VIDEO Non riesci a dimenticarlo? Lo stai già facendo!

La convinzione di non riuscire a superare il trauma dell'abbandono è sempre un alibi: lo spiega in questo video il dottor Nervetti, vicedirettore della Scuola di psicoterapia di Riza

Laura scrive una bellissima mail alla redazione di Riza:

"Da sei anni mi sono lasciata col mio compagno. Abbiamo un bambino che ci tiene ancora legati. Poco tempo dopo, lui ha incontrato un'altra donna con cui poi ha fatto un figlio. Nei primi mesi, io ero disperata, volevo recuperare il rapporto a tutti i costi. Poi lui mi chiede di tornare insieme ma io gli dico di no, perché non sarei tornata a vivere con lui nella sua casa, dove mi sentivo sempre sola. Perché ci penso ancora? Perché questo m'impedisce di crearmi una nuova vita? Quello che ci unisce è la rabbia del nostro fallimento? Provo a non rimuginare, a non pensarci e negli ultimi tempi sto cercando di fare cose che mi facevano stare bene da piccola, quando inventavo la vita e giocavo. Mi invento una vita serena ma questa è una fuga. Perché provo ancora un senso di nostalgia?”

Il dolore purifica per farti ripartire

Quando una relazione finisce, arriva il dolore, con un solo scopo: purificarci per farci andare oltre. Tu però, cara Laura, dici qualcos'altro, qualcosa che merita una riflessione:

“Quando lui si è messo con un'altra donna io sono come impazzita, ho cercato di fare di tutto per tornare con lui. Lui lo avrebbe anche fatto, sarebbe tornato ma io gli ho detto di no, perché non volevo più vivere in quella casa dove mi sentivo sola.”

Ecco che cosa può succedere quando c’è in noi una contraddizione come quella che hai descritto: la tua mente, il tuo IO voleva tornare con lui perché non sopportava quel fallimento di cui hai parlato, ma dentro di te, qualcosa di più forte, di più deciso, ti ha fatto dire: “No, quella non è più la mia casa. Lì mi sentirei sola, come sempre."

Immaginare rigenera il cervello

C'è un'altra cosa, molto importante. Dici: "Ogni tanto torno con la fantasia al mondo della mia infanzia: immagino quando da piccola inventavo la vita e stavo bene. Ma questa è una fuga." No, questa non è una fuga, questa è l'arte di rigenerare il cervello. C'è una parte di te che è ancora ancorata all'idea che quella relazione non potesse fallire, ma è andata così. Però c'è anche una parte di te che è già andata oltre e nei momenti di maggior sconforto ti riporta a quell'età infantile, a quei giochi immaginari. Non sono fantasticherie, ma il modo che il tuo cervello antico sta scegliendo per farti rinascere.

Cara Laura, accogli con dolcezza il dolore che senti, quando magari guardi una foto e senti nostalgia, ma ricorda che c'è una parte di te che ti sta già conducendo in un altro territorio psichico. Vacci in quel territorio, non pensare che sia una fuga: è un territorio di rinascita, un luogo dove tu puoi essere qualsiasi cosa. Questo stimolerà piano piano la tua mente profonda a partorire nuove idee e vivere nuove emozioni, ad andare oltre quella relazione cui ti sei aggrappata, forse per troppo tempo. Non dimenticarlo: quando lui ti ha detto “Va bene, ricominciamo”, tu, proprio tu, gli hai detto NO!

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