Il cervello è il nostro legame più immediato con le energie della natura, che "scorrono" dentro di noi muovendosi come le onde di un oceano. Come i rami di una pianta, il cervello sa orientarsi da solo verso la luce. Quando ne attiviamo l'innata creatività, il cervello è in grado di guidarci naturalmente e senza sforzo verso ciò che ci fa star bene. Come è possibile? Alla base di questo processo c'è il concetto di pensiero laterale, teorizzato da Edward De Bono, scrittore maltese considerato una delle massime autorità mondiali nel campo del pensiero creativo, già professore a Cambridge, Oxford, Harvard, Londra.
Che cos'è il pensiero laterale?
La capacità innata di usare le energie della natura
Il pensiero "laterale" fa appello a capacità più profonde del cervello. In presenza di un evento difficile o doloroso, non mi concentro sul problema cercando di "capirlo", ma ne ascolto le risonanze emotive, senza giudicarle. Cosa provo? Accolgo le emozioni, le lascio arrivare senza commenti. Poi l'attenzione, spontaneamente, si distoglie, si distrae: osservo il mondo, ne ascolto i suoni e i rumori... Lascio affiorare in modo spontaneo un ricordo, un'immagine... scatta il lampo e un'associazione di idee... Pur sembrando meno diretto, in realtà arriva alla soluzione prima e meglio: il cervello, libero dai soliti schemi mentali, ritrova il legame con le forze naturali e fa scattare intuizioni risolutive.
Il pensiero "verticale" blocca il cervello con una catena di perché
Il pensiero "verticale" consiste nella ricerca ossessiva di spiegazioni, cause e soluzioni per via "razionale". Ad esempio: scopro che un collega parla male di me, o temo che il partner mi tradisca? La mia mente è sopraffatta dal problema: cerco di capire perché è successo, di chi è la colpa, chi ha sbagliato... Affiorano rimpianti, rimorsi, rancore. Ma non ne vengo a capo. Allora cerco una soluzione, col risultato che nessuna mi soddisfa: «Devo agire. No, è meglio aspettare. Mi vendico. No, faccio il superiore. Forse devo chiedere consiglio. No, me la devo cavare da solo...». Si innesca un percorso tortuoso di considerazioni che non risolvono il problema ma lo amplificano, fino a trasformarlo in una palude.
Lascia libero il tuo cervello
Occorre semplicemente star lontani dalle elucubrazioni, dal farsi troppe domande, dal chiedersi il perché di ciò che è accaduto, dal cercare spiegazioni. Questa è la parte superficiale, logica e deduttiva del cervello. Utile in certi casi, ma non quando abbiamo a che fare con noi stessi. Nel suo nucleo più profondo il cervello non funziona così: agisce per associazioni inaspettate, per immagini che sgorgano spontanee mettendo in luce nessi prima invisibili. Risolve i problemi non "concentrandosi", come in genere si crede, ma "distraendosi" e lasciando che le immagini si producano spontaneamente. Sono loro a guidarci alla meta.
Al cervello serve distrarsi: così risolve i problemi
I concetti di "pensiero verticale e laterale", si devono - come abbiamo poc'anzi ricordato - al lavoro di Edward De Bono, autorità nel campo delle ricerche sui meccanismi della mente. De Bono ha chiarito che il pensiero razionale ("verticale") è troppo rigido e non è adatto a risolvere problemi complessi. Se si affronta un problema solo attraverso la ragionrew si ottengono risultati corretti ma limitati dalla rigidità dei modelli logici tradizionali. Soluzioni innovative si affacciano solo quando si rompono gli schemi: ad esempio rovesciando i dati, partendo da lontano invece che da vicino, usando associazioni di idee, unendo ipotesi diverse tra di loro. Solo questo approccio "laterale", secondo De Bono, è veramente creativo.