come antinfiammatorio, antinfluenzale e accelera il battito cardiaco. Vediamo nello specifico i casi in cui la Belladonna diventa un ottimo coadiuvante naturale.
La medicina tradizionale la utilizza in modo sicuro, in quanto gli alcaloidi presenti vengono estratti e diluiti in preparazioni omeopatiche. In omeopatia il dosaggio raccomandato di belladonna è quello di 3 granuli o 5 gocce; si assume da 3 a 6 volte al giorno in base alle indicazioni del medico omeopata.
Infine, come broncodilatatore, la Belladonna è utile nella cura di asma e bronchite e grazie alla capacità di aumentare le pulsazioni del cuore che ne fanno un ottimo supporto naturale nel trattamento di alcune forme di brachicardia. In campo medico farmacologico, la Belladonna viene utilizzata estraendone i principi attivi che rientrano nella composizione di veri e propri farmaci impiegati nel trattamento di diversi tipi di disturbi, come bradicardia sinusale, nausea, vomito, spasmi del tratto gastrointestinale e del tratto genitourinario, per diminuire le eccessive secrezioni del tratto respiratorio o indurre midriasi necessaria all’esame oculistico.
La belladonna è una pianta molto tossica, diventa perciò decisamnete pericolosa, anche letale, se assunta in maniera non controllata e, per tale ragione, non si dovrebbe utilizzare né direttamente né secondo le forme estrattive tradizionali, bensì sotto forma di estratto titolato e standardizzato, o in formulazioni omeopatiche. In caso di sovradosaggio, gli effetti collaterali, possono essere perdita del controllo psicomotorio, disordini mentali accompagnati da allucinazioni. In casi più gravi possono subentrare ipertermia, secchezza della bocca, tachicardia, tremore, insufficienze polmonari e incoscienza. Indispensabile chiedere il parere del medico o dell’omeopata prima e durante l’uso.
Le sostanze contenute nella belladonna possono interagire con gli antidepressivi, con gli antispastici, con gli antistaminici, con gli anticolinergici, con i neurolettici e con i farmaci che si usano nel trattamento del morbo di Parkinson.