Se imiti non vivi
Tu | fiducia in se stessi

Se imiti non vivi

Cercare il successo nella scia di un modello vincente esterno è una scelta ingannevole che impedisce di scoprire davvero chi sei e tutte le potenzialità che hai...

Voler essere come un personaggio famoso, usare gli stessi modi di un collega di successo, fare le stesse cose o perseguire gli stessi obiettivi di un parente stimato da tutti. In pratica: assomigliare il più possibile a questa persona, almeno nell’ambito considerato più importante. E poi magari, qualora si sia raggiunto l’obiettivo, superarla, fare ancora meglio di lei, al fine di sentirsi appagati e realizzati. È questo lo schema di chi vive in preda a un forte spirito di emulazione, oggi sempre più fomentato dai tanti modelli di status proposti dai media.

No alle scorciatoie ingannevoli
Si tratta di un meccanismo psichico naturale durante l’infanzia, poiché aiuta l’apprendimento, e frequente nella prima adolescenza, allorché partecipa alla formazione della personalità. Sappiamo tutti che da piccoli e da ragazzi si può essere facilmente influenzati da coetanei o da persone più grandi, con una personalità “forte” o qualche caratteristica molto marcata. E ciò può avvenire anche in senso negativo. Si possono imitare anche personaggi della fantasia, eroi cinematografici, o individui pessimi (talora persino delinquenti) che, con le loro capacità manipolatorie o con un fascino perverso, inducono a scelte o a gesti sbagliati. Con la fine dell’adolescenza la tendenza a emulare dovrebbe svanire, soppiantata dall’affermazione della propria personalità. Ma a volte ciò non accade: alcuni continuano a imitare, a scimmiottare, e impostano la loro vita su fascinazioni continue.

Chi somiglia non è
Il motore del loro agire è il voler assomigliare: si guardano intorno, individuano chi viene ammirato (nell’ambito che interessa) e dicono fra sé: "Quella è la strada giusta, devo fare come lui, devo essere così". Ma questa, che dovrebbe essere una scorciatoia, si rivela spesso ingannevole: alla grande fatica fatta per emulare può corrispondere un fallimento, o una soddisfazione evanescente che, non basata su desideri autentici, chiede subito un nuovo modello da imitare, in una “corsa” nella quale la propria interiorità ristagna nell’illusione del cambiamento. Se realizzarsi significa “rendersi reali”, cioè essere davvero se stessi, non è l’emulazione la strada giusta. Bisogna tirare fuori la propria originalità e agire in sintonia con la nostra essenza. Non ci sono scorciatoie.    

Ma serve studiare le virtù altrui

Impara ad ammirare
Notare le qualità positive di altri aiuta ad apprendere cose nuove e a integrarle in se stessi. Imitarle non serve: osservale, apprezzale e poi adattale, ma solo se servono al tuo modo di essere e alle tue esigenze.

Specchiati nei bambini
Osserva i bambini che giocano: li vedrai imitare voci e atteggiamenti dei compagni più grandi o di eroi della fantasia, e noterai che l’emulazione in loro è naturale mentre in un adulto è visibilmente infantile.

Attiva percorsi autonomi
Se sei troppo emulativo, fai qualcosa (esperienze, corsi, viaggi, hobby, incontri) che non abbia nulla a che vedere con la persona idealizzata. Sarà più facile far emergere te stesso senza il continuo confronto con essa.

Riduci la competizione
Evita per un po’, almeno nel tempo libero, le situazioni in cui c’è da competere, da gareggiare, da paragonarsi con il valore altrui, perché possono scatenare la tendenza all’emulazione. Ad esempio fai uno sport in scioltezza, senza dover vincere a tutti i costi.

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