Depressione

La depressione irrompe nella nostra vita per farci rinascere. Se affrontata correttamente, essa può costituire un'opportunità.
Depressione

Depressione
La depressione si manifesta con una caduta del tono dell’umore per un periodo che può andare da un minimo di due settimane a molti mesi, talora anni. Nella crisi possono presentarsi alcuni, o tutti, fra i seguenti sintomi: forte calo di interesse o piacere per molte o tutte le attività consuete; perdita o aumento dell’appetito e del peso; disturbo del sonno; agitazione o rallentamento psicomotorio; facilità a stancarsi; sensi di colpa inappropriati; ridotta capacità di attenzione; a volte, pensieri ricorrenti di morte. Può essere di tipo monopolare, in cui l’umore è persistentemente basso, oppure bipolare, in cui l’umore alterna fasi di euforia smodata (detta “mania”) a fasi di depressione vera e propria.

Depressione: che cosa vuol dire?
Le cause della depressione sono di solito riconducibili a un insieme di più fattori che convergono a produrre la crisi: esistenziali, affettivo-relazionali, biologici e genetici. Ognuno di noi può vivere una crisi depressiva nell’arco della vita, ma alcuni sono più predisposti di altri, sia per fattori genetici sia relativi alla storia personale. In generale, ogni situazione che produce un senso di perdita (in ogni ambito) può innescare la crisi se giunge in un momento di fragilità emotiva: per esempio un lutto, il periodo dopo il parto, il pensionamento, la menopausa, il matrimonio di un figlio, una separazione, la perdita del lavoro, una malattia.

I simboli-chiave legati alla depressione

Perdita
Ogni depressione, almeno nelle fasi iniziali, è in relazione con la perdita di qualcosa che era sentito come vitale e indispensabile. In generale, la perdita riguarda uno o più dei seguenti elementi: un importante legame affettivo, un contesto sentito come “casa”, un ruolo in cui si era fortemente identificati, il senso della vita che si sta conducendo, un’immagine valida di se stessi, la possibilità di esprimersi in modo autentico. La sensazione è quella di aver perso l’aggancio con la realtà, il ponte con la vita: il disinteresse e l’apatia indicano che il cervello, al momento, non trova più stimoli e al contempo lo proteggono dall’esposizione inopportuna alle consuete azioni e agli incontri quotidiani.

Crisi.
La depressione spazza via un modo di essere e ci obbliga a fermarci. Rendendo difficile svolgere le consuete attività, ci impedisce di proseguire sulla strada che stavamo seguendo. Spesso si tratta di un “blocco” salutare perché, fermandoci, la depressione ci sta dicendo: «Attento, quella vita non è adatta a tee ti sta creando sofferenza». In questi casi è un errore voler tornare “quelli di prima” e non ascoltare il messaggio: anzi, proprio la”vita di prima” è responsabile della sofferenza attuale.Se la depressione non può compiere fino in fondo la “missione” per la quale è venuta, cioè trasformarci, farci cambiare vita rischia di diventare cronica e di bloccare davvero la nostra vita.

Trasformazione e rinascita.
Se si riesce a osservare la depressione nel suo insieme, ecco che gradualmente emerge l’aspetto creativo della crisi. La depressione infatti esprime il grande tema della morte-rinascita presente a ogni livello della natura. In natura tutto ciò che nasce lo fa al buio, in silenzio, nel segreto, dopo un periodo di oscuramento/gestazione: il bimbo nella pancia della mamma, la farfalla nel suo bozzolo, il seme nelle profondità della terra. Questa legge, per la quale una creazione deriva sempre da una “morte” (perdita, disagio, ripiegamento), vale anche per l’ambito esistenziale: nella vita le scelte e i cambiamenti fondamentali che facciamo nascono sempre da un più o meno lungo momento di crisi o di depressione, nel quale il vecchio schema si spezza e fa spazio al nuovo, che deve ancora configurarsi ma che in realtà, in modo embrionale, è già presente nelle premesse che hanno prodotto la crisi stessa.

La depressione è quindi dolore, sofferenza e – su un piano organico – alterazione chimica dei neurotrasmettitori; ma è anche l’espressione della capacità del cervello di riconoscere quando è il momento di cambiare, di trasformarsi.

Depressione: chi è più a rischio?
-Persone che non riescono a sottrarsi a situazione cariche di sofferenza o che richiedono un prolungato dispendio energetico.

-Persone che non abbandonano o non modificano uno stile di vita nel quale da tempo non si riconoscono più.

-Persone con tratti di personalità dipendente, che si appoggiano agli altri nella maggior parte delle situazioni che vivono.
 

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