VIDEO Vivere senza pesi mentali

Raffaele Morelli presenta il suo ultimo libro, dedicato alle cose da fare per superare pesi mentali, rimpianti, rancori e sensi di colpa

Il 23 novembre esce, in tutte le librerie, il mio ultimo libro: Vivere senza pesi mentali. Perchè l'ho scritto? Perchè ognuno di noi, chi più chi meno, è pieno di rancori, rimpianti e sensi di colpa: sono questi i pesi mentali che impediscono una vita serena. Viviamo con l’idea perenne di aver sbagliato qualcosa oppure di aver subito un torto irreparabile che ha deviato il corso della nostra esistenza. C’è un modo per affrontare tutto questo? I sensi di colpa vengono davvero per qualcosa che abbiamo fatto? La colpa è necessaria per evolvere?

Quando la mente è un avversario

Per rispondere, è necessario conoscere la struttura della mente umana e quindi osservare la collocazione del nostro sguardo, cioè dove guardiamo quando sentiamo un peso mentale, ad esempio quando ci sentiamo in colpa. Il primo strato della mente, sede dell’Io cosciente, è il più terribile da affrontare; lì ci si auto-accusa costantemente e infatti secoli orsono ebrei e cattolici hanno inventato la confessione proprio come atto di liberazione da un peso.

Stai male se non segui la tua natura

La psiche però non si esaurisce nella coscienza razionale: sotto esiste uno strato più profondo, che obbedisce ad altre leggi, che riguardano la nostra vera natura. Io provo il senso di colpa perché ho sbagliato qualcosa o perché non sto facendo ciò che mi piace, non metto in campo un certo lato della mia personalità, che mi farebbe evolvere? Occorre uscire dall’idea che stiamo male per quello che c’è capitato: stiamo male perché non stiamo seguendo la nostra natura e siamo identificati in un modello mentale falso, esterno.

I disagi arrivano per farci evolvere

Nella vita ci sono due burattinai: uno vive fuori di noi ed è un vampiro. Un altro è interno, è una guida, un navigatore, che attraverso i disagi vuole azzerare le tue identità per farti rinascere. Per questo non si devono fuggire le difficoltà, ma contemplarle. Rainer Maria Rilke, il grande poeta, scrive:

“Quando mai si pretenderebbe da un cigno ciò che si chiede al leone? Chiedo solo che mi sia data la mia difficoltà, non quella del falegname o del soldato, perché nella mia difficoltà voglio riconoscermi”.

Uscirne si può

Nel libro parlo delle tecniche fondamentali per "centrare" se stessi: pagina dopo pagina, parlo di cosa possiamo fare in pratica per fidarci di quell’essere unico che siamo e che spesso è coperto da mille identità fasulle che ci siamo costruiti addosso per aderire a modelli esterni, per essere come gli altri. Se riusciamo a farlo, i pesi mentali si sgretolano da soli. Buona lettura!

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