Depressione da Covid 19: cosa fare per prevenirla e combatterla
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Depressione da Covid 19: cosa fare per prevenirla e combatterla

La pandemia in corso comporta un aumento del rischio di soffrire di depressione. Ecco le tecniche psicologiche da sfruttare per evitarla

Da qualche tempo tutti noi siamo coinvolti in un fenomeno globale, la pandemia da covid-19, che investe le nostre vite e che indirettamente può innescare un'altra epidemia, di depressione, che minaccia la nostra salute e il nostro benessere mentale, i cui effetti ora sono osservabili solo nel breve e medio periodo, ma potrebbero esserlo anche a lungo termine. L’emergenza sanitaria non ha solo conseguenze mediche o economiche, ma naturalmente anche emotive e psichiche.

Indice dell'articolo

Depressione da covid: cosa può innescarla

I fattori che maggiormente sono alla base del disagio psicologico in questa situazione sono:

  • Minaccia concreta di malattia (che di per sé causa paure e ansia)
  • Isolamento sociale
  • Distanziamento sociale
  • Alterazione delle abitudini quotidiane
  • Interruzione momentanea o perdita del lavoro
  • Sovrabbondanza di informazioni
  • Incertezza

Cosa dice la ricerca scientifica

Recenti studi scientifici hanno dimostrato un incremento dei disturbi della sfera psicologica, nelle persone affette da un disturbo mentale pregresso, nelle persone contagiate da coronavirus o che hanno perso una persona cara a causa del covid ma anche nella popolazione in generale. Uno dei primi fattori che contribuisce inevitabilmente all’insorgenza o all’acuirsi di questi disturbi e della sintomatologia psicosomatica ad essa connessa è l'isolamento sociale, e soprattutto nel caso della pandemia da covid 19 il suo protrarsi nel tempo. L’uomo, come affermò il filosofo greco Aristotele è un animale sociale, ha bisogno di relazioni, poiché la mancanza di relazioni non consente lo sviluppo dell’identità personale. Quindi il periodo non ordinario che stiamo vivendo è in antitesi con la natura umana, non rispetta la sua naturale fisiologia. Questo mette sotto stress il sistema nervoso delle persone. Ci siamo trovati coinvolti in un fenomeno di disaggregazione dalle persone che costituiscono la nostra rete sociale e dai luoghi che per noi sono riferimenti fondamentali, “oggetti sé” come li ha definiti Kohut.

L’Università di Torino con il gruppo di ricerca “ReMond the Body” coordinato dal Prof. Lorys Castelli del Dipartimento di Psicologia ha condotto due studi che hanno posto come oggetto di indagine i livelli di ansia, i sintomi depressivi e da stress post traumatico in seguito alla diffusione del Covid 19. Dai risultati degli studi condotti persone provenienti da diverse zone d’Italia è emersa un’elevata percentuale di individui che presentano sintomi di ansia e depressione (rispettivamente 69% e 31%) clinicamente significativi, ma anche un aumento di sintomi da disturbo post traumatico da stress. Uno studio condotto in Cina da Tang et al. (2020) durante il primo periodo di lockdown per Covid-19, ha indagato l’incidenza dell’ansia e della depressione in individui non in quarantena, in quarantena in aree a rischio di contagio ed in quarantena in aree non a rischio di contagio. Anche in questo caso le percentuali di questi quadri sintomatici sono molto alte.

Le persone sono state private di molti aspetti della propria vita, per intere settimane non hanno avuto la possibilità di continuare le proprie attività ed impegni quotidiani, ma soprattutto hanno dovuto rinunciare alla frequentazione della propria rete sociale, non potendo vedere neanche i propri cari e le persone più strette. L’isolamento prolungato si ripercuote negativamente sul benessere psicologico delle persone e produce effetti psicofisici importanti: alterazione del ciclo sonno-veglia, disturbi dell’alimentazione, poca possibilità di movimento, aspetti che contribuiscono all’equilibrio psicofisiologico delle persone, il cui squilibrio determina una deflessione dello stato d’animo. Allo stesso tempo oltre ai sentimenti di timore e di paura per una situazione connotata da totale incertezza aumentano rabbia e nervosismo, che molto spesso non vengono espressi, e trovano la via della depressione e dei disturbi psicosomatici per manifestarsi. Inoltre in molti soggetti si alimenta ulteriormente il circolo vizioso della solitudine, soprattutto in coloro che vivono da soli e non hanno una rete di relazioni che può supportarli, sfociando inevitabilmente in sintomi depressivi.

Attualmente la seconda ondata con i suoi effetti devastanti da un punto di vista sanitario sta contribuendo a far emergere un altro stato d’animo, un senso di impotenza appresa, in quanto si ha una perdita del controllo su se stessi e sugli eventi che limita la capacità delle persone di reagire a questa grave crisi, di prefissarsi e conseguire degli obiettivi. La presenza di sintomi psicopatologici clinicamente rilevanti non rappresenta quindi solamente un problema di per sé ma ha ampie ricadute a lungo termine sulla salute psico-fisica dell’individuo. L’OMS esprime un motto relativo alla salute: “Non c’è salute senza salute mentale”. Detto tutto questo, illustriamo ora alcuni fattori che possono contribuire a prevenire il disagio psicologico causato da questo evento di portata mondiale.

Prevenire la depressione da covid: tecniche psicosomatiche

Accogliere le emozioni negative

Partiamo da una considerazione fondamentale: il senso di angoscia che possiamo provare in questo lungo periodo è una risposta umana normale, fisiologica. È necessario in primis riconoscere e accettare questi sentimenti, emozioni, stati d’animo. Per l’essere umano è molto complesso affrontare e gestire eventi negativi che si protraggono per un tempo indefinito, per cui occorre attuare dei cambiamenti sulle proprie abitudini e sui propri comportamenti, soprattutto attuare un cambiamento che porta ad avere consapevolezza dei propri vissuti emotivi, accettarli, o ancor più precisamente accoglierli, non aver paura delle proprie fragilità e vulnerabilità ma integrarle. In questi casi può aiutare un’attività meditativa o la tecnica psicologica chiamata mindfulness. In sintesi, bisogna ascoltarsi, concentrarsi su ciò che si fa, non mettendo in atto risposte predefinite, ma ascoltare semplicemente i messaggi del proprio corpo e della mente. Quando un evento ci colpisce emotivamente, non essere impulsivi ma attendere è un meccanismo di autoregolazione fondamentale.

Immaginare come percorso terapeutico

Un'altra via che possiamo percorrere per prevenire il disagio psicologico che ne consegue è la via delle immagini, uno strumento terapeutico molto antico e di grande efficacia, che agisce direttamente sulla nostra struttura cerebrale, sul sistema limbico, sede delle nostre emozioni. Immaginare libera la mente, la ristruttura da quei sentimenti negativi che la subissano, che la opprimono, la libera dal rimugino, dalla paura che proviamo in questi giorni che ci fa sprofondare nel buio. Possiamo suggerire alcuni percorsi, le cosidette immaginate. Abbassiamo un poco le luci nella stanza e mettiamoci seduti o sdraiati, in posizione comoda, eliminando tutto ciò che può costringerci come cinture, calzature strette, occhiali, orologi, braccialetti. Orientiamo la nostra attenzione sul corpo e sul respiro e iniziamo a leggere il testo che segue (suggeriamo di stampare la pagina). Leggiamo a bassa voce, lentamente, come se stessimo raccontando una favola a un bambino piccolo. Quando nella nostra mente si formano delle immagini, fermiamoci nella lettura e lasciamoci coinvolgere da loro. Poi continuiamo... alla fine rimaniamo nella posizione il tempo che desideriamo, poi alziamoci e riprendiamo le normali attività.

Percorso immaginativo: il bosco magico

Sono in un grande prato... c'è il sole... un sentiero... e io cammino lungo una collina... l'erba è alta... sento l'odore dell'erba, della terra, del sottobosco... La terra è coperta di foglie bagnate, è umida... Sento l'odore delle foglie bagnate... il sottobosco è umido e scuro... intorno a me tronchi ricoperti di muschio e licheni... La luce del sole si fa penombra... filtra tra le foglie degli alberi... sempre più fitti e più alti... io nel bosco... cammino... nell'ombra... E ora... davanti a me una radura... ampia... circolare... degli alberi la circondano... eretti come le colonne di un tempio... mi chiamano... mi attirano... mi avvicino... Alla mia sinistra un albero sottile... elegante, a forma di cono... le foglie coriacee dentellate brillano, lucide e cerose sopra, opache e più chiare sotto... sfioro il bordo dentellato, i piccoli aculei... ricordo i suoi rami intrecciati in ghirlande a Natale, le sue bacche rosse... mi arriva un ricordo lontano, un dolore che proviene dalla mia infanzia...lo affido all'albero...

E ora... la sagoma di un grande albero mi attira... mi avvicino... ammiro il tronco imponente, la chioma espansa, verde intenso tra cui brillano le castagne, incastonate nei ricci color smeraldo... mi viene in mente quando mi sentivo piccolo, insignificante, mi sembrava che nessuno mi vedesse... ci stavo così male... ora posso proteggermi all'ombra di questo grande albero... Ora mi giro... e osservo... vedo la corteccia grigia di un tronco contorto di ulivo, tormentato, scavato dal tempo, mostra qua e là il legno giallo-bruno, dall'intenso profumo oleoso, piccole foglie verde argentato, lucide, ondeggiano placide al vento, mostrando le olive ancora verdi... mi avvicino per toccare la corteccia... emana un dolce tepore... mi calma... i dolori sembrano svaporare, svanire davanti a questo tronco antico... E ancora vago nel bosco e ancora incontro piante magiche... come questa... un albero dai mille tronchi sottili che si raccolgono in un unico cespo, le foglie sono fitte, color verde ocra, piccole, tondeggianti... Intravedo piccoli gruppi di nocciole dalla scorza legnosa...

Allungo una mano... immagino di coglierne qualcuna, mi serviranno quando il dolore tornerà... Ora sento il rumore e l'odore dell'acqua vicino a me... sono vicino a un ruscello... all'improvviso mi accorgo di un bellissimo albero dal portamento elegante e sinuoso... i lunghi rami flessibili, carichi di foglie si chinano a sfiorare l'acqua... un colpo di vento li solleva e poi ricadono con un movimento dolce, a ventaglio... li osservo... quel movimento lento mi affascina... mi avvicino ai rami e lentamente immergo le mani... sento un po' di nostalgia ma anche una grande armonia, una pace interiore... ora un vento caldo accarezza la pelle... mi guardo attorno... osservo il cerchio incantato degli alberi... uno di loro sembra chiamarmi... mi avvicino... mi ricordo del foglietto che ho messo in tasca... decido di lasciarlo ai piedi di quest'albero... ora mi siedo anch'io ai suoi piedi... appoggio la schiena al tronco... sento la sua calma... mi avvolge... mi culla... il vento passa tra le fronde... porta via le foglie vecchie... e anche il mio foglietto che se ne va... lo osservo volare via... sempre più lontano... sempre più piccolo... Alzo lo sguardo e dove c'era il mio foglietto, ora, brilla una nuova gemma... tenera, fresca, piena di rugiada... Un ultimo sguardo al tuo albero e... riprendo il sentiero... portando con me l'immagine del bosco incantato.

andrea nervetti
Collabora dal 2001 con l'Istituto Riza di Medicina psicosomatica di Milano ed è docente presso la Scuola di specializzazione in Psicoterapia a indirizzo psicosomatico dell'Istituto stesso. Ha scritto per le riviste: Riza Psicosomatica, Salute Naturale e Dimagrire altro…
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