Raffaele Morelli: Non farti condizionare dal tuo passato
L'aiuto pratico

Raffaele Morelli: Non farti condizionare dal tuo passato

Molti si innamorano delle proprie sofferenze e finiscono per ricamarci sopra racconti infiniti, in cui un papà o una mamma cattivi sono causa di tutti i mali. Si tratta di alibi. Gettali via se vuoi stare bene

A volte mi attribuiscono pensieri che non ho. Credono di cogliere nelle mie parole cose che non dico. È il meccanismo mentale della proiezione: ci fa vedere solo le nostre illusioni. Prendo spunto dalla lettera di Ilaria (32 anni). Ecco cosa mi scrive:

Buongiorno dottore! Mi chiamo Ilaria, ho 32 anni e sono “figlia della sua scuola”. La mia è un’esperienza meravigliosa, popolata di anime che mi hanno aiutato a intravedere ancora la mia bellezza. Ma, impegnata a snocciolare dinamiche familiari, sono ancora bloccata nella ricerca della vera me stessa! A proposito del suo discorso sul Maschile e il Femminile che ha pubblicato su Facebook, devo farle una domanda! E se fosse proprio una donna a reprimere la donna che la abita, cosa succederebbe? Cosa le direbbe? Supponiamo di trovarci di fronte a una “bambina” con un padre traditore, con una madre che ha annientato la propria femminilità senza preoccuparsi affatto di curarla, con una sorella, di conseguenza, fragile in amore e ai limiti della anoressia; lei cosa direbbe a quella bambina? E se quella bambina fosse cresciuta ripetendosi: “Io sono un bravo soldatino! Io sono forte e non soffrirò per amore!”, accumulando esperienze con uomini (perché, tanto, il modello dell’uomo insensibile e con mille tresche, quello di suo padre, non si batte, è vincente), lei cosa direbbe a questa adulta? Così facendo, negli anni, ho sepolto la mia femminilità, piano piano, con il terrore delle gonne e i miei capelli sempre più corti! Tanto da portare quello che è il mio ragazzo da oramai sei anni, un uomo eccezionale, a non sfiorarmi mai! Non sono più donna! Cosa può dirmi dottore? Non so se troverà il tempo di rispondermi, ma la ringrazio ugualmente della cortese attenzione. Buona giornata!

raffaele morelli

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Cantastorie di te stesso

Sinceramente quando qualcuno mi dice che si sente “della mia scuola” mi preoccupo: io non ho mai parlato di ricercare se stessi.  Se il nostro cervello cambia ogni nanosecondo, cosa vuol dire essere se stessi? La cosa peggiore che puoi fare è cercare e, peggio ancora, trovare il “tuo te stesso”. Quella che chiami “te stessa”, cara Ilaria, è l’idea che ti sei fatta di come dovresti essere, di quale è l’Ilaria giusta e come fuggire da quella sbagliata. Sai cosa c’è di sempre uguale dentro di noi? La nostra mente che pensa, che crede alla nostra storia, che individua i problemi e li cronicizza per sempre. Siamo esseri speciali, unici, irripetibili e diventiamo cantastorie di filastrocche inventate, l’una identica a quella degli altri. E se il tuo Femminile voleva i capelli sempre più corti e i pantaloni, per amare, desiderare, fare l’amore con quello stile? Come si fa a dire che sei sbagliata perché lui non ti sfiora mai? E poi che essere eccezionale sarebbe mai costui? Eccezionale secondo quale misura? Di eccezionale c’è che gli va bene stare con una donna e mai sfiorarla. E se fosse lui a non avere voglia e a cercarsi quindi una compagna con cui non mettere in mezzo il sesso perché gli fa troppa paura? Le cose sono molto diverse da come noi le vediamo e i giudizi che esprimiamo su di noi sono sempre sbagliati.

Non devi conoscerti

Un tempo avevo in cura Giovanna (28 anni). Tutta la famiglia e anche gli amici contestavano il suo look mascolino e ribelle, che il suo psicoanalista interpretava come voler assomigliare al padre che era un duro, mentre sua mamma era una donna fragile, in balia del marito. «Lei rifiuta la donna che è in lei - le diceva il suo terapeuta - per non essere come sua madre, schiacciata com’era dal papà». Anche lo psicanalista aveva un pensiero omologato. Noi siamo come siamo, ci vestiamo come ci vestiamo, perché siamo Unici e la Donna che abitava Giovanna la voleva così, allo stesso modo in cui il Femminile del mondo fa le rose con le spine. Come la tua Dea Interiore, cara Ilaria, ti vuole così con i capelli sempre più corti. Quando Giovanna in una seduta mi ha detto: «Sono così e sia quel che sia», allora si è piaciuta per davvero! In poco tempo ha incontrato un uomo con cui passava giornate intere a letto, facendo l’amore con il suo stile, non quello della suora castigata che le aveva sempre raccomandato sua mamma.

L’errore più tremendo della ricerca di se stessi è quello di correggersi, e quindi di farsi andar bene un uomo che non ti piace. Se non ci fai l’amore è perché non lo desidera la tua Donna Interiore, non perché sei bloccata da un padre prepotente. La mia scuola, come tu la chiami, parla di distruggere la propria storia, non di renderla causa e alibi dei nostri disagi. Ripeti ogni giorno, come faceva Goethe: «Io non so chi sono e non mi voglio conoscere». Non assomiglio a mio padre e a mia madre, niente può modificare e seppellire la Femminilità, che vuole esprimersi come la terra a modo suo. «La terra è un elemento molto adatto a nascondere e mostrare le cose che le vengono affidate». (Le cosmopolite, tratto da “La terra e il riposo” di Gaston Bachelard, Ed. Red). Il Femminile è una terra e un mare sconosciuto, che crea, al di là del pensiero, la Donna Interiore da cui nasce ogni giorno Ilaria. Per questo la “mia scuola” parla di Nientità, di affidarsi al buio, al regno della notte, al silenzio interiore, che non commenta e non spiega gli stati d’animo. Le cause, paterne o materne, sono pensieri omologati che abbiamo ereditato da una psicologia lontana dalla vita e dalla natura. Il vero lavoro su di sé è distruggere, giorno dopo giorno, l’idea che ci siamo fatti e che ci facciamo di noi stessi.

Immagina il tuo albero

Cara Ilaria, elimina i giudizi: non hai vicino un essere speciale, ma uno che non ti desidera e a cui non piaci come sei. Guai se cercassi di essere come piace a lui: magari sarebbe contento, ma avresti perso l’unica cosa che conta, la tua Dea, che sta creando la tua unicità. La quale, come tutte le Dee, sta nascosta nel buio della terra del tuo essere e adora che ti vesti con quel look e con quello stile che le piace così tanto. Come insegna Bachelard, la terra c’è sempre e così il Femminile. Non sta sepolto da nessuna parte: è la forza che crea incessantemente ciò che siamo, al di là delle nostre convinzioni. Cosa fare? Non pensare al papà traditore ma immaginare, come avrebbero fatto i Greci, un panorama dove c’è il tuo albero preferito ricco di fiori e di profumo e tu che danzi intorno alla pianta. Ai gruppi del giovedì faccio parlare le persone del loro problema, poi le invito a chiudere gli occhi e a immaginare di danzare intorno all’albero a loro più affine. Giovanna immaginava un mandorlo in fiore e la pace arrivava subito. Fallo anche tu, con la tua pianta.

Non è vero che i disagi si risolvono quando ne scopri le cause e tenti di correggerle. Al contrario: solo se ti affidi al tuo lato sconosciuto la tua unicità riemerge e ti fa ripartire.

Vuoi raccontarci la tua esperienza, i tuoi dubbi, i tuoi successi? Manda una mail a raffaele.morelli@riza.it

raffaele morelli
Psichiatra e Psicoterapeuta. Fondatore e Presidente dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, Direttore responsabile delle riviste Riza Psicosomatica, Dimagrire, MenteCorpo.
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