I capricci della sera
Vita in famiglia

I capricci della sera

Cosa fare per sopravvivere quando al rientro a casa il nostro bambino fa i capricci e ha dei comportamenti aggressivi

I capricci del rientro

I genitori rientrano a casa dopo una giornata di lavoro, varcano la soglia stanchi ma desiderosi di rivedere il loro bimbo e invece... Bastano pochi attimi e si ritrovano in balia di un piccolo tiranno, capriccioso e intrattabile che urla e piange per qualsiasi cosa. È una scena che molti genitori di figli che frequentano la scuola materna conoscono bene, tanto da vivere il ritorno a casa come un piccolo incubo. Eppure, dicono la tata o i nonni, fino a un attimo prima giocava beatamente ed era il bambino più tranquillo del mondo! Perché accade? E come superare quella tipica "sindrome della prima mezz'ora"? Sì perché quasi sempre, dopo una prima fase di fuoco e fiamme, il bimbo si calma e torna trattabile. Basta saper attendere ed evitare comportamenti controproducenti che stimolano ancora di più la sua rabbia.

Perché fanno i capricci al rientro dei genitori

Il più delle volte si interpretano questi capricci come una sorta di "ripicca", come se il bambino volesse inconsapevolmente far scontare ai genitori tutte quelle ore in cui lo hanno lasciato alle prese con maestre e compagni non sempre "amichevoli". Il fatto che la scena si verifichi più spesso con bimbi piccoli, che devono ancora ambientarsi nei nuovi "territori" e abituarsi a non avere la mamma sempre al loro fianco, indica tuttavia che sono in gioco fattori emotivi profondi. I genitori rappresentano infatti il centro emotivo della vita del piccolo: tutto ciò che è rimasto compresso durante il giorno trova proprio con loro una naturale valvola di sfogo. Al genitore tocca quindi l'obbligo di fare da contenitore di piccole e grandi ansie, di cui probabilmente non sono direttamente la causa, ma che nel bambino, privo di filtri e di strumenti di elaborazione, trovano solo con loro lo spazio adeguato di espressione attraverso i pianti e i capricci scatenati da eventi del tutto occasionali. Per rendere vostro figlio più sereno ed evitare di essere "travolti" tutte le sere, vi sono degli accorgimenti da mettere in pratica sul momento, e un clima generale da instaurare.

Per tranquillizzarlo quando fa i capricci

Quando il bimbo è in preda a un vero e proprio attacco di capricci che ci pare immotivato, la cosa migliore da fare è... non fare niente. Occorre cioè lasciarlo sfogare, cercando di interferire il meno possibile, ovviamente impedendogli di fare cose che possono danneggiare lui o gli oggetti intorno a lui. Riprenderlo, cercare di costringerlo con la forza a fare qualcosa che si è impuntato di non fare, sgridarlo, ribadire sul momento regole e obblighi, o al contrario correre ai ripari con dolcetti o giochi per sedarlo: sono tutti comportamenti inutili che scatenano ancora di più la sua rabbia. Lasciatelo nel suo brodo "ignorandolo" per alcuni minuti, avvisandolo semplicemente che non approvate quello che sta facendo e che aspettate che lui lo capisca da solo. Se l'ambiente familiare è sano, se vi sono regole chiare e percepite, vedrete che dopo pochi minuti di isolamento le urla si abbasseranno e il bambino spontaneamente cercherà di nuovo un ambito affettuoso in cui sentirsi accolto e protetto.

Un pupazzo all'asilo lo aiuta a essere più autonomo

Ci sono poi accorgimenti più generali che possiamo adottare al di là del momento specifico del capriccio. La separazione dai genitori fa parte della crescita di ogni bambino, ma deve avvenire a piccoli passi;  per far si che ciò avvenga, è fondamentale, come dice John Bowlby, grande studioso di etologia, che il piccolo abbia alle spalle una "base sicura", ovvero porti sempre con sé nella mente una mamma e un papà che lo proteggono e che gli sono vicini. Per questo lasciategli portare all'asilo o alla materna un oggetto da custodire che gli ricordi il calore e l'affetto dei suoi cari, come l'orsetto con cui dorme abitualmente o un fazzoletto con il profumo della mamma che rendano l'ambiente più familiare. Questo può aiutarlo a vivere la separazione con più serenità.

Diamogliela vinta ogni tanto

In generale se, almeno su qualcosa, il bambino non vuole sentire ragioni, non insistiamo per domarlo a ogni costo: l'ostinazione con cui difende il diritto di fare a suo modo testimonia che sa far valere la propria specificità, che non è disposto a metterla in discussione, ribadendo a mamma e papà, anche in modi teatrali, che lui è fatto così. Un bambino che accetta di entrare in conflitto con gli altri, pur di non tradire se stesso, è poco influenzabile.

Diverso è il caso in cui il bambino si mostra resistente a qualsiasi regola: in questo caso è possibile che con i suoi capricci solleciti una presenza di maggior spessore da parte di genitori vissuti come assenti o distratti, che cercano di imporre delle regole in modo troppo estemporaneo e incoerente. Sta insomma chiedendo lui a noi delle regole chiare, dei limiti entro cui sentirsi più sicuro e contenuto.

Facciamolo sentire padrone del suo spazio

Fin da piccolo abituiamoci a rispettare il suo spazio: allestiamo se possibile una cameretta per lui, sistemiamo le sue cose coinvolgendolo nell'ordine da dare ai giochi, chiediamo a lui l'autorizzazione di buttare qualcosa quando mettiamo in ordine. Proponiamogli di scegliere un cassetto in cui custodire le cose cui è più affezionato o regaliamogli una scatola con la chiavetta, promettendo di non metterci mano. Questi accorgimenti lo solleciteranno a sviluppare un senso di padronanza del suo spazio, autorizzandolo ad avere piccoli segreti solo suoi che lo renderanno più sicuro di sé.

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