Alla scoperta dei misteri del sogno
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Alla scoperta dei misteri del sogno

Tutti sogniamo, anche se a volte non lo ricordiamo; la mente è sempre attiva quando dormiamo e quest’attività coinvolge aree diverse del cervello.

Nel 1635 il grande scrittore spagnolo Pedro Calderòn de La Barca scriveva che “La vita è sogno": solo l’opinione di un poeta o realtà “neurologica"? Oggi sappiamo che il nostro cervello è caratterizzato dalla capacità di “produrre” continuamente pensieri ed immagini, non può farne a meno, dunque lavora “a pieno ritmo” anche durante il sonno. Tuttavia l’attività notturna non è uguale al pensiero della veglia, e i sogni ci appaiono spesso incomprensibili.

Sogni: alla ricerca del senso

Il linguaggio del sogno usa un codice particolare, chiamato appunto, onirico. Ma i sogni hanno un senso? Un fatto sorprendente è il seguente: molti scienziati hanno dichiarato di avere avuto durante il sonno e quindi in sogno, “le dritte” che li hanno poi portati alla loro maggiore scoperta. Lo raccontò Otto Loewi per la prima intuizione sull’esistenza dei neurotrasmettitori cerebrali che gli valse il Nobel della medicina nel 1936, oppure Dmitrij Mendeleev per l’idea della tavola periodica degli elementi; allo stesso modo il tedesco August Kekulé dichiarò di “aver visto” la struttura chimica esagonale del benzene attraverso una sequenza onirica di serpenti collegati per la coda. Se è stato davvero così, i sogni sono tutt’altro che senza senso.

Tutti sognano, lo dice anche la scienza

Questo è un fatto certo, tutti sognano: alcuni non ne hanno memoria o quasi, alcuni ricordano tantissimo, altri hanno addirittura una memoria fotografica dei loro sogni. Qualche tempo fa è stata fatta una ricerca neurofisiologica per studiare le basi neurali del sogno, confrontando quelli che ricordano e quelli che non riescono. Si è visto che, in coloro che al risveglio ricorderanno, è interessata una specifica area cerebrale, la corteccia frontale, con una specifica frequenza elettrica, mentre in chi poi rammenterà ben poco, la zona cerebrale coinvolta era la corteccia temporale destra. Questo lascia pensare che ci siano dei circuiti attivati in diversa misura in chi è più predisposto a ricordare e chi no.

Esistono sogni più significativi e altri meno

REM indica le fasi del sonno in cui sotto le palpebre è visibile un rapido movimento degli occhi (rem= rapid eye movement). Ma è vero che si sogna solo nella fase REM come per anni ci hanno detto i neuroscienziati? In realtà no, si sogna durante tutta la notte ma la distinzione tra fase REM e non REM ha invece ha una connessione con la qualità del sogno: i sogni fatti in fase REM, infatti, hanno una maggiore narrazione, un racconto più complesso e ampio; i sogni della fase non REM risultano più poveri, più spogli di trama. Attualmente la ricerca sta usando la risonanza magnetica e altre tecniche specialistiche per misurare le strutture più profonde e antiche del cervello, in particolare l’ippocampo (importante “sede” della memoria) e l’amigdala (centro delle emozioni). L’obiettivo è tentare di tracciare la “mappa” dei sogni per comprendere meglio cosa accade nel cervello durante la nostra vita “notturna”.

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