Ritrova il tuo Sé oltre giudizi e confronti: non sei qui per essere perfetto, ma per sentirti bene con te stesso e vivere con più autenticità
Buongiorno a tutti,
oggi voglio parlarvi del nuovo numero di Riza Psicosomatica, dedicato a un tema fondamentale per il nostro benessere: l’eccesso di autocritica.
Viviamo in una società che ci spinge continuamente a competere, a migliorarci, a dimostrare di valere. Ogni giorno ci poniamo obiettivi da raggiungere: nel lavoro, nelle relazioni, nella vita quotidiana. E quando non ci sentiamo all’altezza, iniziamo a giudicarci duramente. Il risultato? Un malessere profondo, spesso invisibile, che logora il nostro equilibrio psicofisico.
Sulla copertina del nuovo numero c’è un’immagine simbolica: un albero pieno di luci, osservato dall’interno. Quelle luci rappresentano le nostre risorse interiori, che però rischiamo di ignorare quando ci confrontiamo continuamente con gli altri o con aspettative irrealistiche.
Il messaggio centrale è semplice ma potente: dentro ognuno di noi esiste uno spazio autentico, libero dal giudizio, in cui possiamo ritrovare calma e forza. Non siamo solo ciò che facciamo bene o male. Siamo molto di più.
In questo numero troverete esercizi e riflessioni che aiutano a riscoprire quel “luogo interiore” dove ci si sente davvero a casa. Un luogo che non dipende dal successo esterno, ma da uno stato dell’anima concreto, vivo, accessibile a tutti.
Imparare a dirsi qualche “no” – ad esempio: “questa cosa non mi riesce, e va bene così” – è un primo passo per uscire dalla trappola dell’autocritica. Il benessere non nasce dalla perfezione, ma dalla capacità di accogliersi, anche nelle difficoltà.
Ricevo spesso messaggi da persone che dicono: “Non ho risorse dentro di me”. Ma non è vero: tutti le abbiamo. Solo che, se cerchiamo di misurarle con il metro degli altri, non le troveremo mai.
La psicologia ci parla del “Sé”, una parte profonda di noi capace di trovare soluzioni senza sforzo, quando smettiamo di forzare tutto con la mente razionale. È quella stessa intelligenza che, da bambini, ci faceva vivere in armonia con la fantasia, il gioco, l’attimo presente. Una forza che non si è spenta, ma solo nascosta sotto il peso delle aspettative adulte.
Ecco perché questo numero è un invito a fermarsi un momento, a smettere di rincorrere e combattere. Per lasciar emergere spontaneamente quel “click” interiore che ci fa vedere le cose in modo nuovo. Senza ansia. Senza colpe. Senza farsi del male.
Perché sì, troppa autocritica ci fa davvero ammalare.
Buona lettura!