L’ansia del “non sapere che cosa fare” è il pericolo che corre, in ferie, chi è abituato a programmare ogni cosa: è paura del vuoto, che puoi superare in questo modo
"Non sopporto le vacanze, sono una perdita di tempo!" E questa la frase di Riccardo, socio di maggioranza di una piccola azienda. Dipendesse da lui, terrebbe sempre aperto: non capisce come mai il mondo si debba fermare nel periodo estivo. Ma sua moglie è diversa: vuole prendersi un periodo di riposo per sé e insiste, dicendo che “svagarsi un po’”, alla fine, fa bene anche a lui. E Riccardo non vuole litigare, quindi l’asseconda. Ovviamente controvoglia. Perché per Riccardo, lo svago è altro: sono gli sport estremi che pratica appena gli impegni di lavoro glielo concedono. Il fuori pista, il paracadutismo, il parapendio… «la scarica di adrenalina, quella mi fa sentire vivo», dice di sé. Sicuro, pianificatore, attivo, a volte spericolato. Come si concilia una personalità così dinamica con i suoi attacchi di ansia? Riccardo infatti ne soffre, da più di un anno. E per questo è in cura da uno psicoterapeuta.
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Riccardo è una persona all’apparenza fredda, sicura di sé. Veste sempre in modo impeccabile, ha un’organizzazione meticolosa delle sue giornate, ha sempre la frase giusta per ogni occasione e di lui non si ricorda un comportamento sopra le righe. Anche quando affronta il pericolo dei suoi sport estremi, prepara con cura ogni dettaglio per riuscire a gestire ogni imprevisto. Tuttavia scavando nei ricordi, Riccardo non è sempre stato così. Capriccioso, curioso, vivace, litigioso… E soffriva di questi scatti di ira, così violenti che la mamma più di una volta lo doveva legare, letteralmente, per ore. E in quei lunghi periodi di punizione Riccardo sognava a occhi aperti un mondo fantastico fatto di lotte, duelli, amori, odi, riconciliazioni…
"Ora solo se organizzo tutto alla perfezione riesco a stare bene. L’imprevisto, il vuoto, il non fare niente mi fanno venire solo ansia", dice Riccardo. Il vuoto è il luogo in cui si incontrano le proprie paure, ammonisce la grande psicanalista Marie-Louise Von Franz. A cosa serve, allora tutto questo iper-controllo? A tenere lontane le emozioni profonde, perché potrebbero rappresentare una scossa emotiva. Eppure ogni uomo ne ha bisogno. Nessuno può vivere nell’iper-controllo, lontano dalle emozioni più intense. Ecco perché Riccardo cerca quelle degli sport estremi: in questo modo riesce a far scorrere dentro di sé le energie di sente la necessità per sentirsi vivo, allontanandosi dalle buone maniere e da quell’abito esistenziale, troppo stretto per contenere la sua complessa unicità. E l’ansia? L’ansia è la via attraverso cui tutte le energie ingabbiate e inutilizzate cercano di liberarsi dalla corazza. Perché Riccardo non lo sa, ma ha legato se stesso come la sua mamma faceva anni prima, da bambino, e non riusciva a contenersi.
Per Riccardo c’è solo una cosa da fare: riitrovare la saggezza antica dei bimbii che, grazie alle azioni felici “senza obiettivi”, al perdersi nel gioco e nelle fantasie, incontrano il regno del "senza tempo" e le immagini del profondo. Anche Riccardo deve entrare in un tempo senza tempo, senza orologio, senza obiettivi. Difficile? Sicuramente meno che portarsi dietro la corazza pesante e sostenere l’impalcatura di comportamenti così curati e artificiosi che si è cucito letteralmente addosso. Chi lo può guidare in questo percorso di liberazione? C’è solo un individuo che sa qual è la strada: il Riccardo bambino, che l’adulto contiene ancora dentro di sé ma a cui non vuole dare voce. Quando lo può fare? In vacanza, quando non è costretto a mettersi letteralmente in pericolo di vita per incontrare la sua energia vitale. Se dimostra a se stesso di essere vivo, non avrà bisogno dell’adrenalina obbligatoria degli sport estremi per saperlo.
Puri e senza costruzioni mentali, i bambini sono sempre in contatto con le istanze più profonde che li abitano. Quando si cresce, si assumono atteggiamenti da persone adulte: la razionalità prende il sopravvento, imbavaglia contraddizioni, incoerenze, emozioni. Nasce il conflitto interiore. L’energia vitale cerca di emergere dallo spesso strato di doveri e vincoli sotto i quali l’abbiamo sepolta. E quanto più è forte la censura esercitata dall’Io razionale, tanto più le istanze naturali irrompono attraverso comportamenti inaspettati, estremi e trasgressivi.