Se la famiglia diventa un concentrato di doveri, la coppia... scoppia! Occorre portare il divertimento anche dentro casa e portare noi stessi un po' più fuori
I propri spazi: se ne parla tanto spesso che si sono trasformati in un luogo comune e quando li evochiamo quasi ci scappa un sorriso ironico, come di chi sa che sta dicendo qualcosa di ridicolo proprio perché inflazionato. Eppure, dietro a una crisi di coppia, salta sempre fuori la questione dei "propri spazi": chi li deve ritrovare perché li ha immolati all'altare della vita da genitore; chi li deve difendere in vista di un matrimonio o dell'arrivo di un figlio; chi li deve scoprire per la prima volta dopo un'esistenza tutta dedita prima alla famiglia di origine e poi al partner (o a entrambi). Ma che cosa sono questi spazi all'interno della coppia? Beh, sembra un paradosso ma innanzitutto non sono spazio, ma tempo: tempo da dedicare a se stessi, i cosiddetti "momenti solo per sé". Tuttavia è proprio il modo di intendere questo tempo a creare in diversi casi ulteriori problemi a una coppia già in difficoltà.
Da un lato non c'è alcun dubbio che avere il proprio spazio in una vita di coppia, con o senza figli, è un diritto inalienabile. Coltivare interessi o passioni, percepirsi "come individuo" e non solo come membro di una coppia o di una famiglia, avere una dimensione personale che non sia necessariamente condivisa col partner, sono aspetti indispensabili al benessere di ognuno e uno stare insieme che non li preveda, rischia di porre da sé le basi per la sua inevitabile crisi. Dall'altro lato però c'è la voglia e la necessità di condividere, che è la base di ogni legame di coppia: condividere tempo, impegni, progetti, eventi, emozioni, vita domestica, educazione e rapporti con i figli. Ebbene, sembra che oggi molti si sentano schiacciati, imprigionati, logorati da questa dualità, in un dilemma che non riescono a risolvere e che suona più o meno così: «Come posso mantenere i miei spazi se devo condividere tutto con la persona che amo?».
Esiste anche una tendenza a sposarsi e a fare figli per poi scindere letteralmente in due la propria vita: bravo genitore e bravo partner a casa (cosa che in breve porta a identificare la vita in coppia come una "rottura"), che cerca un "gran recupero" di libertà e di svago in attività extrafamiliari (cosa che in breve fa identificare tutto ciò che non è condivisione col partner come qualcosa di esotico e di desiderabile).
Ma il modo per stare bene insieme c'è. Servono tre elementi: la conoscenza di noi stessi, che ci tiene centrati su ciò di cui abbiamo davvero bisogno; la lealtà, che ci induce a non indossare maschere col partner; e la fermezza, che non ci faccia ripiegare nel tempo abbandonando quella dimensione personale che ci fa tanto bene. Il tutto però può funzionare solo se, di base, viene mantenuto un dialogo costante col partner; soltanto così i "propri spazi" danno linfa e rinnovano la relazione di coppia, ed evitano la creazione di quel "mondo separato e parallelo" che, se abusato, sempre più spesso disgiunge i due partner fino a renderli due estranei nella stessa casa.
Non abusare
Non prenderti i tuoi spazi per farti gli affari tuoi lasciando al partner le mille incombenze quotidiane
Non rinunciare
Non accontentarti di minuscole concessioni, come se il tuo tempo fosse di proprietà altrui.
Il tuo spazio è un tuo diritto
Se ti prendi del tempo per te, metti al bando i sensi di colpa e goditelo pienamente.
Non escludere l'altro
Il partner ha diritto di chiedere dove sei stato e cosa hai fatto, anche se non deve fare interrogatori.