Il freddo mantiene integri e saporiti gli alimenti senza intasarli di additivi, rendendoli pronti all’uso e facili da cucinare anche per chi non ha tempo
Il freddo può avere molti aspetti sgradevoli, ma ha un grande pregio: è l’unico conservante sicuro e del tutto naturale del quale possiamo disporre. Se applicato correttamente al settore alimentare, permette di avere sempre a disposizione materie prime, cibi, piatti pronti e ingredienti vari da utilizzare insieme o separatamente per preparare le ricette più adatte alle singole esigenze. Per questo, se vengono adoperati in modo corretto, i surgelati possono essere un valido alleato anche per chi vuole seguire un’alimentazione sana e attenta al contenuto calorico, senza cadere nella monotonia o nella ripetitività. Anche perchè, tra i cibi che più di altri sono adatti alla surgelazione rientrano quelli di origine vegetale e il pesce, cibi entrambi “amici” della linea.
Il rispetto della catena del freddo, ovvero il controllo delle temperature ottimali per i surgelati, dal momento della produzione all’arrivo dal rivenditore, è fondamentale per garantire la qualità degli alimenti. Però è altrettanto importante che anche il consumatore impari a trattare adeguatamente i surgelati, da quando li acquista fino all’utilizzo, proprio per evitare che gli sbalzi termici diano inizio allo scongelamento, “risvegliando” enzimi e microrganismi e deteriorando così le cellule dei cibi. In particolare, è importante ricordare alcune regole fondamentali.
Tutto lo hanno sentito dire o lo hanno letto sulle confezioni, ma non forse non sanno il perché: i prodotti scongelati non vanno surgelati nuovamente. Il motivo è duplice: la surgelazione non elimina bensì “iberna” enzimi e microbi che deteriorano gli alimenti, i quali anzi proliferano con grande rapidità una volta risvegliati, e quindi ricongelare un alimento significherebbe impoverirlo ulteriormente; inoltre, le molecole di acqua contenute nei cibi aumentano di volume passando alla fase solida (cioè al ghiaccio), rompendo le membrane delle cellule degli alimenti, e anche questo sconsiglia un secondo passaggio nel freezer, per non sottoporre le cellule a un ulteriore choc.
Invece, è possibile ricongelare un piatto realizzato in parte con ingredienti surgelati (per esempio, degli spinaci lessati e “salati” al burro) perché la cottura elimina i batteri che si possono sviluppare durante lo scongelamento.
Ortaggi surgelati vanno sempre cotti immediatamente: altrimenti gran parte degli enzimi e delle vitamine si perde con l’acqua di scongelamento. Diversa la regola per carni o pesci di grosse dimensioni che, se non vengono un po’ sgelati, rischiano di rimanere ghiacciati all’interno.
Zuppe, paella e paste surgelate vanno scelte leggendo attentamente l’etichetta e verificando che non siano troppo ricche di grassi: il vantaggio di queste preparazioni, che si presentano allo stato “solido”, è quello di poter dosare più facilmente le porzioni.
Nella sugelazione industriale la perdita di vitamine è ridotta al minimo perché gli ortaggi vengono “ibernati” subito dopo la raccolta. I piselli surgelati con metodi casalinghi perdono tra il 10 e il 20 per cento della vitamina C.
Pezzi di carne e pesce, soprattutto se di grandi dimensioni, vanno scongelati in frigo: l’esposizione all’aria a temperatura ambiente potrebbe accelerare il deterioramento.
Ravioli, pesto, ragù di carne... Spesso si crede di mangiare più sano e più “magro” congelando il cibo in casa. In realtà, queste preparazioni non si conservano a lungo, contengono grassi aggiunti e hanno meno sostanze nutritive.