Tecnostress: cos'è, come difendersi
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Tecnostress: cos'è, come difendersi

Le nuove tecnologie hanno portato enormi vantaggi, ma anche problemi e dipendenze che vanno affrontati e risolti: ecco come

Viviamo un tempo iper tecnologico, una fase storica che Umberto Galimberti definisce "era della tekné" (tecnica in greco antico), per sottolineare l'importanza che le nuove tecnologie, dalla rete internet agli smartphone, hanno sulla vita di tutti. Si tratta di innovazioni epocali che hanno portato grandi vantaggi, ma che non sono esenti da ambivalenze. Vediamo di cosa si tratta e come difenderci.

Indice dell'articolo

Stress e tecnologia: c'è un legame

Le tecnologie informatiche si sono diffuse e sviluppate in modo rapidissimo (a malapena 40 anni fa qualcuno aveva un computer a casa, oggi più o meno tutti abbiamo in tasca uno strumento 1000 volte più potente) creando un impatto significativo sulle persone. Non solo: incidono in modo pervasivo sulla vita sociale e lavorativa e implicano un continuo riadattamento alle evoluzioni della tecnologia stessa, gettando alcuni in uno stato di "semi schiavitù" dagli strumenti digitali, che può degenerare in condizioni di grave disagio e malessere psico-fisico. È il caso del fenomeno del tecnostress.

Cos’è la sindrome del tecnostress

Il termine technostress è stato coniato per la prima volta nel 1984 dallo psicologo americano Craig Broad nel suo libro Technostress: the human cost of computer revolution. Lo psicologo fa riferimento all’impatto che l’uso delle tecnologie produce a livello psicologico, in particolare ad una condizione di stress causata dall’incapacità di affrontare e gestire le moderne tecnologie informatiche in modo sano. Secondo la definizione proposta da Craig si manifesta in due modi distinti: implica uno sforzo nell’accettare la tecnologia informatica e può determinare una iper-identificazione con la tecnologia informatica. Il concetto fu ripreso e ampliato nel 1997, in seguito ad un processo di ricerca durato 16 anni, da due psicologi americani, Larry Rosen e Michelle M. Weil, nel libro TechnoStress: coping With Technology @Work @Home @Play, che hanno definito tecnostress ogni conseguenza negativa che abbia un impatto su un insieme di atteggiamenti, pensieri, comportamenti o disagi fisici e psicologici causati in modo diretto o indiretto dalla tecnologia.

Tecnostress, un concetto in continua evoluzione

Il tecnostress non è un concetto statico, ma è in costante definizione; a caratterizzarlo intervengono variabili sempre diverse, frutto della corsa incessante dello sviluppo tecnologico, che richiede che le persone stiano sempre “al passo”, attraverso un continuo processo di rimodulazione delle proprie capacità, dei loro processi, delle loro modalità di comunicazione e del loro stile di vita, dipendente dal mondo tecnologico e digitale.

Tecnostress: a pagare è la salute psichica

Anche la sindrome conseguente si configura in termini sempre diversi poiché in relazione ai cambiamenti tecnologici vede l’insorgenza di nuove sintomatologie, nuovi casi, diversi livelli di gravità. Questo esercita una forte pressione psicologica sulle persone che se non sono in grado di rispondere adeguatamente a questa corsa, sperimentano un vissuto di profondo disagio e frustrazione. Dall’originaria definizione della sindrome tecnostress sono intervenuti numerosi cambiamenti nelle tecnologie che hanno prodotto nuove modalità e processi informativi e comunicativi.

Un bombardamento continuo di informazioni

Il concetto viene dunque ridefinito nell’era delle connessioni digitali, e la nuova concezione della sindrome del tecnostress è strettamente connessa all’enorme quantità di informazioni che espone e sottopone l’individuo ad un bombardamento continuo che comporta un sovraccarico cognitivo, fenomeno che in psicologia prende il nome di information overload. A livello psichico l’informazione rappresenta un input mentale che produce un’infinita attivazione di connessione neurali. Il sovraccarico cognitivo pone la persona in una condizione di stress, limitando la sua capacità di decisione sulla scelta delle informazioni su cui focalizzare l’attenzione, le risorse mentali di cui dispone si disperdono tra mille informazioni, stimoli, feedback e il soggetto rimane intrappolato nella rete tecnologica.

L’organismo di fronte ad un sovraccarico informativo e cognitivo reagisce con uno stato di allarme e stress. L’insorgenza della sindrome del tecnostress, che si manifesta non solo in ambito lavorativo, ma anche personale e relazionale, è chiaramente causata dalla diffusione sempre più massiccia della tecnologia mobile. Anche in questo caso il flusso di informazioni invade in modo pervasivo la vita della persona poiché non ha limiti spaziali e temporali, non c’è più un confine tra la vita lavorativa e quella personale, tramite mail, messaggi, chiamate, la persona è costantemente raggiungibile, si vive in una dimensione circolare in cui non esistono più linee di demarcazione tra ciò che è la vita lavorativa e la dimensione privata e personale, ma vi è una fusione tra queste sfere.

I sintomi del tecnostress

La sintomatologia della sindrome del tecnostress è multidimensionale, investe l’individuo a fasce diverse e può raggiungere livelli di gravità differenti.

SINTOMI A LIVELLO FISIOLOGICO

Aumento della frequenza cardiaca, disturbi cardiocircolatori, emicrania, disturbi gastrointestinali (colon irritabile, gastrite, reflusso), difficoltà respiratorie, vertigini, dolori muscolo-tensivi, formicolio agli arti, ipertensione, insonnia e alterazioni del ritmo-sonno veglia, mal di testa, stanchezza cronica, sudorazione eccessiva, dolore cervicale, disturbi ormonali e mestruali nella donna, disturbi della pelle causati dallo stress (psoriasi, dermatiti) affaticamento mentale.

SINTOMI A LIVELLO SOGGETTIVO

La persona vittima del tecnostress può manifestare apatia, noia, crisi di pianto, frustrazione, senso di colpa, irritabilità, tristezza, depressione, calo del desiderio sessuale, attacchi di panico, euforia, ansia, spossatezza, si manifesta un senso di impotenza nella gestione del controllo del tempo e del proprio spazio personale, la persona può reagire con l’isolamento e la chiusura emotiva, con un comportamento conflittuale, perdita di efficacia a livello professionale, e nei casi più gravi può sfociare in un disturbo da dipendenza da internet.

SINTOMI COMPORTAMENTALI

Disfunzioni del comportamento alimentare, utilizzo di alcol e droghe, eccitabilità, irrequietezza, difficoltà di parola, attacchi di rabbia, calo del desiderio, insofferenza verso le altre persone, aggressività, anche passività, tendenza all'isolamento, incapacità di agire.

SINTOMI COGNITIVI

Difficoltà nello svolgere i compiti assegnati, disfunzioni decisionali, deficit dell'attenzione e della concentrazione, riduzione e perdita dell'efficacia, difficoltà a lavorare in team, lievi amnesie, calo del funzionamento intellettuale, aumento di sensibilità alle critiche, distorsioni e fraintendimenti di situazioni.

SINTOMI 'LAVORATIVI'

Assenteismo, scarsa produttività, alto tasso di incidenti, antagonismo sul posto di lavoro, insoddisfazione, ritardo e malfunzionamento nei processi produttivi, organizzativi e gestionali

Parametri che definiscono il rischio tecnostress

  • Tempo trascorso per gestire le informazioni digitali
  • La quantità di carico informativo da gestire
  • La persona non spegna mai il telefono e lo controlla continuamente
  • Utilizzo costante dello smartphone in situazioni di incontro sociale
  • Frequenti risvegli notturni per connettersi alle piattaforme social
  • Utilizzo dello smatphone mentre si è in movimento
  • Sintomatologia diffusa che può interessare diverse sfera della persona

Tecnostress: una malattia professionale?

Il tecnostress nel 2007 è stato riconosciuto come malattia professionale grazie ad una sentenza del procuratore aggiunto del Tribunale di Torino, Raffaele Guariniello, emessa in seguito a numerosi esposti e denunce dei lavoratori. Ogni settore lavorativo che prevede un uso massiccio delle tecnologie digitali deve includere nel documento la valutazione del rischio stress-lavoro correlato. Tale percorso viene applicato in conformità con il Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro 81/2008, allo scopo di individuare misure di protezione e prevenzione.

Cosa fare per ridurre il rischio tecnostess

Per non rimanere imbrigliati nella rete del mondo tecnologico e digitale, che ci ha ridotti ad uno stato di dipendenza, si può ricorrere ad alcuni rimedi che sono volti al ritrovamento di se stessi, della nostra dimensione, libera da ciò che il mondo esterno ci impone continuamente; pensiamo ai bambini che oggi fin da piccoli rischiano la dipendenza dalla tecnologia, non riescono a farne a meno, faticano a esprimere capacità come la creatività, l’invenzione, il gioco “libero”, non dettato da un tablet, ma creato dalla propria mente. Dei rimedi validi che possono orientarci in questa direzione sono le tecniche di rilassamento mentale e fisico. Un esercizio utile è interrompere per un periodo di tempo l’immersione nel mondo del flusso digitale ricorrendo all'immaginazione. Il semplice atto di staccarsi dai device, chiudere gli occhi e immaginare, anche per pochi minuti al giorno, è un elisir per il cervello. Alcune tecniche meditative producono uno stato di coscienza che aiuta a ridurre l’attività del sistema limbico del cervello, riducendo i livelli di stress, e aiutano a ristabilire i ritmi dell’equilibrio sonno-veglia. Ci sono poi le "tecniche sportive": lo sport e le passeggiate a contatto con la natura, con le piante hanno un effetto benefico sul nostro organismo, ci liberano dalle tossine che accumuliamo di fronte ai dispositivi digitali. Si può poi parlare di tecniche di rigenerazione: alimentazione naturale, semplice, biologica, uso dei rimedi naturali contro lo stress. Importanti si rivelano anche adeguati percorsi di formazione ai lavoratori sui potenziali rischi dello stress lavoro correlato alle tecnologie.

Riza Benessere
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