VIDEO Sono felice perché mi amo

Sotto il ghiaccio delle tue convinzioni immutabili, scorre un'acqua profonda e sempre fluida: i disagi arrivano per farla emergere e regalarti la vera felicità

Vi parlo del nuovo numero di Riza Psicosomatica: Sono felice perché mi amo. Assieme a tutti gli psicologi, psicoterapeuti e medici con i quali ogni mese preparo la rivista, mi sono fatto ispirare da un tema, quello dell'acqua ghiacciata. Che cosa significa?

Molto spesso non siamo felici perché ci domina un falso Sé: qualcosa sembra costringerci a tenere in vita determinate opinioni, credenze, bisogni presunti. Tali convinzioni diventano presto o tardi granitiche, simili a un'acqua ghiacciata, immobile. Non a caso, in psicoterapia si sentono spesso queste parole: "dottore sono bloccato, qualcosa nella mia vita non va bene ma io non riesco ad agire."

Sciogliere il ghiaccio interiore

Quell'acqua interna si cristallizza, si fissa ancor di più quando cerchiamo nel nostro passato, la causa di quanto ci accade. In questi casi dimentichiamo che l'acqua che siamo, anche quando in superficie sembra ghiacciata, sotto, nel profondo, incessantemente scorre. Amarsi vuol dire scendere a contatto con la fluidità, con lo scorrerenaturale delle cose. Non sei un'acqua ghiacciata ma una sorgente: quando stai male, significa che hai gli occhi puntati solo sul ghiaccio mentre esistono sempre fiumiinteriori, dove l'acqua è libera e fluisce. In quei fiumi vive la felicità.

I disagi arrivano per renderti fluido

Quando arrivano dolori, disagi e sofferenze, molte volte li combattiamo come nemici invadenti. Sbagliamo: sono eventi mandati da quel centro enigmatico che abita ciascuno di noi e si presentano proprio per rompere il ghiaccio. Se dimentichi il mistero, l'enigma che ti guida, scordi il fiume che scorre sotto: non soffermarti sempre su quello che non va nella tua vita o consoliderai il ghiaccio. Al contrario, fai danzare dentro di te immagini, fantasie, desideri. Se arriva una contraddizione, una crisi, viene dal mondo sotterraneo e giunge per renderti fluido.

Amare le contraddizioni

Ogni tanto, fate questo esercizio: chiudete gli occhi, immaginate un prato fiorito e lasciate lì i vostri demoni. Ditevi questo: "Io sono quello che soffre per quel che non va bene, ma sono anche quello che può immaginare il prato fiorito". Devi amare tutto ciò che non ti piace di te perché solo così puoi entrare nella prima stanza, la più periferica della tua interiorità e scoprire che anche nei disagi più grandi esiste la gioia di vivere.

Siamo sempre in mutamento

E occorre sapere attendere: quando un paziente guarisce troppo in fretta, io temo che qualcosa non stia andando bene. Quando invece non parla più del suo disagio, io penso che siamo su quella giusta: senza che se ne accorga, sta guardando altrove e questo lo fa uscire dall'acqua ghiacciata.

Ama, adora le tue contraddizioni, le cose che ti mettono in difficoltà, ciò che non vorresti. Il vero pericolo è la staticità dell'acqua ghiacciata, credere di essere solo quello che siamo in superficie.

L'acqua del profondo è sempre fluida perché tu sei immerso nel liquido amniotico della tua continua gravidanza, del tuo mutamento perenne, un "parto" che avviene giorno dopo giorno. Non trattare il dolore che arriva come qualcosa che ti ferisce ma come le doglie del parto di qualcosa che sta nascendo. Mentre io vedo il malessere, c'è un'acqua che scorre: quando non sei più fermo nelle tue convinzioni, l'acqua fluida ti porta alla tua spiaggia.

Buona lettura e auguri!

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