L’olio e i semi del sesamo bloccano l’ossidazione dei lipidi, che fra l’altro è fra le cause principali dell’aterosclerosi: introducilo nella tua cucina
Il sesamo, di cui si consumano i semi e l’olio da essi ricavato, è una pianta annuale diffusa soprattutto in Oriente, di origine antichissima, che si ritiene fosse coltivata già 4000 anni fa in Mesopotamia.I semi di sesamo, che possono essere bianchi o neri a seconda delle varietà della pianta, contengono un’elevata quantità di acidi grassi insaturi (soprattutto acido oleico e acido linoleico), aminoacidi, tra i quali spiccano il triptofano e la metionina, fibre, nonché numerosi minerali (calcio, ferro, magnesio, fosforo, zinco e rame) e vitamine E e del guppo B. Il sesamo è inoltre una fonte di lignani (in particolare sesamina, sesamolina e sesamolo), sostanze dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, che si sono dimostrate utili per abbassare i livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) nel sangue.
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Una recente revisione di studi sul sesamo condotta presso la Universidade do Estado di Rio de Janeiro e pubblicata sul Journal of Medicinal Food ha mostrato che i semi della pianta sono efficaci nel contra-stare lo stress ossidativo, in particolare in persone affette da pressione alta, diabete o ipercolesterolemia. Tali caratteristiche, associate alla quota di lignani e fibre presenti nei semi di sesamo, hanno convinto i ricercatori: il sesamo è un alleato contro il rischio di sviluppare aterosclerosi.
Puoi aggiungere i semi di sesamo a contorni di verdure crude o cotte, cui conferiscono croccantezza e che arricchiscono di proprietà nutritive. Usali anche per impanare filetti di pesce o polpette di carne o di legumi, da passare poi in forno o in padella, per un gusto originale; anche l’olio di sesamo, miscelato con poco aceto di riso e una punta di cucchiaino di miele, regala sapore ai piatti e li rende più digeribili.