Cercare il silenzio, affidarsi alle immagini e allontanare la mente dalla ricerca delle cause: questo è il segreto del vero benessere mentale
Vi parlo di un nuovo libro, allegato al numero di Riza Psicosomatica che trovate in edicola: Libera la mente dai troppi pensieri. Per farlo, vi narro come mi comporto io quando dei pensieri ricorrenti mi disturbano e mi portano a pensare e ripensare alla stessa tematica. Mi rivolgo "direttamente" ai pensieri e dico loro: "State pure qui con me... adesso chiudo gli occhi e immagino il deserto". Anche ora, mentre vi parlo, lo vedo, pur avendo gli occhi aperti; immagino di camminare nel deserto. Cammino, cammino, cammino... sto lì, in un posto in cui sembra non esserci niente se non dune, sabbia. Un tempo mi spaventava l'idea di questa solitudine desertica, ma oggi indugio sempre di più nella camminata immaginaria, la faccio durare a lungo. Quasi sempre, prima di riaprire gli occhi, vedo un fiore. A volte è il fiore azzurro di una pianta grassa, tipica del deserto; il ristoro di questa immagine è nel silenzio che percepisco. Quando poi riapro gli occhi e ritorno nel reale, i pensieri in genere se ne sono andati.
Tornano alla mente le parole di Jiddu Krishnamurti, celebre filosofo e saggista indiano.
"Guarda che tra i tuoi pensieri, tra un pensiero e l'altro, c'è un silenzio profondo, una sensazione di vuoto, di nulla. La miglior forma di azione è sostare in quel silenzio, produce miglioramenti significativi nella tua esistenza".
Non parlo di miglioramenti nel senso che diventi più forte, più bravo o più intelligente, ma che verrà sempre più facile seguire il tuo percorso, la tua strada. Non siamo abituati a farlo ma non è difficile ed è un modo per "sfruttare" la solitudine come fosse un compagno di viaggio.
Molte persone mi scrivono a causa della paura di stare soli. Ad esempio, un signore mi racconta: "Faccio mille cose per coprire la paura della solitudine." Che cosa dico in questi casi? Senza bisogno di ritirarsi in un luogo chiuso o nascosto, prova a sentire il silenzio mentre cammini. Mentre stai bevendo un caffè, dov'è il silenzio? E mentre guidi? Lo senti il silenzio? C'è sempre, mentre i pensieri sono come foglie al vento, che arrivano e se ne vanno. Quando sono troppi, intorbidano la mente, come un tombino quando è pieno di foglie secche.
Vivendo in un'epoca dominata dal pensiero, ci sembra che senza di loro siamo vuoti, senza niente, persone inutili. "Sapessi quanti pensieri ho...", ci ripetiamo, come se continuando a "pensare i pensieri", potessimo star bene. La cura è la ricerca del silenzio. Lo faccio anche in psicoterapia; cerco col paziente un silenzio desertico mentre lui pensa di dovermi raccontare tutto quello che non va bene nella sua vita, nell'illusione che raccontandolo possa migliorarsi. Il silenzio, il vuoto, il nulla sono risorse che spontaneamente riducono la preponderanza della mente pensante, che quando c'è un problema lo configura in uno spazio fisso, continua a ragionarci sopra e così lo complica sempre più. Non c'è felicità più grande di quella che arriva dal silenzio, che ad esempio a me regala l'immagine del fiore di cui vi ho parlato. Spesso cerchiamo la felicità nelle cose che ci accadono, ma si tratta di gioie effimere, che rapidamente svaniscono. La sicurezza può essere trovata solo da una mente silenziosa, senza i pensieri. Buona lettura.
Il nuovo libro di Raffaele Morelli Libera la mente dai troppi pensieri è disponibile in edicola, allegato a Riza Psicosomatica, o sul nostro store online.
