Difetti: e se fossero una risorsa?
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Difetti: e se fossero una risorsa?

La cosa peggiore che possiamo fare con limiti e difetti é cercare di correggerli: solo accettandoli potremo realizzarci ed essere autentici e felici

Molte volte nella vita ci troviamo in situazioni nelle quali dovremmo "essere all’altezza" e invece ci sentiamo incapaci, deboli e inferiori, pieni di difetti. Del resto i modelli mentali che inseguiamo ci offrono occasioni quotidiane per farci sentire inadeguati o falliti, e più raramente opportunità per sentirci all’altezza. A volte ci confrontiamo con questi canoni di riferimento collettivi senza nemmeno esserne consapevoli. Ma cosa bisogna fare per non sentirsi più così? Cosa possiamo fare con i nostri difetti? Quando arrivano questi sentimenti negativi, l’unica soluzione è accoglierli, ossia prendere coscienza che il disagio è venuto a trovarci, costatando che questo senso di inferiorità viene da un luogo sconosciuto che non possiamo controllare ma che fa parte di noi.

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I difetti sono alleati che non riconosci

Tutti i nostri disagi dipendono da una sola cosa: la nostra ostinazione di voler far andare le cose in un unico modo. Nessuno di noi vorrebbe provare il senso di inferiorità, ma arriva, e la cosa peggiore che possiamo fare è cercare di mandarlo via. Dobbiamo invece prendere atto che questo sentimento non dipende da noi: viene da un territorio sconosciuto che produce delle cose a nostra insaputa e indipendentemente dal nostro parere. Se dunque arriva il senso d'inferiorità e si manifesta evidenziando i nostri difetti, dobbiamo solo prenderne atto e non sforzarci di cambiare o migliorare, cosa per altro impossibile.

Più cerchi la perfezione, più i difetti s'ingrandiscono

Proviamo pensare che esista un “Dio dell’inferiorità” che a volte scende in campo e ci fa sentire inferiori e pieni di difetti perché si è stancato della direzione che hanno preso le nostre vite. Arrivano l’ansia e la paura e ci sentiamo costretti a ridiscutere tutta la nostra vita e il nostro mondo. Ma vogliamo forse che il nostro seme, che ci manda questa emozione, ce l’abbia con noi? No, è il nostro modello di perfezione che ci fa sentire inferiori. Se un territorio sconosciuto partorisce l’inferiorità, questa è una forza che si sta depositando dentro di noi adesso, che ci "vuole" inferiori e noi ne dobbiamo prendere atto. Non dobbiamo lottare contro il senso di inferiorità ma portarlo per mano, camminando insieme a lui. Il senso di debolezza ci sta curando: all’anima interessa che realizziamo ciò che ci caratterizza, non l’idea che ci siamo fatti di noi. Noi vorremmo essere più forti, mandare via i sentimenti negativi e correggere i difetti, ma così facendo li stiamo riseminando e fortificando perché non stiamo facendo l’unica cosa che serve: prenderne atto e accoglierli. Solo a quel punto se ne andranno, non perché li abbiamo mandati via ma perché li abbiamo riconosciuti. Il lato oscuro che noi ritenevamo debole ci dimostrerà di essere molto più forte di noi.

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