La fermezza che rassicura
Vita in famiglia

La fermezza che rassicura

Ecco come educare i nostri figli: il primo dovere è di non accontentarli sempre. La fermezza è indispensabile.

Educazione: il primo dovere è non accontentare sempre i figli

Oggi i nostri figli hanno moltissimo e non solo in termini materiali. I genitori sono disponibili, attenti e accudiscono i figli come mai è successo nelle generazioni precedenti. Li proteggono da ogni difficoltà o dolore, mettendosi in prima linea a difenderli e ad avanzare richieste a nome loro. Li lasciano esprimersi, concedono libertà impensabili fino a pochi decenni fa. Difficilmente li educano con dei no, quasi mai esercitano l'autorità. Ma quanto più i genitori si comportano in modo "democratico" nei primi anni di vita dei bambini, tanto più rischiano di viziare i figli. I piccoli non sanno stabilire delle regole, è dei genitori il compito di educarli stabilendole e facendole rispettare.



L'educazione giusta per i nostri figli

  • Non cercate un rapporto alla pari coi figli: mettersi sullo stesso piano del bambino è una terribile trappola, che mette in difficoltà i piccini, perché si chiede loro di essere adulti anzi tempo.
     
  • Stabilite i confini: i figli hanno bisogno di fortificarsi dapprima all'interno di piccoli spazi, che si allargano progressivamente con la crescita. Sono quasi dei confini territoriali, che significano "fin qui ti puoi spingere, più in là no". Il bambino acquisterà piano piano il criterio per capire cosa può o non può fare.
     
  • Non tentate di farli ragionare: «Su restituisci quel giocattolo, dai che sei un bravo bambino e lo sai che non si prendono le cose altrui...». Non riuscirete mai a convincerlo, se ha preso quella cosa perché la vuole o sta sperimentando il suo potere, come pensate di fargli cambiare idea? Prendeteglielo e restituitelo voi. Comprenderà il vostro gesto molto meglio delle parole.
     
  • Sbagliato punire prima e consolare poi: quante volte dopo avere sgridato o sculacciato il nostro bambino siamo assaliti dai sensi di colpa, così un attimo dopo torniamo sui nostri passi e lo consoliamo, magari anche con un regalino. In questo modo il bambino si confonde, non capisce più se ha fatto una cosa giusta o una sbagliata, se può ripeterla o meno. Anzi, spesso gli resta impressa l'ultima reazione: è stato consolato e dunque pensa di aver ragione. Capisce che se piange molto simulando un'enorme  sofferenza può far fare a suo padre o sua madre quello che vuole.
     
  • Niente indecisioni: quando decidete di dare un stop, non tornate sui vostri passi. Un ordine sbagliato è meglio dell'incoerenza. Se vi accorgete di aver ecceduto, avrete a disposizione altri momenti per essere gentili, teneri e comprensivi coi figli.
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