'Non posso perderlo': quando l'amore diventa ostinazione
Coppia e amore

'Non posso perderlo': quando l'amore diventa ostinazione

Le relazioni finiscono quando hanno fatto il loro tempo: se non lo accetti, entri in una spirale di sofferenza che t'imprigiona e ti deprime. Cambia rotta così

Essere lasciati fa soffrire, ma se il dolore perdura per mesi o anni, la causa è diversa: è la resistenza a farci star male, l'ostinazione di credere che non potremo vivere senza quell'amore. Il racconto di Michela lo spiega bene.

"Due anni fa ho cominciato una relazione con un ragazzo. Fin da subito c'è stata molta intesa e mi sono innamorata. Passa un anno e di colpo decide di lasciarmi. Vado in pezzi, ma poi lui torna. Ricominciamo, ma comincia subito a trascurarmi. Io non reagisco ma mi riempio di paranoie e pensieri sul fatto di non piacergli più o che possa avere un'altra. A un certo punto non riesco più a trattenermi e sbotto. Parliamo, discutiamo e litighiamo, di nuovo mi lascia. Ora sono passati tre mesi: sto male ma m'impongo di reagire. Cerco di dedicarmi a me stessa, vado in piscina, a camminare, esco durante il weekend con le amiche ma il pensiero va sempre a lui. Mentre ballo in discoteca o guardo un tramonto, c'è lui nella mia testa. Devo rassegnarmi? Ho pensato il mio futuro solo accanto a lui e l'idea che questo sogno non si possa realizzare mi uccide. Spero sempre in un suo ritorno, non vivo e ho solo 23 anni!"

Indice dell'articolo

Trattenere il passato fa male all'anima

Cara Michela, sai cosa fa il cervello di giorno? Assorbe: convinzioni, pensieri, parole, progetti. Poi, tutte le notti, filtra e scarta, nel tentativo di "mandar via" la donna o l'uomo che eri ieri. Per via di questa naturale azione rigenerante, noi saremmo nuovi in ogni istante. Ogni mattino al risveglio nasce una persona nuova, ma noi non ce ne accorgiamo perché la riempiamo subito con i dati dell'esperienza, col ricordo di quanto accaduto, col passato. Quel che facciamo è dunque trattenere ciò che il cervello, con quell'opera notturna di pulizia (che per esempio avviene grazie ai sogni), avrebbe eliminato. Trattenendo lo scarto, finiamo coll'identificarci con la persona che eravamo, anche se non lo siamo più.

Esisti solo adesso

La principale qualità dell’anima, del cervello antico, di ciò che ci guida dall'interno, è racchiusa in una parola: “Adesso”. Tu esisti adesso: quello che è esistito prima è morto, non c’è più e non tornerà. La Michela fidanzata con lui ora non c'è e non tornerà. Se anche la vostra storia ricominciasse (non è un augurio), per funzionare dovrebbe essere nuova, totalmente nuova. Ne sia prova il fatto che quando lui è ricomparso, le cose non sono ripartite come avresti voluto e in breve la relazione è piombata di nuovo in una crisi.

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Se fingi per trattenere un partner, lo perderai

Per timore che lui se ne andasse nuovamente, hai fatto buon viso a cattivo gioco e il risultato sono state le paranoie, i dubbi, i pensieri sulle altre. La recita è durata poco e sei esplosa. Per fortuna! Vivere in una rappresentazione perenne per non affrontare i problemi fa star male e qualcosa da dentro ti ha impedito di reiterare un comportamento tanto controproducente. Ma adesso? Che cosa capita adesso? Lui non c'è più e tu ti sei buttata a cercare di dimenticarlo. È la cosa giusta da fare? Non esattamente: la cosa giusta è dedicarsi a se stesse, a quello che amiamo fare, ma senza cercare di distrarsi dal pensiero di lui, che arriva con un solo scopo, quello di essere guardato, per sfumare. Non sarà una distrazione programmata a fartelo dimenticare, ma la consapevolezza di quanto avevi proiettato su quella storia, nonostante la tua giovane età.

In amore, non credere ai revival

Le certezze della mente ti logorano, non il fatto che lui non ci sia più. Quando devono finire, le storie d'amore finiscono e se le facciamo ricominciare per paura della solitudine, o perché ci intestardiamo che lui o lei siano gli unici partner possibili nell'Universo o per qualunque altra ragione, ci infileremo in relazioni scadenti (come è stata la vostra quando avete ricominciato) che procureranno altra sofferenza, evitabile.

Vivi la nostalgia e la vedrai scomparire

Tu non sei più innamorata di lui, Michela, ma dell'idea della vostra relazione, di come ti sarebbe piaciuto diventasse. Sono i tuoi film mentali a "ucciderti", non il fatto che lui non ci sia più. Come superare tutto questo? Come anticipato, devi guardare, fare solo quello. Occorre contemplare la Michela che aveva quel sogno, quei progetti, devi coccolarla nella tua mente, senza giudicarla, per aiutarla a staccarsi da qualcosa di importante in cui aveva creduto e che ora non c'è più. Senza forzature, senza fretta: da questo semplice atto di accoglimento e di resa sorgerà l'energia che serve a superare l'ostinazione verso quell'uomo che è la vera causa del dolore che provi.

andrea nervetti
Psicologo e psicoterapeuta, collabora dal 2001 con l’Istituto Riza di Medicina psicosomatica di Milano dove esercita la libera professione. Vice Direttore e Docente presso la Scuola di specializzazione in Psicoterapia a indirizzo psicosomatico dell’Istituto Riza. Membro del Consiglio direttivo della SIMP (Società italiana di medicina psicosomatica), scrive per le riviste Riza Psicosomatica, Antiage ed è responsabile del sito www.riza.it. Svolge anche attività libero professionale presso l'Istituto stesso e a distanza via internet. La scheda completa dell'autore
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