Raffaele Morelli: Dove ti vuole portare il cuore?
L'aiuto pratico

Raffaele Morelli: Dove ti vuole portare il cuore?

A volte batte all’impazzata e non sente ragioni, anche se i medici dicono che è tutto a posto. Ma lui sa che farsi sentire è il solo modo per spezzare la cappa di pensieri in cui siamo immersi e renderci felici. E batte più forte!

Mi sono capitati tanti casi di tachicardia, tanti cuori che “battono all’impazzata”. In genere queste persone vengono da me dopo aver fatto tutti i controlli possibili dal cardiologo e non aver scoperto alcuna causa organica, perché è l’inconscio a spingere il cuore verso l’accelerazione come se volesse scappare via. Non da qualcuno o da qualcosa, ma da loro stesse. Ho avuto in cura alcune donne che ne soffrivano e tutte, come Maria che mi scrive questa e-mail, volevano capire. Ma ragionare sui disagi non porta a stare meglio.

«Ho delle tachicardie violente, quando arrivano perdo il controllo e vivo nel terrore che succeda qualcosa al mio cuore, mi capitano spesso quando ho paura che succeda qualcosa a me o a chi amo. Il battito diventa così forte e violento che sembra un tamburo. E non capisco più nulla. In quel momento ho paura di morire e non riesco a reagire. Ho letto tanti libri, ma vivo cercando di capire cosa dentro mi provoca ciò e con la paura che il mio cuore abbia qualcosa che non va. Così mi auto-limito per paura di creare danni. Ho provato di tutto, veramente, dalla psicoterapia a qualsiasi cosa in campo energetico. Ma mi sento imprigionata. Sento qualcosa dentro di me che vorrebbe uscire ma non so cos’è, non so perché lo tengo imprigionato».

raffaele morelli

Vuoi ricevere in anteprima gli articoli del dott. Morelli?

Iscriviti alla newsletter di Raffaele Morelli: ogni giovedì riceverai un articolo del dott. Morelli, da leggere comodamente nel corso del weekend.

ISCRIVITI ORA

Bisogna solo accogliere

Quando il cuore soffre di disturbi psicosomatici, la cosa più importante da fare è creare dentro di sé uno stato di accoglienza. Se questo vale per tutti i disagi, nella tachicardia vale ancora di più. Le parole da dirsi quando arriva sono: «Io non mi oppongo, lascio fare al mio cuore, mi porti dove vuole lui».

Ricordo un gruppo che conducevo alcuni anni fa in Piemonte, c’erano due signore che ne soffrivano: entrambe si ricoveravano 2-3 volte al mese per le crisi tachicardiche. Facevo loro accogliere “il cuore che batteva all’impazzata”: all’inizio erano spaventatissime, ma lentamente arrivarono, nell’arco di qualche mese, alla guarigione completa. Entrambe volevano capire che cosa succedeva in loro, ma non c’era niente da capire. C’era da accogliere.

Spesso i disagi psicosomatici sono la soluzione, se si ha il coraggio di trattarli come compagni di viaggio, come “amici dell’anima” che ci vogliono aiutare a tornare al centro di noi stessi, ad attivare capacità, talenti, modi di essere che abbiamo sepolto dentro di noi.

Sei molto più di ciò che credi di Raffaele Morelli

Quando sei indecisa su cosa fare, ascolta il cuore. Scopri come nel libro Conoscere e gestire le emozioni: una guida pratica per imparare a superare i momenti difficili senza farsi travolgere.

ACQUISTA ORA

Ascolta la Dea Guerriera

Il cuore è per l’inconscio il centro della vita affettiva, sentimentale, emotiva. Chi soffre di tachicardia crede di avere un nemico: il gelo, l’indifferenza, la freddezza, che cerca di rimuovere, di allontanare da sé. A una mia paziente gli attacchi sono passati quando ha accettato che poteva essere «fredda, gelida, nei confronti di una madre invadente». Il suo cuore voleva scappare via, accelerando i battiti, dalla sua mentalità per la quale invece doveva essere sempre gentile, affabile, dolce con sua mamma e con gli altri.

Mina, una signora di 40 anni, è guarita perfettamente accogliendo la tachicardia sempre di più: i ricoveri notturni al pronto soccorso si sono diradati, fino a scomparire. Immaginava a occhi chiusi una Dea Guerriera tiranna, gelida, violenta, che la proteggeva dalle persone invadenti che lei detestava e con cui invece assumeva un atteggiamento affabile e gentile, per «non scontentarli e per non ferirli».

Il cuore non vuole essere ingabbiato da un atteggiamento mentale troppo formale, che ci obbliga a essere accomodanti, ad avere i sentimenti che si dovrebbero provare secondo le convenzioni. I rifiuti, la freddezza, la spontaneità, l’aggressività, sono sentimenti naturali dell’anima, così come il desiderio. A volte ci obblighiamo a fare quello che dicono i nostri pensieri, i nostri ragionamenti, non la nostra affettività. Così il cuore impazzisce.

Segui la Guida Innata

Sentite ancora Maria:

«Ho sempre avuto paura di andare dal dottore non per quello che potesse farmi, ma per timore che mi dicesse che qualcosa non andava. Fino a che, da tre anni a questa parte, la paura è diventata assurda. Ho finito una relazione e da quel momento ho cominciato a percepire tutto in modo amplificato. Qualsiasi sensazione del mio corpo mi crea paura, se un famigliare sta male il mio cuore impazzisce, se devo andare da un dottore diventa una mitraglia, e non parliamo di quando ho un impegno di lavoro, io che sono sempre stata una persona razionale e controllata. Da qualche anno mi affascina tutto ciò che è mistico, amo il Reiki, le carte, amo fare radioestesia. Ma sento che c’è qualcosa che mi frena dall’essere del tutto istintiva, sono frenata anche nella mia femminilità, controllo tutto. E anche quando ho un rapporto penso sempre al battito, è diventata un’ossessione, arrivo anche a 180 battiti».

Perché il cuore impazzisce? Perché diventa concitato? Perché vengono soffocate la propria spontaneità, la propria naturalezza. Perché accogliere il disturbo? Perché nei disagi è già presente la soluzione.

Blocco il gelo interiore? Mi dico che devo essere controllata? Che non devo perdere la testa? Che non devo lasciarmi andare a letto? Mi arrabbio e tengo tutto dentro? Ebbene, la mia Immagine Interiore, la mia Guida Innata non può esprimersi e con la tachicardia esce dalla gabbia mentale in cui l’ho costretta. Esce come un fiume in piena, vuole scappare da me, dalle mie restrizioni mentali rigide, dai miei ragionamenti che mi vogliono perfetta, controllata, dolce, carina, accondiscendente.

Come ha sottolineato Maria nella sua e-mail, chi soffre di tachicardia non lascia spazio a interessi e passioni che vogliono venire alla luce. Pensate che una di quelle signore del Piemonte che è guarita, mi manda ancora messaggi sul Taoismo, sul pensiero dei Sufi, sulle religioni antiche. Prima della tachicardia non aveva la minima idea di questi interessi. Lei no, il suo cuore agitato sì.

Vuoi raccontarci la tua esperienza, i tuoi dubbi, i tuoi successi? Manda una mail a raffaele.morelli@riza.it

raffaele morelli
Psichiatra e Psicoterapeuta. Fondatore e Presidente dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, Direttore responsabile delle riviste Riza Psicosomatica, Dimagrire, MenteCorpo.
TAG
VMRIZANATIVESPONSORED
APPROFONDISCI
Riza Relax
Riza Relax
CONSIGLIATO PER TE
Riza Psicosomatica
Riza Psicosomatica

È il mensile di psicologia che aiuta a occuparsi di sé per vivere bene e migliorare la qualità delle nostre relazioni.

VIDEO
VIDEO Come vivere senza pesi mentali
Iscriviti alla newsletter RIZA e ricevi notizie e suggerimenti per prenderti cura di te!
Test della settimana
Test della settimana
Quanto sei ansioso?