Disturbi Alimentari: cosa sono, cause, tipi e come uscirne
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Disturbi Alimentari: cosa sono, cause, tipi e come uscirne

I disturbi del comportamento alimentare esprimono una condizione di profondo malessere: scopri cosa sono, cause psicologiche, sintomi, tipi e come uscirne

I disturbi alimentari sono patologie complesse e diffuse: colpiscono milioni di persone in tutto il mondo, soprattutto ragazze in età adolescenziale. Questi disturbi, tra cui anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge eating disorder (il disturbo da alimentazione incontrollata), non riguardano solo il rapporto ossessivo con cibo e peso corporeo, ma riflettono anche profonde questioni emotive e psicologiche. Conoscere le dinamiche profonde, i sintomi e le conseguenze psicofisiche di tali patologie è essenziale per poterli approcciare adeguatamente.

La cura migliore per disturbi alimentari implica un approccio integrato che considera sia gli aspetti medici che psicologici della patologia. Secondo il Metodo Riza, la guarigione da questi disturbi può avvenire grazie all’aiuto di interventi basati sull’accoglienza della sofferenza e il suo significato profondo, sull’accettazione di sé, mirati alla riduzione del controllo, del perfezionismo edel senso di colpa. Esistono tecniche efficaci per diminuire ansia e stress correlati, aumentare l’autostima e ritrovare un rapporto consapevole con il cibo e il proprio corpo.
 

Indice dell'articolo

Che cosa sono i disturbi alimentari

I disturbi alimentari, conosciuti anche come disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, costituiscono un’alterazione della condotta alimentare e della percezione corporea che danneggia la salute fisica e il funzionamento psicologico. Chi è affetto da una patologia alimentare, come anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge eating disorder, manifesta un rapporto patologico col cibo, caratterizzato da un’eccessiva importanza attribuita all’alimentazione, al peso e alla forma corporea, con ricadute significative dal punto di vista del benessere psicofisico e la compromissione della qualità della vita e nei casi più gravi può anche condurre alla morte

Si tratta di un fenomeno ampliamente diffuso nell’ultimo periodo, che la pandemia ha contribuito a peggiorare con una drastica crescita degli accessi ai servizi per i disturbi alimentari a partire dal 2020. Si stima che oltre 55 milioni di persone nel mondo, di cui 3 milioni in Italia, soffra di questi disturbi: la maggior parte adolescenti tra i 14 e 18 anni e giovani adulte fino ai 30-35 anni, ma le percentuali sono in rialzo anche nella popolazione maschile e in età adulta. Recenti dati epidemiologici indicano un aumento del 30% dei casi di anoressia e bulimia tra i giovani, con un esordio già a 11-13 anni.

I disturbi alimentari in adolescenza

I disturbi alimentari in adolescenza sono una problematica crescente che richiede molta attenzione. Caratterizzati da alterazioni persistenti del comportamento alimentare, questi disturbi compromettono seriamente la salute fisica e mentale dei giovani. Tra le forme più comuni c’è l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating disorder.

L’adolescenza è un periodo di grandi trasformazioni. I giovani affrontano cambiamenti fisici, emotivi e sociali, e spesso si trovano sotto pressione per conformarsi a standard di bellezza irraggiungibili promossi dai media. Questo, combinato con i mutamenti ormonali dovuti alla pubertà, può contribuire allo sviluppo di disturbi alimentari. Queste patologie non solo influiscono sul corpo, ma spesso sono accompagnate da altre condizioni psicologiche gravi come ansia, depressione e poca autostima. Inoltre, l’uso sempre più precoce dei social network, e relativo confronto sociale, può aver favorito il crescente sviluppo dei disordini alimentari che si sta verificando in questi anni.

I sintomi dei disturbi alimentari

I sintomi dei disturbi alimentari possono riguardare sia la sfera fisica che mentale e comportamentale. Tra i criteri diagnostici del DSM-V nei sintomi fisici possiamo trovare: perdita o aumento del peso, debolezza e affaticamento muscolare, problemi metabolici e disturbi del sonno. I sintomi psicologici sono soprattutto: sbalzi d’umore, disregolazione emotiva, comportamenti ossessivi e ritualizzati (come mangiare di nascosto o tagliare a pezzi minuscoli il cibo), perfezionismo, disistima e ritiro sociale. 

Alcuni sintomi dei disturbi alimentari sono simili a quelli delle dipendenze patologiche in cui la funzione auto-medicativa del cibo è equiparabile a quella della sostanza nei tossici. In questi casi si parla infatti di dipendenza da cibo, contraddistinta da un desiderio incontenibile di consumare grandi quantità di alimenti, con una sensazione di perdita di controllo. Questa condizione è maggiormente associata a disturbi come l’obesità, la sindrome metabolica, il binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata) e la bulimia nervosa.

Tipologie di disturbi alimentari

I disturbi del comportamento alimentare possono presentarsi in varie forme. Ecco quali sono i disturbi alimentari più comuni.

  • Anoressia nervosa
    L’anoressia è caratterizzata da una restrizione dell’assunzione di cibo, che porta a un peso corporeo molto basso. Chi ne soffre ha una costante paura di ingrassare e una percezione distorta del proprio corpo. 
  • Bulimia nervosa
    In questo disturbo si manifestano episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da misure di compensazione per evitare l’aumento di peso, come il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi, il digiuno ol’esercizio fisico eccessivo. Come le anoressiche, anche le bulimiche presentano una bassa autostima e dispercezione corporea. 
  • Binge Eating Disorder
    Anche noto come disturbo da alimentazione incontrollata, il binge eating disorder condivide con la bulimia nervosa le abbuffate con la differenza che però esclude condotte di eliminazione, determinando sovrappeso e, nei casi più estremi, obesità. Questi episodi sono accompagnati da una sensazione di perdita di controllo sul cibo e conseguente vergogna e senso di colpa.

In forte aumento sono anche la vigoressia, caratterizzata da un’ossessione per l’attività fisica e per le diete ipocaloriche e iperproteiche e molto frequente negli uomini, e l’ARFID, o disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione del cibo nei bambini, che si manifesta con un’alimentazione composta da un ristretto assortimento di alimenti o un basso interesse nella nutrizione.

Le cause psicologiche dei disturbi alimentari

I disturbi del comportamento alimentare sono patologie complesse e multifattoriali. Un ruolo significativo è giocato da tratti di personalità come il perfezionismo estremo, caratteristico dei soggetti con disturbi alimentari. Anche sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima possono condurre a una patologica preoccupazione per il peso e l’immagine corporea.

Ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo e altri disturbi psichici sono spesso presenti insieme ai DCA, favorendo l’insorgenza o il peggioramento dei sintomi. Inoltre, gli ideali perfetti promossi dai media e dalla società e relative pressioni su alimentazione ed estetica, possono causare, soprattutto nei più giovani, senso di insoddisfazione e inferiorità e la paura del giudizio. Tematiche centrali nelle campagne di prevenzione dei disturbi alimentari. Allo stesso modo insistenza in famiglia o nello sport su dieta e aspetto fisico, contribuiscono in maniera rilevante al manifestarsi del disturbo.

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DCA: conseguenze e rischi

I disturbi alimentari hanno conseguenze importanti sia sul benessere fisico che psicologico. A livello fisico, possono causare gravi carenze nutrizionali che influenzano negativamente tutti i sistemi corporei, provocando problemi cardiovascolari come aritmie cardiache e insufficienza cardiaca. Sono comuni anche i disturbi gastrointestinali e del metabolismo. La densità ossea può diminuire, aumentando il pericolo di osteoporosi e fratture. Problemi dermatologici come pelle secca, caduta dei capelli e unghie fragili sono diffusi, così come malattie endocrine, inclusa l’amenorrea nelle donne e problemi di fertilità. Complicazioni renali possono derivare dalla disidratazione e dall’uso di diuretici e lassativi, mentre una cattiva nutrizione indebolisce il sistema immunitario. Il binge eating disorder è poi legato a sovrappeso, obesità e diabete, con conseguenti problemi di salute correlati.

Per quanto riguarda la sfera psicologica, i disturbi alimentari spesso coesistono con ansia e depressione, aggravando il disagio emotivo. La distorsione dell’immagine corporea e la disistima persistono nonostante la perdita di peso, con sentimenti di autosvalutazione. La preoccupazione per il cibo e il peso può portare all’isolamento sociale e al disturbo ossessivo-compulsivo con comportamenti ritualistici. La malnutrizione può anche influire sulle funzioni cognitive, causando difficoltà di concentrazione e memoria. Nelle situazionimolto gravi, i disturbi alimentari sono associati a pensieri di morte e tentativi di suicidio.

Cibo e disturbi alimentari: aspetti simbolici

Il cibo non è solo una necessità fisiologica,mariflette molti aspetti di personalità, stato d’animo e cultura. Ogni persona ha un suo modo di intendere l’atto della nutrizione e può attribuire a esso significati simbolici differenti, come il senso di coesione, la famiglia, il piacere, oppure fattori religiosi e culturali. Questi significati influiscono sulla relazione con il cibo. Le preferenze a tavola, il rifiuto o la dipendenza verso determinati alimenti, così come le modalità di assunzione, possono variare a seguito di emozioni e situazioni stressanti come un trasferimento, l’inizio della scuola o dell’università, un lutto, la fine di un rapporto, il cambio di lavoro o variazioni ormonali (pubertà/menopausa). Tali cambiamenti sono naturali e temporanei.

Tuttavia, quando l’alimentazione sregolata diventa cronica, e sfocia in patologie alimentari, il cibo assume significati simbolici complessi che vanno oltre la semplice nutrizione. Per molte persone affette da disturbi alimentari, il cibo può rappresentare controllo, conforto, identità e persino punizione. Ad esempio, nell’anoressia, il rifiuto del cibo può simboleggiare un tentativo di raggiungere un senso di perfezione e controllo su un’esistenza percepita come caotica, sbagliata. Al contrario, nella bulimia e nel binge eating disorder, il cibo può essere un mezzo per gestire le emozioni turbolente, fungendo da strumento di conforto momentaneo seguito da colpevolizzazioni e vergogna.

Disturbi alimentari: come uscirne? 

I disturbi alimentari emergono da forti conflitti interiori e sono accompagnati da pensieri fissi e ossessivi verso l’alimentazione, il peso e le forme corporee. Ciò nasconde una sofferenza psicologica profonda che impatta sullo stile di vita e sulle relazioni interpersonali. In questa direzione, i sintomi alimentari possono quindi fungere da meccanismi di difesa per fronteggiare le difficoltà quotidiane e le emozioni e i bisogni che non si riescono a esprimere, offrendo un’illusoria sensazione di controllo e protezione, come una “stampella” a cui appoggiarsi per tenere insieme frammenti di un’identità fragile.

Secondo il Metodo Riza, nella cura dei disturbi alimentari è fondamentale un lavoro che tenga conto del significato simbolico della malattia, incoraggiando l’individuo a indagare le dinamiche psicologiche profonde che influenzano il rapporto con il cibo e il corpo. Se è vero che i disagi rivelano che abbiamo perso il contatto con il nostro lato nascosto e le nostre caratteristiche naturali, anche il disturbo alimentare può essere considerato come parte di un percorso di crescita personale e di realizzazione del proprio potenziale e per questo va accolto e riconosciuto. Andare contro il sintomo, o concentrarsi solo sulla sua eliminazione, significa rinforzarlo e quindi cronicizzarlo, il che aumenta la propensione e l’attaccamento patologico al ciclo di digiuni e abbuffate.

La guarigione dai disturbi alimentari può avvenire quanto più siamo capaci di accettare tutti i modi di essere che ci appartengono, anche quelli ricchi di ombre e istinti che mettono in discussione il personaggio perfetto che portiamo in scena in superficie che vengono fuori proprio attraverso il comportamento alimentare disfunzionale.

Le tecniche per gestire i disturbi alimentari

Di seguito tre tecniche che possono essere utili per affrontare e alleviare i sintomi dei disturbi alimentari. La loro messa in pratica consente di placare lo stress e a promuovere un rapporto sano con il cibo e se stessi, contribuendo a una vita più serena e spontanea. 

  • Le tecniche immaginativeoffrono un consistente aiuto per affrontare lo stress e l’ansia che possono contribuire al mantenimento dei disturbi alimentari. Sono particolarmente utili perchè consentono di calmare la mente, concentrarsi sul momento presente e ridurre i pensieri intrusivi che possono scatenare comportamenti disfunzionali legati alla nutrizione. Attraverso l’uso delle immagini si impara a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, reagendo in maniera più equilibrata agli stimoli esterni. Allo stesso modo, la respirazione profonda è un’altra tecnica di rilassamento che favorisce il rilascio di tensione muscolare e la riduzione dello stress. Integrare queste tecniche di rilassamento nella propria routine può favorire l’equilibrio di mente e corpo e una maggiore capacità di gestire le sfide della vita senza ricorrere a comportamenti alimentari disfunzionali.
  • L’alimentazione consapevole (o mindful eating) rappresenta un altro elemento chiave nel percorso di guarigione dai disturbi alimentari, in particolare nella bulimia e nel binge eating disorder. Questo approccio invita a prestare attenzione ai segnali di fame e sazietà del proprio corpo, a sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri bisogni, a coltivare una relazione più sana con il cibo e avere una minor tentazione a mangiare in modo compulsivo o smisurato. Praticare il mindful eating durante i pasti significa focalizzare l’attenzione sull’alimento che si sta consumando, gustandolo lentamente e apprezzandone i sapori, le consistenze e gli aromi. 
  • La creatività viene largamente utilizzata nel trattamento dei disturbi alimentari. L’espressione creativa è un mezzo molto efficace per affrontare i conflitti emotivi e psicologici profondi che spesso sottendono il disagio. Mediante attività artistiche come disegno, pittura, scultura e scrittura, è possibile esprimere sentimenti ed emozioni difficili da verbalizzare e connettersi col proprio mondo interno, il che mette in luce inclinazioni e talenti naturali. In aggiunta, l’atto creativo in sé può alzare i livelli di autostima e fiducia nelle proprie capacità.

Riza Psicologia
La redazione di Riza Psicologia si occupa di offrire ai lettori di Riza.it tanti consigli pratici e approfondimenti per affrontare alcuni disagi che accomunano molte persone. Un aiuto concreto per affrontate ansia, stress, depressione, attacchi di panico, fobie. Trova i contenuti più interessanti e adatti alle tue esigenze e lasciati guidare degli esperti dell'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica.

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