Dare psicofarmaci ai bambini è sbagliato e pericoloso, fa male alla salute e spegne l'energia vitale che i bambini esprimono con la vivacità
Da qualche anno il fenomeno delle terapie facili a base di psicofarmaci investe anche i bambini. Perché accade? L'approccio medico tradizionale considera gli psicofarmaci innocui o poco dannosi; conseguentemente, vengono prescritti con grande facilità anche ai bambini. In realtà gli psicofarmaci andrebbero usati sempre con grande prudenza ed evitati il più possibile: gli effetti che provocano ai bambini sono più gravi di quelli riscontrati negli adulti.
Gli psicofarmaci alterano le funzioni mentali dei bambini, proprio nel periodo in cui queste si stanno sviluppando. Non solo: gli effetti collaterali che gli psicofarmaci hanno su bambini e adolescenti - riportati per obbligo di legge nei foglietti illustrativi dei farmaci stessi - sono: danni al fegato, scompensi cardiaci, sincopi, allucinazioni, esordi psicotici, forme maniacali, comportamento violento, tendenze suicide. Quando un bambino diventa triste, taciturno o aggressivo sta lanciando un segnale di allarme, una richiesta d'aiuto. Gli psicofarmaci mettono a tacere proprio questi "segnali di vita" che i bambini vorrebbero inviare al mondo degli adulti.
Attraverso il malessere i bambini reagiscono alle situazioni negative della famiglia e dell'ambiente che li circonda, facendosi carico di esprimere un disagio che non riguarda soltanto loro. Gli psicofarmaci minano la spontaneità e "appiattiscono" l'individualità del bambino rendendola conforme a un modello di normalità più semplice da gestire. Proprio per questo dovremmo imparare ad ascoltare i bambini e il loro disagio: stanno cercando di parlare proprio con noi.