Il panico ti libera dal buonismo
Attacchi di panico

Il panico ti libera dal buonismo

Quando t’immedesimi sempre nel ruolo “perfetto” del super altruista, trascuri altre parti di te che, attraverso il panico, reclamano il posto che meritano

Ci scrive Marika, una lettrice di Riza Psicosomatica:

Sono sempre stata una donna entusiasta, energica e pronta ad aiutare il prossimo. Ho una famiglia meravigliosa: una mamma premurosa, un super papà, un nipotino che adoro e un cane molto affettuoso. Ma… ho anche una sorella che, agli occhi dei miei genitori, ha sempre la priorità, perché ha sposato l’uomo sbagliato, così da avere tutte le attenzioni, soprattutto le mie: quando mi chiamava di notte, perché il marito la trattava male, correvo subito da lei; le prestavo i soldi; le ho cresciuto il figlio… Stranamente, appena si è separata dal marito, mi sono arrivati i primi attacchi di panico e da quel giorno ho cominciato a soffrire. Ho capito che mia sorella è una manipolatrice egoista, tanto è vero che una volta ripresa in mano la sua vita, mi ha cacciato letteralmente da casa sua mentre mi era venuto un attacco di panico perché aveva un ospite… Da allora, per fare bella figura con i miei genitori, quando ho bisogno mi aiuta, ma in realtà lo fa per istigarmi e farmi passare per quella cattiva, pazza e depressa. Io non sono riuscita a costruirmi una famiglia, solamente per stare vicino a lei. Ora nutro una profonda rabbia nei suoi confronti perché ha approfittato della mia buona fede e gentilezza: io sono fallita, brutta e senza speranza, lei è forte, bella e realizzata.

Marie-Louise von Franz, la grande psicoterapeuta allieva di Jung, diceva: “Se non conosci il male che sta dentro di te non puoi evolvere”. Cara Marika, questa citazione sembra proprio fare al caso tuo. Tu ti descrivi come una brava persona, entusiasta, piena di energie, generosa e sempre pronta ad aiutare il prossimo, in particolare una sorella sofferente. Questa che dipingi con tanta enfasi però è una visione superficiale della tua vita, uno stare in campo che contempla solo la parte luminosa di te, ovvero il tuo essere aperta, disponibile e buona con tutti. Del resto, vieni da una famiglia “perfetta”, come dici tu, hai dei genitori fantastici e amorevoli, un nipotino che adori e un cane che ti vuole bene.

Con lo sguardo esterno perdi il senso delle cose

Il tuo occhio è chiuso, come se sbirciasse da una piccola fessura che crei con la mano: in questo modo la tua visione non è completa, non punta all’orizzonte, non si dirige verso l’altrove, il luogo silenzioso dove potresti ritrovare la tua essenza più autentica. Si rivolge solamente all’esterno, la realtà modellata dalle convenzioni sociali e da regole che ti obblighi a seguire che, invece di farti sentire realizzata, ti rendono via via più insoddisfatta e quindi infelice. L’idea che ti sei fatta della tua vita e della tua famiglia è permeata da un eccessivo buonismo che ti porta a ammirare solo ciò che luccica, nascondendo (a te stessa) il fatto che ci siano anche le ferite e le scottature. Facendo così perdi di vista il vero senso della realtà, ma soprattutto chi sei veramente.

Dietro alla vita perfetta, si cela sempre il “ma”

Come spesso accade, dietro all’oro che brilla, ecco che sbuca il “ma” e quando arriva lo fa modo plateale per sottolineare qualcosa che non va bene. Nel tuo caso, accanto alla famiglia da favola di cui ci parli, c’è anche lei, l’antagonista che rovina i tuoi piani: una sorella che con i suoi problemi, un matrimonio sbagliato che l’ha fatta stare molto male, ti ha “rubato” tutte le attenzioni e le cure dei tuoi genitori. Ma come? Non sei tu la figlia-modello? E allora perché loro hanno occhi solo per lei? Non riesci a darti una spiegazione, ci pensi e ci ripensi, come un tarlo che non riesci a mandare via, facendoti vivere una vita non armonica. Ti “sforzi” di essere sempre brava e buona, così da avere l’approvazione e il rispetto dei genitori, e poi arriva lei, la “pecora nera” della famiglia, a prendersi il loro affetto. “Che ingiustizia!” – grida con tono severo il tuo io, la mente cosciente, il mondo abitato da apparenze e illusioni.

Non sei solo un essere luminoso

Allora per non smarrire l’immagine positiva di te, la tua missione di vita che credi possa renderti una donna migliore, diventi ancora più prodiga sostenendo tua sorella nelle sue difficoltà: corri da lei nel cuore della notte quando ha bisogno, le presti dei soldi, le cresci il figlio... Fai qualsiasi cosa ti chieda per apparire perfetta agli occhi del tuo “io” che, riuscendo nuovamente a rivedersi in te, può darti una pacca sulla spalla e spronarti ad andare avanti. In realtà, il caso vuole che, appena lei si separa, tornando finalmente a stare bene, tu invece che gioire con lei, vieni buttata giù da un attacco di panico, il primo di una lunga serie. È proprio qui che la tua mail cambia stile narrativo, cade nell’ombra, in cui finalmente – sì, finalmente – mostri i tuoi fantasmi, le ferite che, prima, tra entusiasmo e perbenismo, cercavi di coprire con tanti cerotti. Ora ci presenti il tuo lato perfido e scortese, la parte della tua personalità che non hai mai accettato: ci descrivi tua sorella come un’egoista manipolatrice, che ti sfrutta solo quando ha bisogno e ti caccia via quando non le servi più. Quindi appena lei guarisce, tu ti ammali, entrando in un vortice di tristezza e rassegnazione.

Panico, un alleato inaspettato

Cosa raccontano di te gli attacchi di panico? Cosa vogliono dirti? In ognuno di noi esiste un lato oscuro, una parte in ombra che non sopportiamo e proviamo a coprire con una maschera per non tradire l’immagine artefatta con cui ci identifichiamo, nel tuo caso la “brava bambina”. Quanto più ti costringi a interpretare questo ruolo con caratteristiche omologate e innaturali, tanto più limiti la tua crescita personale, non evolvi e soffochi la tua unicità che così non riesce ad esaudire i tuoi desideri più intimi. Per questo vengono a trovarti gli attacchi di panico: rappresentano un’energia vitale che da troppo tempo non ha spazio per esprimersi. Se accetti e accogli il loro messaggio, levandoti di dosso quella maschera che non ti appartiene, vedrai emergere la tua vera natura, il tuo volto nascosto che è insieme Sole e Luna, giorno e notte, bene e male, altruismo ed egoismo: ricordandoti che vali molto di più, mettendo fine alla recita.

Sei tu l’artefice del tuo destino

Se è vero che i disturbi arrivano per farti cambiare rotta e segnalarti – spesso in modo “spaventoso” come lo è il panico – che la tua identità sta naufragando, occorre ribaltare questa situazione a tuo vantaggio. L’attuale sofferenza è l’occasione più preziosa che hai per ritrovare te stessa e riprendere in mano la tua vita, senza nasconderti nell’alibi della sorella “cattiva” e dei tuoi genitori. Loro non c’entrano, non è colpa loro se non ti senti realizzata e non hai costruito una famiglia o avuto dei figli. La strada che porta alla felicità la devi percorrere da sola, senza aspettare il “bravo” della mamma. Solo tu sai cosa vuoi davvero nel profondo, fai qualcosa per te e non aiutare solo gli altri. Ascolta la voce interna che ti abita, abbandonati all’istinto, colui che meglio di chiunque saprà sorreggerti e guidarti nel cammino verso la tua vera vita.

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