Chi soffre di ipocondria vive nella costante paura delle malattie, e in questo periodo il disturbo è aggravato dall'emergenza Covid-19. Ma si può superare...
Un vero disturbo psichico, spesso sottovalutato e incompreso: ecco cos'è il disturbo da ansia di malattia o più comunemente ipocondria. Spesso considerato un’invenzione o una fissazione di chi afferma di soffrirne, in realtà è un disagio che ha delle ricadute importanti sulla vita psichica e relazionale. Comprensibilmente, gli ipocondriaci vivono con maggior sofferenza e disagio la pandemia da Covid 19 in corso e hanno bisogno di un maggior supporto psicologico.
Il disturbo di ansia da malattia (definito ipocondria fino alla versione IV del DSM) è un disagio psichico caratterizzato dalla paura o convinzione eccessiva e persistente di avere una malattia grave o mortale, senza che una diagnosi medica dia fondamento a questi timori. Insorge quando la persona interpreta in maniera errata e amplificata piccoli sintomi fisici o normali funzioni corporee. Nel disturbo da ansia di malattia la preoccupazione può riguardare:
Il disturbo da ansia di malattia, nel DSM-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) è stato classificato nella categoria nosografica dei disturbi da sintomi somatici e dei suoi correlati. La diagnosi del disturbo da ansia di malattia richiede la presenza dei seguenti sintomi:
I criteri diagnostici delineati nel DSM-V mettono in evidenza come il disagio non provenga dal sintomo in sé quanto dall’ansia che ne deriva, nonché dal senso e dal significato che si attribuisce al sintomo. Come già sottolineato, il disturbo da ansia di malattia è molto invalidante per il soggetto che ne soffre, poiché genera alti livelli d’ansia, stati depressivi gravi che possono compromettere il funzionamento normale della persona a più livelli: familiare, relazionale, sociale, emotivo, lavorativo.
Le cause all’origine di questo disturbo possono essere diverse:
Il disturbo da ansia di malattia viene spesso sottovalutato e le sue gravi implicazioni minimizzate. L'ipocondriaco cade spesso nel cliché e nell’etichetta del “malato immaginario”. Il pregiudizio rappresenta, in questi termini, un grande pericolo, poiché trascura il dato reale, la presenza di un disagio che pervade costantemente la persona. Essere identificati come malati immaginari produce ancora più sofferenza nelle persone che soffrono di questo disturbo, che tendono così all’evitamento e all’isolamento per difendersi dal giudizio esterno.
Per comprendere la lettura psicosomatica relativa all'ipocondria, bisogna partire da una considerazione: in chi ne soffre, esiste una grande distanza fra le esigenze della mente/coscienza e quelle del corpo/inconscio. Il disturbo ipocondriaco mette in scena questo conflitto fra le due istanze psichiche, appunto coscienza e inconscio. Nello specifico, la paura delle malattie è la rappresentazione di questo conflitto dal lato della mente razionale e delle sue difese. Chi ne soffre teme che dall’inconscio possano arrivare dei grandi pericoli e quindi reagisce attraverso un meccanismo di difesa: la paura delle malattie. In questo senso le rassicurazioni di tipo medico non bastano perché le cause dell’ipocondria sono psicologiche: la paura della malattia è analogica al timore del “drago”, e non può essere risolta da un esame diagnostico o una valutazione clinica. La lotta con il Drago è presente in innumerevoli culture e miti e simboleggia una tappa necessaria dell'evoluzione di ognuno. Sconfiggere il drago significa in realtà acquisirne i poteri: sul piano psichico, significa integrare le nostre parti ombra, inconsce con quelle luminose, coscienti. L’eccessiva attenzione per il corpo, esprime dunque la lotta fra questo bisogno di integrazione (che equivale a una maggior conoscenza di se stessi) e la paura di scoprire lati pericolosi di sé. Il corpo sempre malato dell'ipocondriaco rimane alieno, e così le sue necessità profonde.
Parlarne con tutti | La ricerca di sostegno, diagnosi o aneddoti tranquillizzanti peggiora il disturbo. |
Trascurare la problematica psicologica | Trascurare la problematica psicologica alla base del problema e insistere sugli aspetti medici: altra mossa errata da non commettere. |
Non spettacolarizzare il disturbo | Se sei in ansia per i sintomi e vuoi fare visite ed esami, falli, ma senza coinvolgere molte persone. |
Non sganciarti dal mondo | L’ipocondria, pur nella drammaticità del vissuto, è una forma di egocentrismo. Consiste in un mettersi al centro dell’attenzione propria e altrui. Non lasciare che le tue angosce ti sgancino dalla realtà e cancellino il tuo interesse per gli altri. |
Non farti prendere in giro | Al tempo stesso, non farti banalizzare da chi dice che hai solo le paturnie; si tratta di un disturbo serio che merita rispetto. |
Cerca l’obiettività | Quante volte i tuoi timori relativi ai sintomi percepiti si sono rivelati infondati ed inutili? Sicuramente molte, ed è importante ricordarlo. Non stai curando il corpo con dei farmaci, ma la psiche con delle diagnosi. |
Trova un nuovo centro | Se soffri di ipocondria, osserva bene la tua vita e vedrai che va rimessa a fuoco: troppe cose che non ti appartengono o non ti interessano, nessuna vera passione in atto. Individua o ritrova un ambito della vita che ti piace e ti "rapisce" e mettilo al centro. A volte servono svolte radicali, ma non puoi pensare di guarire senza un po' di coraggio. |
Rispetta di più lo "spazio vitale" degli altri | L'ipocondria mette alla corda anche chi ti vive accanto: le tue paure continue agitano, destabilizzano, annoiano. Trova momenti precisi in cui incanalare le tue ansie (ad esempio la psicoterapia), evitando di pesare quotidianamente su chi, in ogni caso, non sei disposto ad ascoltare. |
Scegli un medico, UNO! | Evita di sostituirti ai dottori facendo tu diagnosi tramite Internet ed enciclopedia medica. Eleggi un medico di riferimento e impegnati seriamente a fidarti di ciò che dice. Ciò non significa tempestarlo di telefonate ma dare importanza alle sue parole. Questo tuo impegno, perseguito nel tempo, si trasformerà in un maggior senso di sicurezza. |