Perdonare o dimenticare? Fai la scelta giusta
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Perdonare o dimenticare? Fai la scelta giusta

Quando qualcuno ci delude o ci ferisce, può nascere questo dilemma, che la ragione non può risolvere: non serve riflettere, ma immaginare...

Quella del perdono è una questione delicata, specialmente nelle relazioni importanti. Quando accade qualcosa che ci colpisce nel profondo si scatenano rabbia e delusione, ci sentiamo smarriti, attoniti, come se fossimo stati investiti da un pugno. Assieme alle forti emozioni e al dolore si presentano domande difficili: “Riuscirò a dimenticare e ad andare avanti? Le cose torneranno a essere come prima o tutto sarà irrimediabilmente diverso?” Perché proprio lui (o lei) mi ha fatto questo?

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Abbiamo imparato a ricordare, fin troppo bene

Un fatto è certo: dimenticare ciò che ci ha fatto del male non si può fare a comando. Anzi, più ci sforziamo di scacciare dalla mente un pensiero doloroso con la sola volontà cosciente e più questo acquisterà forza, diventando una vera e propria ossessione o, al contrario, ricomparendo quando meno ce lo aspettiamo, magari in un momento felice. È possibile che in questo processo giochino anche dei meccanismi evolutivi: migliaia di anni fa ricordare le esperienze negative poteva essere di vitale importanza per garantire la sopravvivenza dei nostri progenitori. Ma oggi che quelle minacce non esistono più, questo meccanismo ci si ritorce contro, innescando un rimuginio continuo che può avere effetti deleteri sul nostro benessere psicofisico.

Cosa significa davvero perdonare?

Se dunque non si può "decidere" di dimenticare, e se la possibilità di chiudere con chi ci ha fatto male non è in campo, non rimane che il perdono. Ma cos'è il perdono in senso psicologico? Si tratta di qualcosa che non ha a che vedere con la bontà verso gli altri o peggio con una supposta superiorità morale di chi lo "esercita". Per paradosso, è qualcosa di affine alla dimenticanza, all'oblio: significa lasciar scorrere via una situazione che ci ha fatto male nel passato e impedirle di provocarci lo stesso dolore nel presente. Significa riconoscere che l’evento è accaduto e il dolore ci ha travolto, ma che non può e non deve essere la sofferenza di ieri a definire chi siamo oggi o chi saremo domani. Come liberarsi di un boccone amaro e impedirgli di rovinare il sapore di quello che stiamo mangiando adesso: solo in questo senso, perdonare fa stare bene.

Aiutati col potere dell’immaginazione

Anche in questo caso l’immaginazione può divenire uno strumento utile per aiutarci ad andare oltre e a focalizzare di nuovo l’attenzione sul presente. Non occorrono grandi sforzi, bastaisolarsi per pochi minuti, chiudere gli occhi e visualizzare chiaramente l’evento doloroso nella nostra mente. Dobbiamo sentirne gli effetti profondi su di noi, senza commento alcuno, accogliendo ogni cosa.   e poi immaginarlo perdersi in lontananza nella foschia, sempre più distante, mentre porta via con sé tutte le emozioni negative, lasciando spazio a una nuova luce che illumina le cose che abbiamo intorno adesso e che ci infonde nuova energia. In questo senso, perdonare può diventare un esercizio da fare con costanza e regolarità, specie all’inizio di qualcosa di nuovo: un nuovo anno, una nuova relazione, un nuovo lavoro. Un esercizio il cui scopo non sarà provare a dimenticare artificialmente quello che ci è successo ma accompagnarlo con affetto a un bivio: da una parte noi e dall’altra il ricordo doloroso.

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