Raffaele Morelli: Ama il tuo lato oscuro, anche se non ti piace
L'aiuto pratico

Raffaele Morelli: Ama il tuo lato oscuro, anche se non ti piace

Temiamo gli attacchi di rabbia perché pensiamo siano nemici della calma interiore. In realtà sono la nostra parte vitale: guai a reprimerli! Se lo facciamo, finiamo per ammalarci.

Mi scrive Romina:

«Lei ha perfettamente ragione quando dice che noi siamo persone doppie. Vede, io sono molto tradizionale, ho 41 anni, sono sposata e ho due figli adolescenti. Faccio un lavoro tranquillo di ragioniera e in famiglia andrebbe tutto bene se non fosse che faccio ogni tanto delle sfuriate, a volte per motivi banalissimi. Urlo, grido e dico cose che non penso: mio marito subisce e non reagisce, è una vittima. Vorrei tanto smetterla con questa rabbia, che è più forte di me e che arriva quando meno me l’aspetto. Non mi piace questo lato di me, perché rovina il rapporto con gli altri».

La psicologia del Doppio è antica come il mondo. Le generazioni precedenti alla nostra, davano alle persone un soprannome: era un modo per valorizzare certe caratteristiche, ma anche per rendere espliciti i difetti. Provi, cara Romina, a chiamarsi con due nomi: quello della donna tradizionale, immaginiamo che sia per esempio Ada, mentre quellorabbioso, che perde la testa per un nonnulla, potrebbe essere Lucia. Naturalmente io scelgo i nomi a caso, mentre lei sicuramente li sceglierà in base a una affinità che sente per un certo suono o per un altro.

Dare un nome a ciascuno dei due volti della personalità serve per riconoscere la presenza degli opposti dentro di lei. Cosa sarebbe la nostra vita se non fossimo doppi? Finiremmo per percorrere un’esistenza unilaterale: per esempio l’essere moglie e mamma tradizionale di Romina sarà più o meno uguale per anni e anni. In realtà, il sopraggiungere della rabbia e dell’ira “anche per motivi banali” rompe tutti gli schemi, rimette in discussione la relazione matrimoniale, ricorda da un momento all’altro che essere solo la mamma per i suoi figli adolescenti finisce per soffocare la sua anima.

raffaele morelli

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Ricordo una mia paziente, Marta, di 34 anni, che era venuta ai gruppi del giovedì e che raccontava di soffrire di una grave forma di herpes, che la colpiva in quasi tutto il corpo e che si manifestava con dolori lancinanti, che la portavano a ricoverarsi in ospedale almeno una volta al mese. Le ho chiesto come fosse il suo carattere e mi ha risposto: «Adesso molto tranquillo».

Raffaele: «E prima, quando era più giovane?».

Marta:

«Fino a pochi anni fa, diciamo fino ai 30 anni, ero una belva insopportabile, un vulcano, perdevo la testa per qualsiasi cosa mi dicessero che secondo me non andava bene. Insomma la mia era una vita invivibile. Poi, dopo aver sperimentato la fine di molti rapporti a causa del mio carattere, sono diventata tranquilla, calma, non mi arrabbio più».

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Ho pensato che quel rossore sulla pelle, i pruriti e i dolori lancinanti fossero la rappresentazione simbolica della “donna guerriera” che abitava dentro di lei e che negli ultimi anni era stata soffocata. Le ho consigliato di immaginare se stessa con la rabbia, trasformandola in un’immagine, per esempio dell’eroina che combatteva contro i draghi o contro i mostri, e che a lei piaceva molto.

Il potere delle immagini è immenso e soprattutto può raccogliere le parti di noi che abbiamo escluso dalla nostra vita psichica cosciente. Ma una cosa bisogna imparare: il lato di noi che non ci piace, che magari fa anche dei danni, appartiene al Doppio che vive dentro di noi. Spesso pensiamo che il Doppio sia un folle che, come nel caso di Romina, perde la testa per niente e costringe le persone vicine a soffrire. Ma la mia esperienza di psicoterapeuta e di psichiatra mi ha portato a vedere che quello che noi chiamiamo il nostro lato sbagliato spesso la sa più lunga di noi e vede oltre.

Nel caso di Marta, la rabbia inespressa era diventata una malattia, mentre spesso, quando compariva, metteva in discussione e rompeva relazioni affettive che poi la realtà dimostrava essere molto pericolose. Insomma, gli attacchi di rabbia la sapevano più lunga di lei… e la donna guerriera la salvava da rapporti che minavano la sua identità più profonda.

Quante persone vengono in psicoterapia per cambiare il loro “brutto carattere”, cercando di sopprimere quel lato di sé, “il Doppio”, che disturba la loro visione della vita, delle relazioni? Vorrei dire a Romina che spesso le persone che abbiamo vicino e che recitano il ruolo delle vittime nei confronti della nostra rabbia, sono proprio quelle che la scatenano con atteggiamenti mentali provocatori. Forse suo marito le scatena l’aggressività per rompere il suo atteggiamento troppo razionale, troppo controllato. In un’altra parte della lettera, Romina mi dice che «lui non ha mai un sussulto, non perde mai la testa, non si lascia mai andare e anche a letto è molto controllato, così i nostri rapporti sono diventati sempre più sporadici».

Dobbiamo aver cura dei lati che non ci piacciono della nostra personalità: solo così diventeranno amici dell’anima. E ci condurranno verso la nostra completezza. Come ricordava Eraclito: “Il carattere è il nostro destino”. E presenta sempre luci e ombre, entrambe necessarie

Vuoi raccontarci la tua esperienza, i tuoi dubbi, i tuoi successi? Manda una mail a raffaele.morelli@riza.it

raffaele morelli
Psichiatra e Psicoterapeuta. Fondatore e Presidente dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, Direttore responsabile delle riviste Riza Psicosomatica, Dimagrire, MenteCorpo.
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