VIDEO Così rigeneri mente e cervello

Ritrovare lucidità, autostima e gioia di vivere è possibile anche nei momenti più difficili: scopri quali sono le mosse giuste da mettere in campo subito

Vi parlo del nuovo numero di Riza Psicosomatica, dedicato alla rigenerazione della mente. Comincio parlandovi di Ada, una signora di 55 anni che mi dice: “Sa qual è il mio problema?”. "Mi dica signora”. "Il mio problema è la solitudine. Io ho paura di restare sola. Sono divorziata, adesso sto con un’altra persona, ma viviamo in due case differenti, e io ho paura che anche questa relazione finisca”. Quanti di noi hanno paura di restare soli? Come si collega il fatto di restare soli con il rinnovamento della mente? Moltissimo.

Via dalle convinzioni, sono tutte superficiali!

È proprio vera la paura di restare soli? O c'è qualcosa di sbagliato nella percezione di te stesso? Bisogna pensare che dentro noi stessi coesistono due mondi: c'è un’energia antica, primordiale, che ti crea incessantemente, il tuo uomo antico o la tua donna antica e poi c’è l’Io, la mente moderna, la donna o l’uomo moderni, e sono questi ultimi ad avere paura di restare soli. Se c’è qualcosa che ti crea, che sta creando proprio te, perché dovrebbe spaventarti la solitudine? Tutti sono convinti che la propria vita sia quella che si svolge nel mondo esterno: il lavoro, le passioni, le persone che s'incontrano, gli amici, gli amori. Quella è solo la vita dell’Io, della superficie. Se vengono meno questi ambiti esistenziali, cosa sarà di me? Sarò solo. Sai perché ti senti solo? Perché dimentichi che in quello spazio che tu chiami solitudine, c’è qualcosa che vuole affacciarsi. C’è un amico sconosciuto, un’energia sconosciuta che vuole venirti a trovare.

Il vuoto e la solitudine ti rigenerano

Così ad Ada, ho detto questo: "Lei non ha paura della solitudine, ma di quel vuoto iniziale che però la portebbe a conoscere capacità, talenti, sapere, desideri che ha l’amica sconosciuta che abita dentro di lei. Noi, diceva Jung, siamo "incompiuti”, ma dentro di noi c’è qualcosa che ci sta "compiendo", che sta in ombra. Non la vedi, l’uomo o la donna che diventerai domani ma devi averne cura, perché quell'essere che c’è dentro di te, nascosto e che sta creando proprio te è disinteressato a chi frequenti, alla vita che fai, se i tuoi amori sono giusti o sbagliati, è completamente disinteressato. Quando ti innamori, è quell'essere che si innamora perché ha bisogno delle energie dell’amore, non si fissa come facciamo noi su quella persona.

Non dimenticarti mai di te

Quando accadono cose tragiche come il virus, sai che cosa fa quest’energia sconosciuta? Ti dice: “Stai attento”, “metti la mascherina”, “lavati le mani”, “evita gli assembramenti”, ma ricordati di te. Ricorda le cose che ti vengono facili, che non fai più, ricordati le telefonate che facevi e non fai più, ricordati degli incontri che facevi e non fai più. La paura della solitudine è la paura dell'incontro con un altro uomo o un’altra donna che c’è dentro di te: man mano che tu cerchi dentro di te e ti allontani dai pensieri, tanto più si affaccia il legame con questa donna o con quest'uomo sconosciuto. Non è la paura di essere sola, è la paura di esserti dimenticata della tua amica interiore, o il tuo migliore amico interiore. Se vogliamo avere una mente sempre nuova, rigenerata, il nostro lavoro non consiste nell’attaccarci alle cose che sono successe, o alle cose che vorremmo che accadessero. “Dottore, io mi accorgo che mi manca un uomo di cui innamorarmi”, “No, ti stai innamorando della donna che c’è dentro di te”; lei sta nella penombra, e da lì ti sta creando con quel volto lì, con quel corpo lì. Se ti dimentichi di lei, ti senti sola. Allora ogni tanto cerca questa solitudine e chiedile, come in un rito: “Per cortesia, dimmi che passioni devo trovare, che ancora non sto vedendo. Dimmi che cosa devo desiderare che ancora non sto desiderando, dimmi che vestito mi dovrei mettere che non sto mettendo“.

Nessuno è solo la sua storia

La paura della solitudine è la paura di restare nella casa in cui ti trovi adesso, la gabbia del pensiero moderno. Nel profondo, è il richiamo della donna antica che bussa alla tua porta per dirti: “Ascolta, per favore. Elimina un po’ di queste amicizie inutili, elimina un po’ di queste persone inutili, elimina un po’ di quella vita banale, elimina un po’ di quella corsa all’apparire. Allora l’anima ti riporta a casa. I grandi uomini e le grandi donne imparano giorno dopo giorno a essere soli, in mezzo agli altri, ma soli. Solitudine contiene la matrice “Olos”, “il tutto”: può farti paura il tutto che ti abita e che crea te, che ti contiene, che sta assegnando il tuo destino? Sai quale è il problema? La vecchia pelle che ti tieni legata addosso, la convinzione di essere le cose che ti sono capitate, di essere la vita che fai. No: c'è una vita nascosta, una vita che appartiene al signore e alla signora sconosciuti che ti abitano. Se ti affidi a loro, cercando nella giornata il loro volto, e regalando loro le cose che più adorano, ovvero l’immaginazione e la fantasia, allora la solitudine non ti farà più paura, perché avrai con te le immagini che ti curano, ti proteggano, ti rinnovano. Buona lettura.

Riza Psicosomatica è disponibile sia in edicola che sul nostro store online.

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