Sovrappeso di coppia: come affrontare la sindrome del divano
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Sovrappeso di coppia: come affrontare la sindrome del divano

A volte i sentimenti si trasformano in un terreno paludoso. E se la passione non brucia, i chili aumentano. Ecco come dare una sterzata al metabolismo a due

Quanti, dopo essersi sposati o essere andati a convivere, hanno iniziato a mettere su chili? Molti, scommettiamo. A volte è un fenomeno che si osserva nei primi anni, poi uno dei due o entrambi se ne accorgono e ci si dà una regolata. Altre volte è una discesa progressiva, che passa attraverso i figli, il lavoro, lo stress, l’abitudine, la cucina casalinga. Può coinvolgere tutti e due i partner o uno solo, indicando un atteggiamento coordinato nel primo caso o un conflitto latente messo a tacere dal cibo nel secondo. Vi spieghiamo come evitare il sovrappeso di coppia.

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La sindrome del divano

La dimensione intima favorisce senza dubbio la tendenza a cullarsi nel cibo. Ma un ruolo fondamentale lo gioca un fattore molto più sottile e imponderabile: i sentimenti. Una depressione latente, lo stress, i litigi continui, una mentalità che diventa sempre più abitudinaria, soprattutto l’idea che tutto sia ormai immutabile: sono questi i sentimenti che fanno ristagnare le energie psichiche e di conseguenza rallentano il metabolismo, inducendo l’organismo ad accumulare grassi.

Il nemico numero uno è la rassegnazione. Quando la vita di coppia non contiene più la spinta necessaria per aprirsi al mondo esterno, ma diventa sempre più un circolo chiuso, iniziano i problemi. Ma ciò che si è costruito non può mai essere vissuto come un punto d’arrivo. Perché una vita giunta al punto d’arrivo tende a girare in tondo e alla fine a sedersi. È la classica sindrome del divano, su cui la coppia passa molte delle sue serate. I chili in più non sono solo l’espressione di un metabolismo rallentato, ma anche di un utilizzo del cibo come sfogo.

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Analizziamo alcuni casi tipici in cui il rapporto innesca meccanismi psicologici che possono portare a mangiare troppo.

I RASSEGNATI

È la coppia meno riconoscibile. Non perché il loro atteggiamento, spento e rallentato, non sia evidente, ma perché se li hai conosciuti da ragazzi, fai fatica a capire che sono ancora loro. Vivono in simbiosi, fanno tutto assieme, aggrappati l’uno all’altro. Eppure non traspare entusiasmo da questa apparente armonia, solo abitudine.

La soluzione: allargare il perimetro. Questa coppia è sotto l’effetto di un incantesimo, potente ma fragile. Perché basta davvero pochissimo per rompere la campana di vetro che li imprigiona e ritrovare la voglia di vivere, che non deve per forza mettere in crisi la coppia. Qualche nuovo interesse, un hobby, una passione. E attenzione: se non si allarga il perimetro della relazione, sarà la coppia prima o poi a scoppiare.

I GIOCHERELLONI

Chi non ha mai usato con il partner un nomignolo o una voce infantile? È bello in certi momenti fare i bambini, crea intimità e tenerezza. Ma ci sono coppie in cui questo atteggiamento è la punta dell’iceberg: coppie completamente infantilizzate. Due bambinoni, che si trattano uno con l’altro come amichetti di giochi. Il motivo? Basta vedere cosa manca nel loro ménage: il sesso. I due hanno scordato di essere maschio e femmina, sono diventati asessuati. e poche cose sostituiscono bene il sesso come il cibo.

La soluzione: Guardare la realtà. Le difficoltà con la sessualità vengono negate: ‘Il nostro rapporto è più profondo’. In questi casi si parla di coppie bianche, che non consumano. In realtà consumano calorie e dolci, perché mangiare sostituisce il piacere negato. Come trovare una modalità più matura di volersi bene? C’è un primo, decisivo, passo da fare: rendersi conto che il problema esiste! Il resto verrà da sé.

GLI ENTUSIASTI

Iperorganizzati, superaffiatati, megaefficienti. Non c’è superlativo che non si adatti a questa coppia. Ma dire coppia è poco, è una supercoppia. Purtroppo spesso anche nella stazza dei suoi componenti. Per capirli meglio occorre vederla così: più che una coppia legata da desiderio e affetto, è una squadra. Ma un rapporto in cui conta solo essere coesi e uniti va cementato. E non è un caso che il cibo diventi in questo contesto un sinonimo di affetto. 'Ti nutro quindi ti voglio bene’: una legge che non si applica solo ai figli, ma è la base della loro vita di coppia.

La soluzione: imparare a disertare. Quando il singolo è assorbito in un organismo collettivo, prendere iniziative personali pare quasi un tradimento. Invece è l’unica strada per ritrovare un’autonomia che farà bene a tutti. Come? Occorre iniziare a moltiplicare le occasioni di iniziativa indipendente. Imparando ad esempio a disertare qualche ritrovo obbligato. Saltare un pranzo coi parenti suscita scandalo? Basta farlo col sorriso. e mentre cresce l’autostima, decresce il girovita.

GLI ARRABBIATI

Ci sono coppie che, ogni volta che le incontri, sai cosa aspettarti: continue frecciatine, battutine, sarcasmo. E intorno a loro scende una cortina di imbarazzo. Litigano in continuazione, per qualsiasi cosa, senza nemmeno più sapere perché. Ne hanno bisogno perché col litigo accendono qualcosa che altrimenti resta spento. Per questo è una coppia tanto disfunzionale quanto indissolubile: stanno insieme incastrando i propri difetti e non i propri punti di forza. Smettessero di litigare, si lascerebbero. La relazione è una coazione a ripetere la stessa scena, una sofferenza. E tutto lo stress porta a eccessi alimentari e aumento di peso. Si mangia per continuare a sfogare la rabbia. Si mangia perché aiuta a mandare giù il boccone amaro dell’ultimo litigio.

La soluzione: Il fuoco interiore non viene mai da fuori. Il litigio cronico è una forma di comportamento ossessivo. Sai che un’azione non ha senso, ma non puoi farne a meno. Perché assolve una funzione. Nel caso del litigio, spesso, la funzione è accendere il fuoco interno, la sensazione di essere vivi. La soluzione, cui non è detto che la coppia sopravviva è una sola: imparare, sperimentarono concretamente, che il fuoco interiore non viene mai da fuori. Siamo noi a doverlo accendere, inseguendo ciò che nella vita ci fa battere il cuore, che siano persone, attività, interessi, talenti. Crea te stesso e non avrai bisogno di litigare (e mangiare) per sentirti vivo.

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Due regole per tutti

Un’atmosfera affettiva conflittuale o bloccata influisce direttamente sul metabolismo. Perché, in coppia o in famiglia, è così difficile cambiare? La risposta ha un nome: senso di colpa. E un cognome: ricatto affettivo. Quando si è consolidata, una coppia ha la sua routine fatta di comportamenti, incastri, atteggiamenti di uno e risposte dell’altro. Se uno dei due sente l’esigenza di cambiare dieta o abitudini di vita, possono crearsi tensioni, sospetti, accuse. Teniamo presente queste due semplici regole.

  • Voler modificare qualcosa in una coppia non significa voler cambiare tutto o voler rompere. Anzi, questo timore che fa rimandare e adattarsi al quieto vivere, può spingere le cose troppo in là, fino a quando è troppo tardi e la relazione è irrimediabilmente compromessa.
  • Cambiare non deve essere ‘contro’, ma ‘per’. Occorre coinvolgere l’altro nel proprio entusiasmo, spiegargli che si tratta di un’esigenza che nasce dall’amore, non dalla sua fine. Rassicurarlo vuol dire evitare un terreno di conflitto che sarebbe controproducente.

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