VIDEO Come conquistare la sicurezza in se stessi

La sicurezza non arriva col pensiero o col ragionamento, ma affidandosi a quel nucleo interiore profondo che custodisce la tua unicità e in ogni istante ti porta al tuo destino

Vi parlo del nuovo numero di Riza Psicosomatica: come conquistare la sicurezza in se stessi. Per farcela, bisogna liberarsi dall'idea che occorra "esplorare" e quindi soffermarsi con il ragionamento sui nostri lati fragili, sugli errori, sulle delusioni patite. Abbiamo bisogno d'altro, di ricordarci del nostro centro, di qualcosa che vive nel profondo dell'anima come un seme sta nella terra, germoglia al momento giusto e fa i fiori. Il nostro centro non vive di pensieri e pertanto non si può uscire dall'insicurezza ragionandoci.

Nasconditi e cerca il centro

Carla mi scrive:

"Mi sento come se la mia vita fosse in totale disordine. I rapporti con gli altri sono un disastro. Sono insicura, indecisa e confusa e vorrei solo nascondermi, come se qualcosa dentro di me volesse solo star nascosto."

Carla ha avuto una felice intuizione: quando arrivano i disagi, dovremmo nasconderci, perché così facendo ci avviciniamo al centro, al nucleo, al nostro Sé, che vive nascosto. Per questo, la psicoterapia non è il luogo per parlare della nostra storia, ma per ricordare che pianta siamo, che cosa ci caratterizza, indipendentemente dai problemi della vita. Abbiamo dedicato l'ultima pagina del numero in edicola a James Hillman, il grande psicoterapeuta allievo di Jung, che in un passo afferma:

"Comunque vada la tua esistenza, c'è qualcosa dentro di te che sta percorrendo la tua strada, per portarti al tuo destino."

Lo dice per liberarci dalle convinzioni che abbiamo su noi stessi e su come dovremmo diventare, per allontanarci dal pensiero comune e soprattutto dall'idea che ciò che siamo dipenda da traumi avvenuti in passato. Mai ragionare su ciò che è accaduto: è accaduto. La vera sicurezza si forma goccia dopo goccia, non rimuginando su quanto successo ieri, ma grazie alla percezione dei disagi che arrivano, quando arrivano.

Come si arriva alla vera sicurezza

Una signora mi racconta:

"Da quando mi sono separata da mio marito, io mi sento persa, eppure ho fatto di tutto per separarmi. In me dev'esserci qualcosa di sbagliato, sono sempre più insicura."

Le ho risposto: "Provi a perdersi per davvero. Quando ha quelle sensazioni, chiuda gli occhi e immagini di essere come in un labirinto senza vie d'uscita." Innumerevoli miti parlano di questo spazio, il più celebre è quello del Minotauro, sull'isola di Creta. Per uscirne, l'eroe Teseo ha uno strumento, il filo di Arianna, che lo guida verso la libertà. Dentro chiunque, c'è un filo molto simile a quello narrato dal mito. La signora continua:

"Uno dei difetti che ho è quello di parlare continuamente dei miei problemi. Poi ci ripenso, mi colpevolizzo anche di questo e sono piena di malessere e insicurezza. Che cosa posso fare?"

Spazzare via tutte le opinioni e i pensieri che hai su di te. Perditi. Ripetiti questa frase, a occhi chiusi: io mi sto perdendo. Come nelle fiabe, non trovi la strada di casa, la via sembra smarrita... ma forse accade perché il centro non vuole le solite strade, vuole che cominci a guardare le cose diversamente. Il nostro centro vuole che ci accorgiamo di quel che facciamo, che prendiamo atto. Ad esempio, come fa questa signora, che raccontiamo troppo di noi. Vuole che ce ne accorgiamo e basta, senza correzioni. Non dirsi altro: questo sguardo, quanto più diventa vuoto, tanto più prepara la trasmutazione.

Vademecum contro l'insicurezza

Come vincere l'insicurezza? Ogni giorno posso scrivermi queste tre cose:

  • Io non ho un progetto
  • Io non mi conosco e non voglio conoscermi
  • Io mi affido a qualcosa di sconosciuto che abita dentro di me

Non devo migliorare né mandar via l'insicurezza. Alla sera, contemplerò solo quanto sono diventato sconosciuto a me stesso. L'insicurezza è riconoscere che sei in viaggio per diventare l'essere che sei, che il tuo passato non esiste più e non tornerà mai più, che sei vivo adesso e che c'è una meraviglia in te che ancora non scende in campo perché sei troppo banale, vuoi assomigliare agli altri, temi di star solo mentre la solitudine è come una divinità interiore che sta preparando la vera sicurezza, distante dai pensieri. Ciò che siamo è fatto di stagioni, di colpi di vento, di mutamenti, mentre noi cerchiamo una sicurezza perenne, irreale, fittizia. L'insicurezza dunque spazza via l'idea che abbiamo di noi. La nostra anima è fatta per produrre le azioni che ci appartengono da sempre, quelle che da bambini compivamo spontaneamente. Ricordarlo non è un'operazione nostalgia, ma il miglior modo per ricontattare quella spontaneità che racchiude la sola vera sicurezza di cui abbiamo bisogno. Buona lettura!

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