VIDEO Ipocondria: perché arriva, come affrontarla

Specie ai tempi di coronavirus, l'ipocondria può far soffrire molto; impariamo a conoscerla e a mettere in atto l’atteggiamento mentale giusto per guarire

Buongiorno a tutti, sono Andrea Nervetti, psicologo e psicoterapeuta, lavoro presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano dove esercito la mia attività libero professionale e insegno presso la Scuola di Psicoterapia dello istituto stesso. In questo video vi parlo di una particolare patologia psichica: l’ipocondria o disturbo da ansia di malattia secondo i nuovi criteri del DSM-5, il manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali più diffuso al mondo.

Gli ipocondriaci non sono dei “malati immaginari”

Si tratta di una patologia poco rispettata; molto spesso le persone che ne soffrono vengono tacciate di essere portatori di una specie di "malattia immaginaria” o vengono proprio chiamati “malati immaginari”. Non è così. L'ipocondria è una forma d'ansia acuta, subdola; specialmente, in momenti come questo, con l’aumento dei nuovi casi di coronavirus, gli ipocondriaci hanno un carico di sofferenza davvero importante e quindi è bene distinguere l’ipocondria dal disturbo fittizio o malattia immaginaria, nel quale la caratteristica principale è la simulazione di sintomi medici o psicologici.

Ipocondria: lo scontro tra mente conscia e corpo inconscio

Vorrei parlarvi della simbologia contenuta nella patologia e quindi dell’interpretazione che la psicosomatica ne dà. Per farlo, ricorro al mito antico, alla leggenda e alla fiaba. In tutte queste narrazioni, l’eroe e l’eroina si trovano a un certo punto della loro vita a dover compiere una missione che spesso è quella di recarsi in un posto ostile: una grotta o una caverna e di incontrare un demone, un avversario, un drago. Ecco nel caso dell’ipocondria, questo drago è il corpo. L’ipocondriaco sente dei segnali del corpo, li interpreta come qualcosa di malevolo, come segnali di un male grave e allora cerca di controllare tutto, fa subito una diagnosi o chiede la stessa a un medico, cerca di comprendere che cosa sia in atto, convinto che si tratti di un grande male.

In realtà, il suo bisogno autentico è quello di ricontattare nel profondo la sua corporeità, i suoi più profondi bisogni corporei inconsci e l’ipocondria è proprio il tentativo dell’inconscio di farsi riconoscere (come "corpo inconscio") dalla mente cosciente. Gli ipocondriaci devono ricordare che in ogni fiaba o mito, l’eroe o l’eroina alla fine sconfiggono il mostro; ma anche che sconfiggerlo, psicologicamente, significa integrarlo, appropriandosi di alcune delle sue qualità. La sconfitta del mostro è il superamento di questa distanza tra la mente e il corpo, ed è la quintessenza della risoluzione di ogni patologia di tipo ipocondriaco. Non è una patologia semplice, ma ci si può riuscire e come l’eroe degli antichi miti si può superare e tornare alla superficie più integri e completi.

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