A volte capita di sognare qualcosa che sembra indicare un percorso, una strada da seguire: e se fosse un messaggio dell'inconscio?
Un lettore scrive alla redazione di Riza Psicosomatica:
“Sono Giorgio, vi seguo da molto tempo, in particolare i video di Raffaele Morelli. Stanotte ho sognato che io e lui eravamo vicini di casa e che il dottore mi chiedeva di scrivergli. Mi è sembrato quasi un presagio. Il problema è questo: sto insieme a una ragazza da un po’ di tempo e la amo molto, ma nel profondo mi sento sempre bloccato, come se avessi un freno a mano inserito e non fossi capace di amare. Mi pare di “autosabotarmi”, di non godermi questa relazione! A volte mi sembra di essere stato più felice nelle storie precedenti, anche se so che è solo un’illusione. Vorrei levare questo blocco perché so che a lungo andare se io non mi concedo, lei perderà la pazienza oppure la fiamma si spegnerà”.
Da sempre, ovunque, i sogni affascinano gli uomini, che hanno dato interpretazioni e significati diversi all’esperienza onirica secondo il contesto culturale di appartenenza. La credenza popolare, ad esempio, ha spesso attribuito al sogno un significato profetico. I sogni sono cioè interpretati come segni, avvertimenti o predizioni su qualcosa che dovrà succedere, come forse crede anche Giorgio. Ma che cosa accade veramente? Quando, durante il sonno ciascuno di noi abbandona le proprie difese, le maschere che ha costruito per mostrarsi agli altri o per proteggersi, ecco che il sogno arriva come una voce dell’anima, per inviarci un messaggio profondo, qualcosa che riguarda le nostre emozioni autentiche. Non a caso, mentre sogniamo, ci sentiamo molto coinvolti in ciò che sta "accadendo".
Lo psicoterapeuta Carl Gustav Jung concepisce il sogno non come una manifestazione di un desiderio latente o represso (come riteneva Sigmund Freud), ma come qualcosa di più complesso e articolato che va oltre la volontà o la coscienza dell’individuo. L’inconscio, attraverso il sogno, parla un linguaggio simbolico/analogico non sempre facile da decifrare, ma che riguarda sempre e soltanto chi sogna. Per Jung non è importante la causa apparente che genera il sogno, ma il fine per cui si mette in moto l’attività onirica, che ha la funzione di aiutare a comprendere verso quale direzione esistenziale dobbiamo dirigerci, quale strada dobbiamo intraprendere. Nei sogni, è bene ricordarlo, i protagonisti siamo sempre e solo noi, anche quando, sul palcoscenico onirico, compaiono altri protagonisti. Morelli che appare nel sogno di Giorgio non è, in realtà, Morelli inteso come persona (se non ad una lettura superficiale), ma rappresenta una parte saggia di Giorgio, identificata dal suo inconsciocon Raffaele.
Il sogno di Giorgio non è dunque casuale, ma risponde a una funzione ben precisa, ovvero trasmettere alla coscienza un messaggio: affrontare il suo disagio, quella paura di amare che, nelle forme peggiori, viene definitafilofobia. È un disturbo legato all’ansia, che porta chi ne soffre a vedere l’amore, le emozioni, il coinvolgimento come qualcosa di pericoloso. Il risultato di questa fobia è che ci si oppone ai sentimenti provati, si mette una brriera tra sé e la persona da amare, finendo per perderla e soffrire ancor di più. Ma dietro questo “freno a mano” (così lo definisce Giorgio) che lo inibisce, che ostacola l’amore che nutre per la sua ragazza, si cela un timore profondo, frutto di convinzioni superficiali: la paura di soffrire, di rimanerci male o di deludere le aspettative dell’altro. Così Giorgio esercita un ipercontrollo sulla sua dimensione emotiva e sessuale, non riuscendo, come in realtà vorrebbe, ad abbandonarsi all’amore.
Molto spesso, dietro la paura di amare si cela un problema di bassa autostima, di fragilità. Attraverso il sogno, l’anima di Giorgio vuole riorientarlo verso di sé, verso i suoi bisogni più intimi, imparando ad accogliere anche le paure, anche i "difetti". Per questo l'inconscio "utilizza" l'escamotage della presenza di Morelli, psichiatra e psicoterapeuta, nel sogno stesso. L'inconscio di Giorgio "dice" alla coscienza razionale: aiutati o fatti aiutare, non m'interessa come lo farai, l'importante è che tu lo faccia. Riprendi in mano la tua vita, poiché se non lo fai, sarai solo tu a pagarne il prezzo.