Gelosia e invidia sono emozioni simili, ma con delle differenze fondamentali. Scopriamo cosa le provoca, come si manifestano e in che modo sono diverse
Capita a volte, nel linguaggio quotidiano, di trattare gelosia e invidia come sinonimi. Un caso tipico di questa sovrapposizione avviene quando si dice che un partner è geloso dei successi lavorativi dell’altro. Magari all’inizio della relazione i due avevano condizioni lavorative simili, poi uno ha fatto carriera, mentre l’altro è andato incontro a momenti negativi o è rimasto al palo e con l’andare del tempo può provare sentimenti ambivalenti: ammirazione, ma anche gelosia. Ma in questo caso si tratta davvero di gelosia, o è semplicemente invidia dei successi del partner? Le due emozioni hanno effettivamente qualche tratto in comune, anche se in realtà sono distinte. Per capirlo meglio consideriamo cosa sono e come si manifestano gelosia e invidia.
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La gelosia è la paura di perdere l’esclusività di un rapporto affettivo, il timore - che nei casi patologici è forte e irrazionale - di venire abbandonati dal partner. Questo sentimento può sfociare nel desiderio di controllo, a volte ossessivo, e in un bisogno di possesso dell’altro, proprio come se fosse un oggetto, che nasconde in realtà dipendenza emotiva e bassa autostima. La gelosia può dar luogo anche a rabbia e a sentimenti di odio nei confronti del partner e del rivale amoroso, reale o immaginario che sia.
L’invidia invece è un sentimento di ostilità che si prova per chi possiede qualcosa che si vorrebbe avere: oggetti, status, caratteristiche fisiche, successo, denaro, potere e così via. Chi prova invidia associa immediatamente al bene invidiato la capacità di trasferire a chi lo possiede una condizione di felicità assoluta. Non solo: spesso se ne sente ingiustamente defraudato, da qui il senso di ingiustizia e l’astio che si accompagnano all’invidia.
Le due emozioni si applicano quindi in genere a contesti diversi: la gelosia si riferisce primariamente a relazioni affettive o amorose tra persone, l’invidia a oggetti o condizioni che individuano in seconda battuta un contrasto tra persone.
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Esistono tuttavia anche dei tratti comuni tra queste due emozioni. In entrambe infatti è presente la percezione della perdita di un bene (che sia l’amore nel caso della gelosia oppure oggetti o condizioni nel caso dell’invidia) e soprattutto la sensazione che da questa perdita derivi un danno molto profondo per l’individuo, per la sua felicità e per il senso stesso della sua esistenza.
Se la tipica frase del geloso è “senza di te la mia vita non ha senso”, quella dell’invidioso è “se avessi quella cosa allora sì che la mia vita avrebbe un senso”.
Il tratto comune a gelosia e invidia è quindi l’idea che solo dall’esterno (che siano cose o persone) possa arrivare quel riconoscimento di base in grado di consolidare l’identità personale e fornirle un fondamento emotivamente e affettivamente solido.
Il caso del partner citato all’inizio è quindi emblematico, e vale anche nel caso in cui i protagonisti siano due amici di vecchia data, chiamiamoli Franco e Giuseppe. Può capitare che, nel tempo, Franco abbia successo, Giuseppe no. Il successo può portare Franco a cambiare abitudini, a trasferirsi, a frequentare persone nuove. E può portare Giuseppe a sentire un certo rancore - di cui magari si vergogna, identificandolo con una forma di cattiveria e di scarsa nobiltà d’animo - per il vecchio amico. Ma quella che a prima vista può sembrare invidia di Giuseppe nei confronti di Franco, in realtà in questo caso è effettivamente gelosia perché, agli occhi di Giuseppe, Franco sembra “amare” il successo più di quanto ami Giuseppe stesso. Il successo è visto da Giuseppe come un vero e proprio rivale amoroso. «Il successo ti ha cambiato, ti sei scordato dei vecchi amici», possiamo sintetizzare con una frase.
Invidia e gelosia sono emozioni del tutto naturali: non ha alcun senso giudicarle buone o cattive, anzi questa abitudine può creare conflitti interiori e minacciare il benessere psichico. Le emozioni sono sempre dei messaggeri del mondo interno e come tali vanno trattate: il messaggero non è un nemico, sta solo portando un messaggio. E cosa dice il messaggio? Ovviamente ogni caso è diverso dagli altri, ma, in generale, invidia e gelosia ci stanno dicendo che abbiamo perso di vista la vera sorgente dell’autostima, che è sempre interiore. Quando affidiamo l’autostima all’esterno, stiamo creando una forma di dipendenza emotiva.
Il modo migliore per gestire gelosia e invidia quindi è imparare ad ascoltarle, separandole dall’oggetto immediato che le ha attivate (persone, cose, condizioni) e facendo tacere tutti i commenti e i giudizi della mente. Percepire davvero il dolore procurato da queste emozioni è il primo passo per un cammino di consapevolezza che può aiutare a trovare dentro di noi tutto ciò di cui abbiamo davvero bisogno.