Sesso e Covid-19: è vero che l’ansia 'uccide' il desiderio?
Ansia

Sesso e Covid-19: è vero che l’ansia 'uccide' il desiderio?

La pandemia incide anche sulla vita sessuale, sul desiderio e sull'immaginario erotico: ecco cosa possiamo fare per combattere il calo della libido

L’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia di Covid-19 ha un impatto significativo sulle nostre vite e sulle nostre modalità relazionali. I suoi effetti si ripercuotono su varie aree del benessere psicofisico, non ultima la sfera della sessualità e dell’espressione sessuale, aspetti centrali della salute umana, come riconosciuto anche dall’OMS. La misura del distanziamento sociale, atto necessario per rallentare la corsa e la diffusione del virus, comporta purtroppo la necessità che ciascuno di noi modifichi, rimoduli e talvolta purtroppo reprima il proprio innato bisogno di relazione, anche quello che riguarda la vita erotica.

Indice dell'articolo

Paura, ansia e stress calo del desiderio

Ansia, stress, difficoltà di attenzione e concentrazione, paura del contagio sono tutti sintomi che, innescando una reazione a catena, si ripercuotono sulla dimensione sessuale con diverse manifestazioni: frustrazione, astinenza, alterazione del desiderio sessuale, con una tendenza al calo della libido che può compromettere i diversi momenti del rapporto sessuale, in particolare eccitazione e orgasmo, come testimoniano le prime ricerche in questo campo e l’esperienza clinica, che ha visto un incremento delle richieste di aiuto per disfunzioni sessuali. La letteratura e l’evidenza clinica affermano che situazioni di stress e problematiche psicogene sono in grado di compromettere l’attività sessuale e il piacere a esso connesso alla stessa stregua di fattori di natura organica. Vedremo alla fine di questo articolo cosa affermano nello specifico alcune ricerche condotte negli ultimi mesi sul tema.

Sessualità e covid: le regole da seguire

La pandemia in atto è un fenomeno epocale che influenza tutti in maniera pervasiva, toccando anche la dimensione intima e privata della sessualità ma con sfaccettature diverse in funzione di differenti variabili: le condizioni psicologiche di ciascuno, gli stili di personalità ma anche della dinamica relazionale in cui si è inseriti (essere single, avere una relazione stabile, avere una relazione di convivenza) e il livello di conflittualità presente nel rapporto. Il Sarscov2 è poi un virus nuovo, le ricerche sono in corso e sempre in via di definizione. Ad esempio, il coronavirus non è stato (ancora) isolato nel liquido seminalee nelle secrezioni vaginali, dunque il rapporto sessuale non rappresenterebbe una via sufficiente di contagio. Tuttavia, il virus è stato isolato nella saliva, quindi il bacio rappresenta un importante veicolo di trasmissione, ma è stato trovato anche nelle feci delle persone infette, quindi si corre il rischio di contagio anche con le pratiche di sesso anale e orale. Rimane dunque molto importante il ricorso ai metodi di contraccezione, in primis il profilattico e l’astensione dei rapporti sessuali occasionali. Molto importante è mantenere un’igiene personale accurata, lavare bene le mani e fare la doccia prima e dopo il rapporto sessuale.

La rivincita dell'eros "virtuale" e dell'immaginazione

La paura del contagio da coronavirus ha incentivato l’aumento del fenomeno del sexting, ovvero uno scambio virtuale a sfondo sessuale, che può avere effetti positivi per esempio se si vive una relazione a distanza, proprio come nel caso del lockdown che tiene separate coppie di fidanzati o di marito e mogli, rispettando una serie di cautele e precauzioni necessarie a tutelare la propria privacy e l’anonimato delle immagini per prevenire fenomeni di cyberbullismo e revenge-porn. In ogni caso, che si parli di coppie conviventi o non conviventi, per non inibire il desiderio sessuale sarebbe molto utile utilizzare, sfruttare e coltivare un’altra capacità del cervello: l'immaginazione, la fantasia. Approfittiamo di questo difficile periodo per esplorare con il proprio partner dei giochi immaginifici, che potrebbero dare alla coppia nuovi input, stimoli inediti che spingano a esplorare nuove potenzialità della propria intesa erotica. Ricordiamo però che la sessualità (anche in questo momento particolare) va vissuta "per se stessa", non può essere ridotta a valvola di sfogo o compensazione, pena la diminuzione della soddisfazione erotica, come conferma una ricerca citata più avanti nell'articolo. Un fatto è certo: vissuta armonicamente, la dimensione erotica incide sul nostro benessere psicofisico, perché l’attività sessuale rilascia endorfine che vanno in circolo nel nostro corpo, contribuendo a ridurre ansia e stress e quindi potenziando il nostro sistema immunitario. Quindi se è vero che la pandemia ci condiziona e inevitabilmente rende l'eros meno libero, chi ha occasioni per farlo in sicurezza, non si tiri indietro ma lo faccia per il piacere di farlo, senza alcun altro obiettivo.

Cosa dicono le ultime ricerche scientifiche

Nei mesi appena trascorsi sono state condotte diverse ricerche che hanno posto come focus di analisi gli effetti della pandemia sulla vita sessuale delle persone. Questo proliferare di studi ha fatto seguito alle numerose segnalazioni di psicologi, psichiatri, andrologi, sessuologi e ginecologi circa la difficoltà sessuali sempre più evidenti denunciate dai loro pazienti. Fra le tante, citiamo la ricerca condotta nel nostro paese da una nota marca di profilattici, insieme a Anlaids, (Associazione italiana contro la diffusione dell’Aids) con una task force multidisciplinare costituita dal Professor Massimo Galli, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano, punto di riferimento per la ricerca sull’HIV e sul Covid 19, dalla Dott.ssa Sonia de Balzo, sessuologa specialista in psicologia clinica e dello sviluppo, dal dott. Alberto Venturini, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale dell’Ospedale Galliera di Genova e dalla Dott.ssa Alessandra Scarabello, dermatologa dello Spallanzani di Roma. Tale studio si è proposto di indagare come e perché la pandemia ha cambiato il rapporto della popolazione italiana con il sesso. In particolare la ricerca fa parte della campagna globale Let’s not get back to normal, il cui obiettivo è diffondere messaggi positivi di cambiamento e superamento di una precedente normalità in ambito sessuale.

Dai risultati della ricerca, che ha coinvolto 500 persone di età compresa tra i 16 e i 55 anni emergono i seguenti dati

  • Calo del desiderio e della pratica sessuale nell’83% degli intervistati durante il periodo di lockdown
  • Attività sessuale paragonabile al periodo pre-lockdown nel 23% degli intervistati.
  • Nal caso di partner conviventi si registra una progressiva diminuizione del desiderio nel 65% dei casi.

Le principali motivazioni alla base di questo disagio che emergono dallo studio sono:

  • Ansia e depressione
  • Paura e ossessione del contagio
  • Distanziamento sociale
  • Isolamento e interruzione dei contatti sociali
  • Presenza dei bambini in casa

Dalla ricerca emerge dunque che la pandemia e le sue conseguenze sul piano sanitario hanno prodotto anche degli effetti psico-sessuali a breve e a lungo termine, provocando un aumento significativo dei sentimenti di ansia, ossessività e compulsività a causa della paura del contagio e sintomi depressivi, con una riduzione drastica delle pratiche sessuali non solo con i partner occasionali, ma anche con il partner stabile. Altre ricerche e osservazioni cliniche confermano un'alterazione della sfera sessuale e affettiva, con marcata riduzione della dimensione del desiderio. In controtendenza, durante la fase del lockdown, altri soggetti intervistati riferiscono un aumento del desiderio e della pratica sessuale. Come spiegare questo paradosso? Un'ipotesi è che almeno una parte delle coppie stabili abbiano utilizzato la sessualità per gestire e modulare meglio il carico di emozioni emerse con la pandemia, con risultati contraddittori. È stato osservato infatti che in molti casi un aumento del desiderio e un’attività sessuale più frequente non coincidano necessariamente con una maggiore soddisfazione sessuale. Lo dimostra uno studio condotto su un campione di donne in Turchia, pubblicato sull’International Journal of Gynecology and Obstetric. Il distanziamento sociale ha inoltre costituito la base per l’intensificarsi di alcuni disturbi pregressi, come la sexual addiction e la dipendenza da pornografia.

andrea nervetti
Psicologo e psicoterapeuta, collabora dal 2001 con l’Istituto Riza di Medicina psicosomatica di Milano dove esercita la libera professione. Vice Direttore e Docente presso la Scuola di specializzazione in Psicoterapia a indirizzo psicosomatico dell’Istituto Riza. Membro del Consiglio direttivo della SIMP (Società italiana di medicina psicosomatica), scrive per le riviste Riza Psicosomatica, Antiage ed è responsabile del sito www.riza.it. Svolge anche attività libero professionale presso l'Istituto stesso e a distanza via internet. La scheda completa dell'autore
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