La bocca parla anche senza parole
Comunicazione

La bocca parla anche senza parole

Smorfie e movimenti di questa parte del volto comunicano ad un occhio attento emozioni e sentimenti di cui a volte non riusciamo a parlare direttamente

Affacciarsi sulla “dimensione della bocca” significa calarsi nel mondo del piacere legato ai sapori della materia e ai sapori delle relazioni. La bocca è l’organo dove duro e morbido sono trionfalmente vicini e l’uno è indispensabile all’altro, dove il cibo viene accolto e assimilato. Ma è anche uno spazio del volto in cui bugie e verità, rabbia, insicurezza o invidia e gioia sono leggibili o intuibili al di là di quel che si dice con le parole. La bocca è un organo dalla duplice “collocazione simbolica”: da un lato è porta di ingresso della materia-cibo e in questo senso giudice insindacabile di ciò che ci piace e non  ci piace. Dall’altro, per composizione cellulare della sua mucosa e per le terminazioni nervose che arrivano alle labbra, è un organo simbolicamente molto vicino alla vagina e quindi alla sfera della sensualità e del piacere erotico. I suoi atteggiamenti sono un libro aperto che rivela il nostro carattere e le nostre intenzioni. Il “gesto” della bocca che maggiormente si presta ad essere letto secondo differenti sfaccettature è il sorriso. Il famosissimo ed enigmatico sorriso della Gioconda di Leonardo ne è l’emblema: apparentemente semplice ma decisamente non interpretabile in maniera univoca.

Quattro sorrisi che non lasciano dubbi

  1. Il sorriso imbarazzato: nasconde il dolore per fingersi forteÈ intermittente e dà la sensazione di potersi tramutare in un pianto da un momento all’altro. Rappresenta lo sforzo intenso che un individuo compie quando è stato ferito, quando gli è difficile contenere il dolore, ma non si permette di mostrarlo per timore di risultare troppo debole. Oppure è il segnale di chi, colto in fallo, cerca di conquistarsi il perdono dell’altro.

     
  2. Il sorriso falso: simula emozioni che in realtà non provaSua particolare caratteristica è la mancanza di “corrispondenza gioiosa” a livello oculare. I muscoli orbitali, infatti, rimangono immobili. Raffigura la premediata decisione di simulare un’emozione positiva che in realtà non si prova. Può mascherare invidia, vigliaccheria o semplicemente un adeguamento compiacente nei confronti degli interlocutori.
     
  3. Il sorriso aggressivo: si mostra pronto a sfidare il nemico
    In questo caso le labbra risultano “tirate”, spesso sino a scoprire i denti. È il sorriso feroce di chi si preparar ad attaccare, spinto dal desiderio di rivendicare giustizia o vendetta. In questo caso tutta la muscolatura facciale si adegua all’emozione disegnata dalla bocca: occhi, fronte, e naso raccontano all’unisono tutta la voglia di andare incontro al nemico.
     
  4. Il sorriso sincero: esprime l’armonia che si gode con noi
    Anche in questo caso la mimica facciale ci aiuta a comprendere l’emozione disegnato delle labbra. È il sorriso largo, rilassato che ci parla della disponibilità dell’interlocutore nei nostri confronti, della sua benevolenza o dello stato di armonia e benessere che sta vivendo a contatto con noi. Non a caso è tipico dei bambini piccoli, che ridono “con tutta la faccia”.

Mordersi le labbra: il tarlo del dubbio non dà tregua

Mangiucchiarsi, mordersi le labbra, mette in evidenza uno stato di indecisione, un rimuginare su qualcosa ce non ci è ben chiaro, che non abbiamo ancora giudicato giusto o sbagliato. Il dubbio rende evidente torturando l’organo predisposto alle “dichiarazioni”.

Coprirla con la mano: è la vergogna di se stessi

Portare la mano al volto a coprire la bocca è il tentativo di nascondere ciò che stiamo dicendo. Forse per vergogna o timore di ciò che con le nostre parole stiamo rivelano o più semplicemente per non tradirci mentre stiamo…mentendo!

Bocca storta: un disappunto che arrivo fino al disgusto

La bocca storta è invece l’espressione del nostro disappunto, la non approvazione verso quello che l’interlocutore sta dicendo o facendo. Può esprimere addirittura il disgusto e il disprezzo verso qualcosa che riteniamo esecrabile. 

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