Vivere l’innamoramento con terrore impedisce di entrare nella relazione con la giusta serenità: solo avendo fiducia in se stessi, si impara ad amare
Sei attratto da lei o da lui ma non riesci a lasciarti andare. Oppure, inspiegabilmente, ti ritrovi nel bel mezzo di relazioni impossibili, superficiali o di passaggio. Tutto per giustificare, a te stesso e agli altri, che la ragione per cui non stai insieme a nessuno è perché non hai ancora trovato la persona giusta. Ma attenzione! Potrebbero essere dei segnali di un disagio più profondo: la paura d’amare. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Il termine “filofobia” deriva dall’unione delle parole greche philo, ovvero amore e phobia, paura. È un disturbo, che proviene dall’ansia, caratterizzato dalla paura di amare, di innamorarsi e, quindi, di instaurare relazioni affettive durature. Chi soffre di filofobia in genere vede l’amore e le emozioni come qualcosa di pericoloso e sceglie di difendersi dietro lo scudo della paura di consegnarsi all’amore. Si tratta di una paura anormale, ingiustificata e persistente nei confronti della vita amorosa e dell’attaccamento emotivo, che molto spesso crea forte disagio nella vita quotidiana, sino a portare ad isolarsi dalla cerchia sociale (familiari, amici, colleghi…). In alcuni casi viene anche definita “anoressia sentimentale”, che si manifesta quando la paura d’amare è prodotta dal terrore del rifiuto o dal timore di una rottura; tale per cui si ha la tendenza a inibire i propri sentimenti e impulsi soprattutto per proteggersi da eventuali delusioni e preservare la propria indipendenza. Ciò che ne consegue è naturalmente un calo del desiderio sia affettivo sia sessuale.
L’amore è come lanciarsi dalla vetta più alta del mondo: può farti vivere un’esperienza entusiasmante, che ti riempie di gioia e ottimismo; oppure può farti sprofondare nel baratro, oscuro e sconfinato, che è proprio la filofobia. Ma perché abbiamo paura di innamorarci troppo?
LA PAURA DI PERDERE IL CONTROLLO | La persona fatica a lasciarsi andare per non essere destabilizzata e quindi teme di diventare dipendente dal partner e mostrargli le proprie debolezze e fragilità. |
LA PAURA DELLA PERDITA | È causata da un precedente rapporto amoroso, che ha lacerato nel profondo il cuore del filofobico, come un abbandono, una separazione dolorosa o un divorzio, che porta ad aver il timore di essere abbandonato e nuovamente ferito. |
ESPERIENZE FAMILIARI DOLOROSE | Se la persona ha sofferto di carenze affettive o esperienze di lutto o di violenza durante l’infanzia, avrà la tendenza a chiudersi a riccio per paura di essere rifiutata o abbandonata. |
LA PAURA DI PERDERE LA PROPRIA LIBERTÀ | Stare in coppia implica rispetto, fedeltà e attenzioni verso il partner. Questi possono essere visti come “vincoli” che limitano la persona a vivere secondo le aspettative altrui. |
DIFFICOLTÀ AD ESPORSI | Indica un basso livello di autostima, che può sfociare nel timore di essere giudicati oppure di non meritare di essere amati – non essere all’altezza di Amore – e soprattutto non capire perché mai qualcuno dovrebbe amarci. |
DIFFICOLTÀ NELL'ATTO SESSUALE E CALO DELLA LIBIDO | Incapacità di vivere emozioni troppo intese che possono creare uno squilibrio sia a livello fisico che psichico. |
Quando il filofobico percepisce di amare e sentirsi amato, si blocca, va in panico, provando una paura incontrollabile che gli impedisce di iniziare una nuova relazione. Spesso arrivando a confondere anche il partner con cui si stava frequentando, il quale davanti all’addio di costui si sente respinto, rammaricato e, a seconda del suo grado di autostima, può anche arrivare a sentirsi poco desiderabile e “sbagliato”. Questa patologia può, inoltre, causare sintomi fisici e psicologici, che possono essere innescati da situazioni specifiche.
I sintomi fisici sono:
I sintomi psicologici sono:
Chi soffre di filofobia mette in atto un comportamento di fuga dalle relazioni che lo porta a vivere un forte conflitto interiore. Da una parte vorrebbe lasciarsi andare alle carezze, ma dall’altra vorrebbe solo scappare via per zittire ansia e nervosismo, che ormai lo tengono sotto torchio. La paura d’innamorarsi, di conseguenza, può spingere alla ricerca di storie d’amore impossibili, ad esempio relazioni con partner sposati o fidanzati, a distanza o addirittura solo virtuali, da usare come alibi o giustificazione per interrompere il rapporto. Anche nei casi in cui riesca a portare avanti un rapporto amoroso, il filofobico alterna momenti di vicinanza e di distacco che non solo fanno vacillare il suo stato emotivo, ma anche la stabilità della coppia. Inoltre, sempre per evitare un possibile coinvolgimento, tende a sminuire l’importanza del partner, ferendolo ripetutamente e facendolo sentire poco amato.
La filofobia è un disturbo che può avere conseguenze invalidanti per l’individuo, che rischia di stabilire relazioni superficiali poiché fatica a costruire un rapporto di fiducia con l’altro, con conseguenze negative che compromettono la sua vita in diversi contesti e attività. Nel momento in cui si vive l’innamoramento come un pericolo, si ama di meno, ma si soffre di più, attribuendo la causa del disagio all’esterno: “Nessuno mi vuole”. Questo porta all’isolamento e quindi ad alienarsi dalle relazioni. Comportamenti che, se trascinati a lungo, possono essere alla base dell’alessitimia, ossia l’incapacità di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni.
La filofobia è un disturbo complesso, in cui entrano in gioco aspetti diversi della persona e delle dinamiche relazionali in cui è immersa. Il primo, e il più ostico, step da compiere riguarda la presa di consapevolezza di non riuscire ad amare e avere paura di provare questo sentimento. Fondamentalmente si possono individuare 3 casi significativi:
La paura d’amare può anche nascondersi dietro a scuse di vario genere:
Secondo un approccio psicosomatico la paura d’amare nasce per richiamare l’attenzione della persona su se stessa, per ricordargli chi è, quali sono i suoi desideri e non reprimere quelli che potrebbero fargli battere il cuore. Non a caso il corpo lancia degli allarmi: i sintomi psicofisici legati alla filofobia sono segnali ben precisi di un’anima che deve guardarsi dentro, che deve avere prima fiducia in se stessa, nelle sue potenzialità, nella sua capacità di provare amore per ciò che si è e solo quando sarà pronta saprà aprirsi alle relazioni affettive e sentimentali.