Panico notturno: perché non ci lasci dormire?
Attacchi di panico

Panico notturno: perché non ci lasci dormire?

Il panico notturno viene a trovarci quando siamo ancorati a un’identità che non ci appartiene: solo accogliendo il suo messaggio torniamo a sognare

Con la pandemia in corso siamo finiti in un calderone di emozioni e sensazioni mai provate prima, e abbiamo dovuto fare i conti con preoccupazioni, stress e ansia per una situazione incerta di cui ancora non vediamo ancora la fine. Non mancano le ricerche che confermano quanto il coronavirus abbia arrecato danni alla nostra salute mentale. C’è chi ha paura del contagio, chi è teso per la crisi lavorativa o per il futuro dei propri figli. Altri si sentono stanchi, svogliati e sfiduciati. Tutti però hanno qualcosa in comune: fanno fatica a dormire. È proprio nel silenzio della notte che i pensieri entrano in scena: di giorno, presi da mille attività e impegni riusciamo a farli tacere, ma una volta chiusi gli occhi, eccoli che arrivano a svegliarci. In genere sono terribili incubi, insonnia e altri disturbi del sonno a tenerci compagnia o a farci alzare di soprassalto. Talvolta, questo stato di agitazione può essere l’innesco di condizioni psicologiche ben più gravi, dove è lui a “buttarci giù” dal letto e a farci venire il batticuore. Parliamo del panico notturno, un tipo di malessere che giunge all’improvviso quando ci sforziamo di vivere una vita che nel profondo non ci appartiene, anche se in apparenza ci sembra tutto fuorché imperfetta. Se impariamo a riconoscerlo, la strada verso casa non è poi così lontana. Ma prima di questo, vediamo di cosa si tratta e cosa fare una volta individuato.

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Che cos’è il panico notturno

Gli attacchi di panico sono un disturbo frequente, che si manifesta nella maggior parte dei casi durante il giorno. Si tratta di una crisi d’ansia acuta, i cui sintomi come tachicardia, sudorazione fredda, fiato corto e dolore al petto, possono essere percepiti come segnali di morte imminente o come un arresto cardiaco. Questo perché improvvisamente non ci riconosciamo più (“perché a me che sto bene?”), il mondo crolla intorno a noi, come se tutto si sgretolasse insieme alla nostra identità. Lo stesso vale anche se accade mentre dormiamo. In particolare, il panico notturno è come un “fulmine a ciel sereno”, che nel sonno più profondo ci sveglia senza preavviso, spaventandoci, scuotendoci, proprio quando siamo più fragili e impotenti, e lasciandoci in uno stato di allerta che rende complicato riuscire a riaddormentarsi e a riposare bene le notti successive all’evento.

Per spiegare ciò che distingue il panico notturno da quello che si presenta di giorno esistono numerose ricerche. Una è quella della University of Southern Mississippi (USA), pubblicata su Behavioral Sleep Medicine, che ha dimostrato che chi soffre di questo particolare disturbo in genere regge con meno facilità le situazioni incerte e imprevedibili, poiché l’attacco colpisce di notte quando non siamo lucidi mentalmente e fatichiamo a proteggerci dal pericolo, negandoci tranquillità e rilassamento. Quindi rispetto al panico diurno quello notturno può incutere maggiore paura proprio perché ci lascia disarmati nel cuore della notte, dove tutto sfugge al nostro controllo e non sappiamo come difenderci. Inoltre, chi ne è affetto potrebbe essere più sensibile al giudizio e al rifiuto altrui, escludendosi e allontanandosi dal gruppo sociale e dagli affetti: ad esempio, temendo che la persona con cui dorme scopra e valuti negativamente le proprie difficoltà legate al sonno.  

Panico notturno: perché arriva

Ognuno di noi è abitato da tante energie: alcune di queste se trascurate, e non lasciate scorrere liberamente, ci attaccano per riprendersi il posto che spetta loro, proprio nel momento di massima resa, la notte. Quell’energia in trappola è l’istinto, il nostro più grande alleato, che è fondamentale per riscoprire la spontaneità e aiutarci a capire cosa ci serve realmente per essere felici. Gli animali lo sanno bene: a lui si affidano per sopravvivere e compiere scelte, perché l’istinto li spinge a seguire sempre la propria natura. Noi, al contrario, non sempre riusciamo ad ascoltarlo, finendo per frenarlo e sovrastarlo di illusioni e superficialità, dato che siamo così presi dalla necessità di piacere e sentirci omologati, da rinunciare ai nostri veri desideri. Ecco perché viene a trovarci il panico notturno!

Inoltre, la notte è il regno dell’inconscio, luogo in cui l’io cosciente, la nostra coscienza, si affievolisce, si minimizza, come qualcosa che nella vita diurna occupa un grande spazio e quando dormiamo si riduce, si confonde come ogni cosa sotto la luce flebile della luna. Per questo può essere visto come un tentativo che il nostro lato interiore mette in atto per salvarci da una maschera che ci sforziamo di inossare troppo spesso, liberandoci proprio da quella identità che abbiamo visto cadere insieme ai nostri ideali, per darne alla luce una nuova, più pura e armonica con chi siamo davvero.

I sintomi del panico notturno

Allo stesso modo di quello diurno, il panico notturno si presenta con precisi sintomi, alcuni dei più comuni sono:

  • sudorazione fredda
  • vampate
  • tremori notturni
  • sensazione di soffocamento
  • dolore al petto
  • formicolio alle articolazioni
  • capogiri
  • tachicardia
  • senso di smarrimento
  • paura di morire
  • paura di perdere il controllo

La differenza tra panico notturno, pavor nocturnus e apnea notturna

Il panico notturno viene il più delle volte confuso con altri disturbi del sonno, soprattutto il pavor nocturnus e l’apnea notturna. Il primo, tipico anche dei più piccoli, si manifesta nel sonno profondo come un terribile incubo che ci sveglia di colpo, spaventandoci; seguono poi tutta una serie di sintomi, come tachicardia e fiato corto, che lo accomunano al panico. Con qualche differenza: il terrore notturno avviene nella fase rem ed è legato a un brutto sogno. Appena ne prendiamo coscienza apriamo gli occhi all’istante, mentre il panico di solito avviene tra la mezz’ora e le tre ore dopo l’addormentamento e in questo caso ci svegliamo quando è già esploso, impedendoci qualsiasi resistenza. I risvegli causati dall’apnea del sonno, invece, non sono di base contraddistinti da un forte stato d’ansia. Anche se potrebbero fungere da spia dell’attacco di panico, agendo sul battito cardiaco e sulla pressione del sangue.

Chi è più a rischio di panico notturno

Non conosciamo il motivo esatto per cui il panico notturno arrivi, ma sappiamo con certezza che esistono alcuni stili di vita e atteggiamenti che ne favoriscono la comparsa. Sono tutte le gabbie mentali che ci costruiamo per obbedire a regole, standard e modelli in cui crediamo per sentirci ingannevolmente “realizzati” e accettati dagli altri: sono comportamenti nocivi, modi di pensare e di comunicare che alla lunga ci allontanano dalla nostra essenza, condannandoci alla sofferenza. Lo è anche un eccessivo perfezionismo, che ci spinge a doverci sempre migliorare e a chiederci cosa fare per cambiare la nostra vita. Quando cerchiamo di dare adito a tutti questi pensieri stagnanti e rigidi, ci dimentichiamo chi siamo. Allora l’energia che non trova spazio per fluire, a cui non diamo ascolto – cioè il panico – scende in campo per spezzare le catene che impediscono all’anima di crescere e mutare, restituendoci la forza che ci serve per iniziare la nostra vera vita.

L’esercizio immaginativo: così ritrovi la tua unicità

Ciò che spaventa di più del panico notturno, è la paura del suo ritorno che ti fa vivere con angoscia il momento di andare a letto. Allora ti proponiamo qui un esercizio immaginativo per ritrovare l’energia antica che abita dentro di te, colei che ti dona la calma per tornare a fare sogni sereni.

Tutte le volte che ne senti il bisogno, durante il giorno o prima di coricarti, trova uno spazio dove ti senti al sicuro, spegni la luce e chiudi gli occhi. Inizia ad abbandonarti al vuoto, fai scivolare i pensieri in quel buio silenzioso, finché non inizi a intravedere delle scale… Mentre sali i primi gradini, noti che sopra ci sono alcune foglie, prendine una e guardala come fosse uno specchio: solo che non vedi il tuo volto riflesso, ma scorgi una grande quercia in mezzo una foresta in cui il vento e le foglie danzano instancabili. Dentro all’albero cavo ci sei tu, è il tuo nascondiglio, lì ti senti protetto… All’improvviso senti un forte urlo, talmente spaventoso da far crollare le foglie a terra, e da una piccola fessura osservi cosa accade fuori: il mostro è arrivato, ha mani e piedi a forma di radici e una spessa treccia dietro la nuca, ma non hai così tanta paura come credevi… Allora decidi di uscire dalla quercia e lentamente ti avvicini a lui: anche se il suo volto è privo di occhi per guardarti, nel profondo, sai che è venuto per conoscere te… Sorridendo gli sfiori le mani… trovi te stesso… Il teatro di foglie torna a danzare...

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