Sono sempre distratto: perché?
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Sono sempre distratto: perché?

Perdere le chiavi, scordare un appuntamento, inciampare e farsi male: quando la distrazione è al culmine, aumentare il controllo non serve, ma...

Poche caratteristiche della mente umana sono ambivalenti quanto la distrazione. Da un lato, può rivelarsi dannosa e pericolosa: basti pensare a quella che causa incidenti d’auto o sul lavoro. Dall’altro la distrazione può essere un prezioso indicatore di qualcosa che non riusciamo a riconoscere di noi stessi e, al contempo, può costituire uno strumento di rottura, capace di aprire a nuove soluzioni o a nuovi orientamenti. Quel che è certo è che, nonostante i tentativi di controllo che ognuno di noi fa, una piccola quota di distrazione prima o poi si palesa.

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Ci sono periodi nei quali capita di distrarsi continuamente: ci dimentichiamo appuntamenti, perdiamo le chiavi di casa o i documenti, inciampiamo in un ostacolo che non abbiamo visto, oppure ci dimentichiamo un anniversario, una promessa, una parte di discorso preparato. La distrazione, in questi periodi, può annidarsi ovunque e non riusciamo a bloccare questa tendenza. Anzi, più ci impegniamo a gestire e a controllare, più le disattenzioni aumentano. Ma quando accade non è mai senza motivo. C’è qualcosa, o anche più di una cosa, che spinge la nostra mente, per un istante, ad assentarsi, a tralasciare, a trascurare…

La distrazione va ascoltata...

Dietro molte distrazioni, c’è qualcosa che può essere descritto con queste due parole: disordine interiore. Accade quando ci trasciniamo nella vita avendo una certa confusione sulle priorità da seguire o senza aver ben chiare le finalità che stiamo perseguendo. In questi casi, se ci fermiamo a riflettere, noteremo che stiamo annaspando dietro le cose da fare, assorbiti e insoddisfatti. Spesso siamo animati da un eccessivo senso di responsabilità, da una difficoltà a dire di no, che nell’insieme creano sovraccarico e stanchezza mentale. La distrazione arriva quindi per aiutarci, per salvarci.

Ma da cosa vuole salvarci? Da qualcosa che non fa per noi o che non eseguiamo a modo nostro. Fare un certo lavoro o farlo in “quel” modo, stare in una certa relazione o starci in “quel” modo, seguire un certo stile di vita, sottoporsi a doveri lontani dai propri gusti, dalla propria indole. Perciò, anche se sul momento ci danneggia, la distrazione ci sta facendo dire quei no che non riusciamo a pronunciare: in pratica boicotta una strada per aprirne un’altra, più sentita, più vera. Certo non la indica: siamo noi a dover prendere al balzo questo periodo ad alto tasso di distrazione e a doverlo trasformare in uno spazio dove possono arrivare nuove intuizioni, idee e progetti…

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Osserva le tue distrazioni
È sempre fondamentale porsi qualche domanda: a che cosa non riesci a dire di no? C’è qualcosa che non ti interessa per nulla? C’è una parte di te che sta altrove? E se sì, dove? Sei molto stanco ma non vuoi o non puoi mollare? Rispondere può essere la chiave per dare una svolta a questo periodo.

Fermati a riflettere
Se ti trovi in un periodo di grande distrazione, non continuare a giustificarti con te stesso o con gli altri e non lamentarti. In silenzio, con serietà, impara la lezione: è necessario spezzare l’automatismo di gesti, azioni, ruoli in cui sei calato e ritrovare il tuo baricentro. La vera presenza non viene dallo sforzo ma dal vivere naturalmente in asse con il proprio mondo interiore.

Cambia velocità di vita
Spesso la distrazione si associa a una velocità sbagliata con cui si affronta la vita quotidiana. può essere troppo elevata oppure troppo bassa: in entrambi i casi l’attenzione si riduce. Serve un ritmo più vicino alle proprie caratteristiche, nel quale poter essere spontaneamente presenti, lucidi, “tutti lì”. Individua la velocità più adatta a te e fai il possibile per non abbandonarla.

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