No alla sedentarietà, fa male al cervello!
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No alla sedentarietà, fa male al cervello!

Una ricerca mette in correlazione la sedentarietà giovanile col rischio di riduzione delle dimensioni del cervello da anziani: motivo in più per muoversi!

Un recente studio pubblicato su Neurology e portato avanti da un gruppo di ricercatori americani ha cercato una possibile correlazione tra uno stile di vita sedentario e un aumentato rischio di riduzione del volume del cervello negli anni successivi.  Lo studio è stato condotto su poco più di mille partecipanti di circa 40 anni, sani, non affetti da demenza o malattie cardio-cerebrovascolari. Il livello di attività fisica è stato misurato nell’arco di 5 anni con delle sedute di allenamento al tapis roulant ed è stato valutato il suo impatto sulla pressione arteriosa.

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L’attività fisica non fa bene “solo” al corpo…

Dopo circa due decenni, quindi all’età di 60 anni, i volontari sono stati sottoposti a sessioni d’allenamento meno impegnative, hanno risolto dei test cognitivi e il loro cervello è stato osservato con una risonanza magnetica per misurare il volume cerebrale.  È emerso che i soggetti che nella prima fase dello studio, ossia a 40 anni, avevano fatto registrare al tapis roulant  una frequenza cardiaca maggiore o valori maggiori di pressione diastolica (la “minima”) presentavano un cervello più “piccolo” a distanza di 20 anni. Inoltre, chi con il passare del tempo era diventato cardiopatico o aveva cominciato ad assumere farmaci mostrava maggiori segni di invecchiamento cerebrale globale alla risonanza magnetica. I ricercatori non hanno definito un rapporto lineare di causa-effetto tra sedentarietà e volume del cervello, ma con questo studio suggeriscono l’importanza dell’esercizio fisico in età adulta per promuovere anche la salute cerebrale da anziani.

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L’attività fisica di oggi serve al tuo domani!

Il “rimpicciolimento” del cervello corrisponde a quella che in termini tecnici si definisce atrofia cerebrale, un fenomeno che si verifica naturalmente con il passare del tempo, risultato del cambiamento sia della struttura sia del funzionamento del cervello che perde sia sinapsi sia neuroni con il passare degli anni. È ormai un dato certo che l’attività fisica regolare aiuta a mantenere le funzioni sia cognitive sia affettive integre anche in età avanzata.  Da un lato si riduce il rischio di sviluppare delle malattie degenerative (come Parkinson e Alzheimer), dall’altro si sa con certezza che un’attività fisica adeguata si associa ad un miglioramento del tono dell’umore e ad una minore incidenza di problemi come la depressione che se trascurati peggiorano la funzionalità cerebrale. Si può dire quindi che l’attività fisica inneschi un vero e proprio circolo virtuoso i cui benefici sono a lungo termine: gli effetti del nostro stile di vita attuale li vedremo… tra vent'anni!

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