Cosa nasconde l'ansia di correre sempre
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Cosa nasconde l'ansia di correre sempre

Gli ipercinetici, che rincorrono sempre impegni e obiettivi, lo fanno per evitare di fare i conti con la propria interiorità: se si fermano, arriva l'ansia

È quel che capita ad Antonio, 32 anni, che qualche mese fa è stato costretto a restare a letto una settimana a causa di una forte influenza. Subito dopo, ha iniziato ad accusare una sensazione di stanchezza che gli impediva di godere del tempo libero e di fare sport, sua grande passione: “dopo la mia solita mezza giornata lavorativa tornavo a casa per riposare, cosa molto strana, perché solitamente sono molto attivo. Ho fatto le analisi, ma non è spuntato nulla, allora ho iniziato a pensare che fosse un mio problema, da quel momento in poi ansia, una continua paura… Mi sono accorto mentre tagliavo un pomodorino che il mio corpo era li ma non lo era la mia testa, come se mi guardassi dall'esterno, ho iniziato a pensare di essere pazzo”. Antonio riprende a fare attività fisica ma dopo un paio di settimane è costretto a smettere per via del lavoro. Nel frattempo, ansie e paura si sono generalizzate: “come se avessi qualcuno dietro con il fiato al collo… i miei timori riguardano il denaro, come se non mi bastasse mai, e il mio futuro incerto, come se fosse tutto vano. Ho iniziato persino a temere di fare male a qualcuno. Vivo una confusione tremenda che mi porta fastidio anche nel fare le cose più banali....mi sono rivolto ad una psichiatra che, nel frattempo, mi ha prescritto un calmante”.

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Alt ad ansia e paure se nutri la tua anima

Quando non riusciamo a vivere passioni in sintonia con la nostra natura finiamo per dedicarci ad attività alternative, utili nel breve periodo a ingannare la mente ma inadeguate a nutrire l’anima. Come tutti i palliativi, che posticipano la soluzione dei problemi senza mai risolverli, alla fine, arriva il conto. Antonio dice di essere appassionato di sport ma ne parla in termini così generici da escludere si tratti di un professionista. Allo stesso tempo, il fatto che lavori solo mezza giornata ci fa supporre non sia un uomo in carriera. Non solo: il fatto che nel parlare del lavoro si limiti a menzionarne l’orario ci induce a credere si dedichi alla propria occupazione solo per dovere, senza particolare coinvolgimento. La cosa fa pensare, e a confermarlo, c'è il fatto che le sue paure e l'ansia riguardino proprio il denaro e il suo futuro incerto. Forse, non si è mai chiesto cosa gli sarebbe piaciuto fare davvero o non ha mai avuto il coraggio di inseguire i propri sogni, ma l’impressione è che lo sport sia per lui una semplice via di fuga per non trovarsi a fare i conti con le occasioni mancate o con qualcosa che dentro ha cominciato a scalpitare e, guarda caso, l’ha fatto non appena si è fermato. Del resto, il timore di perdere il controllo, di cui parla nella sua mail, è il risultato di una pressione eccessiva che sta cercando una via d’uscita. Dentro di lui qualcosa grida per essere ascoltato!

Vuoi ricominciare? Prova a tornare indietro

Certamente Antonio, come tutti i bambini, deve avere sognato di diventare qualcuno o qualcosa, ma poi? Cos’è accaduto? Ha scoperto qualcosa che gli interessava di più? E se è così, perché non l’ha seguita? Per scoprirlo gli suggeriamo un esercizio tanto semplice quanto potente che abbina domande ad immagini ed è ottimo per placare l'ansia. Per prima cosa, dovrebbe recuperare dalla memoria un momento in cui si è sentito particolarmente felice e appagato nel dedicarsi ad un gioco o a una qualsiasi attività, e poi provare a rispondere alle seguenti domane: dov’era? Con chi era? Che cosa stava facendo? Cos’è che più di tutto lo divertiva/incuriosiva? Che cosa gli veniva più facile e naturale? Una volta identificato quel momento, dovrebbe cercare di riviverne le precise sensazioni fisiche ed emotive, lasciando da parte i pensieri. Al buio, in un ambiente protetto in cui si sente a proprio agio, lontano dal caos della vita cittadina e da qualsiasi distrazione, può provare a chiudere gli occhi per calarsi nuovamente in quel preciso momento. Bastano 20 minuti al giorno; se saprà dedicarsi a questo esercizio per qualche settimana, non è escluso che progressivamente affiorerà dal profondo un’immagine chiave, più forte e trainante di tutte le altre, destinata a guidarlo oltre la confusione e l'ansia in cui è precipitato per indicargli finalmente la strada di “casa”.

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