Spesso capita di cadere vittime di convinzioni che ci condizionano la vita, ma accettando che ci sono altri mondi dentro di noi e guardandoci in modo diverso, potremo liberarcene
Molte persone ci scrivono affermando di non riuscire a superare le ferite del passato. Ecco perché in questo numero di Riza Psicosomatica io e i colleghi abbiamo voluto affrontare il tema delle convinzioni.
"Io sono convinto che le cose resteranno sempre così, che il trauma che ho subito resterà dentro di me per sempre, che l’abbandono che ho subito lascerà dei segni per anni”.
Questa convinzione, via via che passa il tempo, diventa una gabbia mentale, una prigione di sostanze chimiche che opprimono il cervello. In psicoterapia si ottengono dei risultati solo quando ci si accorge che oltre alle nostre convinzioni ci sono altri mondi dentro di noi. Allora la partita non è diventare più forti delle proprie ferite ma guardare diversamente se stessi.
Una signora che viene ai gruppi del giovedì che conduco allo Centro Riza di Milano mi ha detto :
”Ce l'ho fatta a liberarmi di quest'uomo con cui stavo da anni e che era una persecuzione totale. Ho seguito il suo consiglio. Mi sono detta io non ce la faccio a liberarmi di lui. Quando riesco a staccarmi per un po’ poi mi torna il desiderio di lui. Mi dico che in fondo faccio così perchè mio padre aveva un certo atteggiamento che mi ha condizionato. I figli crescono e io invecchio. Se non c’è lui, nessun altro. Questo è un modo di ragionare che ci tiene legati alle ferite del passato."
Io e i miei colleghi in questo numero abbiamo cercato di far vedere che c’è un altro dentro di te. A questa signora avevo detto che anziché stare a colpevolizzarsi, a punirsi, a dirsi che non ce la fa a liberarsi di lui, di mettere sullo sfondo l’idea di fare in fretta a liberarsi di lui. Prendere atto di non farcela, ma intanto vivere la vita.
Alla signora piaceva cogliere le rose dei giardini, andare a ballare, giocare coi bambini delle amiche. C’erano tante altre cose accanto al disagio, all’ansia che lei attribuiva al fatto di non riusciva a liberarsi di questo uomo così invadente. Le ho detto di occuparsi di tutte le cose che le piacciono e di prendere atto del fatto che lei non ce la faceva a lasciarlo.
Poteva riuscirci prima? No. Come le sue rose fioriscono a maggio così noi dobbiamo diventare saturi di certi disagi. Al momento giusto il frutto maturo cade dall’albero. Ma non dobbiamo disturbarli. Non dobbiamo disturbare il disagio con una serie di pensieri, di critiche, di giudizi e di tormenti.
Dobbiamo trattare noi stessi come amici, non come persone da colpevolizzare e da punire perchè non hanno seguito il progetto che ci eravamo messi in mente.
Buona lettura!
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