Troppo rumore fa male al cervello
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Troppo rumore fa male al cervello

L’inquinamento acustico incide sulla qualità del sonno, sulla memoria e sulla capacità di concentrazione, aumentando il rischio di contrarre patologie cardiache

Siamo circondati sempre più dal rumore: da quello del traffico, al “ronzare” degli elettrodomestici in casa, fino ai decibel che ci riempiono le orecchie ascoltando musica in cuffia. Una recente indagine condotta da GfK Eurisko ottenuta intervistando 8.800 persone in 47 città di 11 Paesi diversi, Italia compresa, dimostra che il “mal di rumore” è un fenomeno sempre più diffuso: nel nostro Paese, dove il 29% della popolazione è esposto a livelli medio-alti o elevati di frastuono, il che significa dover tollerare livelli di rumore provenienti dalle strade o da TV, radio e musica ad alto volume per un considerevole numero di ore al giorno. I dati raccolti mostrano come l’esposizione al rumore raddoppi la probabilità di sviluppare insonnia, difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, mal di testa, irritabilità e ciclici sbalzi d’umore.

Con troppo rumore aumentano gli “ormoni dello stress”

Come spiega Stephen A. Stansfeld, docente di psichiatria alla Queens Mary University di Londra, il rumore viene percepito a livello psichico come un’intrusione disturbante in particolare se l’esposizione avviene di notte: si verifica cioè un peggioramento della qualità del sonno e di conseguenza un aumento della produzione di ormoni dello stress, innescando cosi un circolo vizioso che oltre ai livelli di ansia fa salire anche il rischio di ipertensione, infarto, ictus e altre malattie cardiovascolari proprio per gli effetti della risposta allo stress su cuore e vasi. Da uno studio pubblicato da poco sull’American Journal of Preventive Medicine, è emerso che basterebbe ridurre il rumore cittadino di appena 5 decibel per diminuire l’incidenza di ipertensione e infarti: in Italia è stato stimato che questo implicherebbe circa 200mila casi di nuovi ipertesi in meno e almeno 2mila attacchi di cuore “evitati”. Non bastasse, il rumore in certe situazioni può rivelarsi ancor più dannoso: “nei bimbi, problemi di concentrazione e apprendimento sono più probabili se la scuola è vicino a strade caotiche; i degenti di ospedali dove non si presti attenzione al livello sonoro rischiano difficoltà di sonno e stress che incidono sul recupero”, osserva infine Stansfeld.

La sola soluzione: le barriere sonore

Come ci si può difendere? “Alcuni provvedimenti dovrebbero essere prese dalle amministrazioni cittadine, ma molto può essere fatto anche a livello personale - sostiene Brian C. J. Moore, docente di percezione uditiva dell’Università di Cambridge -. Ad esempio, se si abita in una strada molto trafficata, è utile ricorrere ai doppi vetri alle finestre e alle barriere sonore verdi, ossia sistemare piante su balconi e terrazzi per assorbire il rumore. È necessario anche imparare a ridurre progressivamente il volume di televisione e radio. Chi ama la musica e la ascolta anche in situazioni rumorose di base, come in metropolitana, dovrebbe utilizzare cuffie in grado di cancellare il rumore di fondo esterno o auricolari che si adattino perfettamente al canale acustico, così da ridurre la necessità di alzare il volume. È auspicabile sicuramente in futuro la promozione di aree “libere dal rumore” in scuole, uffici pubblici, parchi e la ridefinizione delle soglie di rumorosità nei bar, discoteche e durante i concerti.

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