Troppi corsi fanno male ai bambini
Crescita e sviluppo

Troppi corsi fanno male ai bambini

Oggi la tendenza è avere bambini superimpegnati, iscritti a molti corsi e in competizione con gli altri; è il caso di fare un passo indietro

Il problema di come impiegare il tempo libero dei bambini è assai recente. Fino a una trentina d'anni fa la risposta era ovvia e scontata: finiti i compiti, tutti fuori a giocare... Ma negli ultimi tempi l'imporsi di un modello competitivo e la pressione al successo sociale hanno radicato l'idea che il futuro dei bambini e la loro felicità passi attraverso un piano di "investimenti", che sviluppi al massimo il talento e le potenzialità dei bambini.

Se il genitore diventa manager sono guai per i bambini

Tutto ciò nasce dalla convinzione che più corsi i bambini fanno, più abilità apprendono, più saranno in grado di cavarsela nel mondo di domani, immaginato come ipercompetitivo.  Ma bombardare i bambini di stimoli, imponendo loro mille attività e costringendoli a imparare un po' di tutto, non serve affatto a prepararli ad affrontare meglio ciò che il futuro riserverà loro. Al contrario, infilare i bambini in un vortice di impegni scanditi da orari martellanti, sballottandoli qua e là come pacchi, rischia di privarli della possibilità di vivere un'infanzia serena e di instillargli una costante ansia da prestazione che li renderà emotivamente fragili e incapaci di tollerare qualsiasi frustrazione. Quindi meno preparati alle insidie del domani...

Lasciamo che i bambini si godano l'infanzia

Alla base di questa convinzione c'è l'idea che l'infanzia sia solo una fase della vita preparatoria all'età adulta. È un grave errore: essere bambini non vuol dire essere incompleti, piccoli adulti imperfetti. Non c'è nulla da correggere nell'essere bambini. Considerare l'infanzia solo una fase di allenamento per la vita adulta, pianificare attività per costruire il loro futuro vuol dire soffocare in loro tutte le caratteristiche specifiche del "pensiero bambino": spontaneità, assenza di filtri morali, curiosità, attenzione alla dimensione "magica" e intuitiva. Se non si coltivano queste qualità, i bambini si trasformano in brutte copie degli adulti e delle loro frustrazioni, delle loro ansie, di tutti i luoghi comuni che gli adulti hanno in testa. E soprattutto, diventano bambini spenti e tristi: il peggior delitto che si possa compiere. La ricetta è semplicissima: meno impegni "utili", più gioco, più creatività.

Un po' di noia e di ozio: due toccasana per i bambini

Rallentare il ritmo e allentare la pressione sui bambini: è la premessa per trovare un sano equilibrio tra un eccesso di impegni e il vuoto totale, in modo da stimolarne la creatività dei bambini lasciando loro non solo la possibilità di  sviluppare in modo autonomo le loro inclinazioni personali, ma anche il tempo di scoprire quali siano. Per questo c'è bisogno di alternare, ai tempi pieni, congrui spazi di tempo vuoto, cioè di puro e semplice ozio. Fate in modo di rompere "l'agenda" ferrea dei bambini e di riservare ogni giorno almeno un'ora di... nulla! È il tempo che gli serve per restare soli a fantasticare, a immaginare mondi, a osservare il volo di un uccello o la forma di un'unghia. Tempo per sprofondare in se stessi e, ebbene sì, per annoiarsi. Perché la noia non è una sciagura da scansare a ogni costo e in qualsiasi modo, ma il motore primo della creatività. Per scoprire l'antidoto alla noia dentro di sé, senza che debba essere il mondo esterno a fornirlo.

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