VIDEO Come star bene anche nei momenti difficili

Per farlo non serve lottare, ma adottare un atteggiamento mentale diverso, che veda i problemi come opportunità per evolvere e diventare chi siamo destinati a essere.

Vi parlo del nuovo numero di Riza Psicosomatica, dedicato alle regole pratiche da mettere in campo per superare le difficoltà e smettere di soffrire. Per prima cosa, ricordo che se nella vita non vi capitano mai momenti difficili, dovreste preoccuparvi, perché significa che siete diventati statici, chiusi nelle sicurezze, nel conosciuto. Prima o poi, puntualmente accadrà qualcosa; un episodio, un evento inatteso si incaricherà di mettere in discussione tutto.

Sei quello che provi

In questi casi, scatta sempre un automatismo mentale. "Devo venirne fuori, risolvere il problema. Che cosa devo fare? Devo fare qualcosa!". Una signora mi raccontava:

“Sono partita per un viaggio, nel mezzo di una crisi familiare. Inizialmente stavo bene, poi ho cominciato a pensare che fosse una fuga dai problemi e mi sono colpevolizzata. Non ha funzionato."

Abbiamo dedicato questo numero di Riza al poeta portoghese Fernando Pessoa, grande conoscitore dell’anima, immaginandolo come la nostra guida.

Ecco le sue parole: “Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.”

Tu sei quell’abbandono che stai vivendo, sei la frustrazione che sta arrivando, sei il dolore che stai provando, sei quella persona che non ti piace. Sei proprio quello.

Pessoa aggiunge. “Non serve a nulla viaggiare fino in Cina: se la liberazione non è dentro di me, non la troverò da nessuna parte”.

Accogli la tua ombra

Quando c’è un problema, si sta producendo dentro di me qualcosa che io, soltanto io, devo percepire, conoscere, sentire. “Con questo carattere impulsivo, rovino sempre ogni situazione.” Si deve cambiare il carattere? No. Occorre percepire che dentro di me abita qualcosa di impulsivo, che non ragiona, che è come l’istinto.

Se qualcuno mi dice di essere troppo impulsivo, io ribatto: “Lei si sbaglia. Al contrario, lo è poco. Trattiene spesso la sua impulsività e così la fa esplodere". Puntualmente mi rispondono: “Sì, è vero! Quando esco con qualcuno, mi ripeto che devo trattenermi e non ci riesco mai”.

Al che, concludo: “Forse è più semplice accarezzare la persona impulsiva che sei, occuparsene”. Tutti i disagi che senti altro non sono che lati della tua ombra, di quel che non accetti di te e che invece ti caratterizza.

Non correggere, immagina

A un’altra persona, che si lamentava di aver cambiato mille lavori e di non avere per questo la stabilità tanto ambita, ho detto: "Lei ha mai visto un gabbiano stabile? Se lo diventasse, cesserebbe di essere gabbiano e quindi si allontanerebbe dalla sua natura. Faccia amicizia con quell’instabilità, perché è sua".

Passa del tempo, questa persona mi ricontatta e dice: “Prima ero sempre tormentato da questa instabilità che pensavo rovinasse i rapporti. Ora invece la immagino come un gabbiano che vola e sto meglio".

Trasformare i disagi in immagini non serve a mandarli via ma ad accoglierli come parti di sé.

Solo così se ne vanno spontaneamente e avviene il tuo capolavoro: diventi completo, con la luce e l’ombra. Se accetti la presenza dell’ombra, la guarigione arriva spontanea. A questo è dedicato il nuovo numero di Riza Psicosomatica. Buona lettura!

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